La scelta politica operata a Candela – non dal Partito Democratico ma da Raffaele Piemontese in prima persona – è di una gravità senza precedenti nella storia del centrosinistra, non solo di quel Comune ma dell’intera Capitanata. Molte domande ci assillano.
In quale veste lo ha deciso, se è da mesi segretario provinciale dimissionario, quindi destituito di qualsivoglia potere e responsabilità politica che non siano quelli connessi al ruolo istituzionale?
Scelta condivisa con chi, se nel Comitato di Reggenza (unico organismo politico collegiale abilitato a farlo) non se n’è mai discusso? Dopo questa scelta ingloriosa, e politicamente incomprensibile, quanti lustri ci vorranno perché non solo il popolo di centrosinistra di Candela, ma tutta la comunità autenticamente democratica di quella Città possano tornare a credere nei valori della politica?
Com’è possibile immaginare una comunità che sia governata senza qualsivoglia potere di controllo politico ed amministrativo dell’attività di governo?
Com’è possibile giustificare le tante battaglie di opposizione del Partito Democratico nella passata legislatura contro il Sindaco uscente (e malauguratamente riproposto anche dal PD) Nicola Gatta, se oggi Piemontese ne santifica le gesta e ne glorifica l’attività di governo?
A quale scopo svilire una storia ed umiliare tanti cittadini? Forse la speranza – da parte del Partito Democratico- di condividere uno strapuntino di governo della Città? Ma quando mai, suvvia! Nell’unica lista, figlia di madre vedova, non v’è nemmeno un candidato iscritto al PD!
Domande tante, richiesta unica: Piemontese si dimetta dal Comitato di Reggenza. E la smetta di assumere decisioni politiche che non rientrano nei suoi poteri. Il tempo è finito. Ed anche la pazienza.
Elena Gentile