Giovedì 21 Novembre 2024

Magno sulla 'questione morale' nel Pd: "Facciamo che vinca il bene"

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Finalmente Renzi ha dovuto ammettere che “La questione morale nel Pd esiste e chi la nega, nega la realtà… è un dato di fatto: abbiamo 50mila amministratori e in troppi casi le cose non girano“.

Questa ammissione mi fa ricordare ciò che disse in una famosa intervista Enrico Berlinguer, di tutt’altro spessore. Egli ha così affermato: “I fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente. Idee, ideali, programmi, sentimenti e passione civile: zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”.

 

“I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali… Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica… Un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti”.

Da riflessioni come queste partono le nostre aspirazioni, provenienti da persone come Berlinguer, che hanno sacrificato la loro vita per applicare principi validi per tutti, che tutelano tutti. Questo è il motivo che ci vede diversi dalla sinistra di oggi. Noi abbiamo conservato quei valori nella loro sacralità, li rispettiamo e ne facciamo tesoro in ogni attimo della nostra vita; altri li hanno abbandonati, li hanno vilipesi e continuano a vilipenderli ogni giorno, anche se ci rendiamo conto che in mezzo a loro vi sono uomini, per quanto in esigua minoranza, che ne soffrono e li rimpiangono quei valori, come noi. Molti italiani si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi o sperano di riceverne o temono di non riceverne più.

Quando ci dicono che noi sappiamo dire solo dei no, riusciamo a capire da dove vengono tali contestazioni, che partono proprio da coloro che fanno la guardia al palazzo del re, a difesa dei suoi e dei loro interessi. Hanno terribilmente paura che la mammella del gran sovrano non produca più latte e ci si attesti, finalmente, sul piano della giustizia sociale, a difesa dei meno abbienti, dei diritti uguali per tutti, del merito, che non vuole dire soltanto uguaglianza delle opportunità, ma anche poter mettere al posto giusto gli uomini migliori, a tutto vantaggio della comunità; vuol dire porre alla base di ogni azione pubblica la moralità dei comportamenti, difendere l’ambiente che va valorizzato e non disperso, per l’ingordigia dei procacciatori di consenso e prebende.

Noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione; e ciò possono farlo senza più occupare pezzi sempre più larghi di Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, piuttosto interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo, controllando democraticamente l’operato delle istituzioni.

Noi vogliamo valorizzare la pesca della nostra città, fatta scempio dai mercanti della politica, che hanno fatto fallire il mercato ittico e pensano ancora a questa attività come una mucca da mungere per i loro comodi, mentre invece essa va aiutata ad uscire fuori dalla sua crisi dovuta alla carenza di pesce e di una politica che li aiuti nella commercializzazione dei loro prodotti; diciamo sì alla piccola impresa che, se collegata alla vocazioni del territorio, assicura una lunga e proficua durata; abbiamo infatti visto  cosa hanno lasciato le industrie di rapina che, dopo aver generato tante illusioni, hanno devastato il nostro territorio, lasciandoci poi un degrado ambientale e morale; e se questi signori vogliono ancora continuare così, hanno i loro buoni motivi per farlo. Loro, ma non la città.

Diciamo sì a tutto questo e a tanto altro ancora, senza risparmio di energie e senza attenderci nulla dal nostro impegno, totalmente gratuito e volontario, senza attese di nessuna ricompensa, né economica né politica. Se le avessimo volute, tante sono state le sollecitazioni per ottenerle, rinunciando in cambio alla nostra libertà. L’unica soddisfazione che ci anima è il servizio alla città e, per quanto possibile, alla nostra nazione.

Facciamo che Manfredonia mostri il volto migliore di sé, come già nel passato ha dimostrato tante volte di saper fare. C’è molto bisogno della partecipazione popolare. Senza l’appoggio della cittadinanza il nostro impegno vale meno di niente. Facciamo che vinca il bene.

 

                          Italo Magno

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Commenti

  • Buongiorno.
    Secondo alcune fonti, la ricchezza economica, che doveva coincidere con il timor di Dio, doveva gestire la società, come famiglia…genitori, figli, parenti, amicizie…oggi è un’intera strumentalizzazione (anche dei dogmi di fede) se non “mentalità ingegnose criminali” (sicuramente con apporto più che naturale), capaci di “puntare, studiare ” un uomo (tanti…) e, non rispettando nè leggi civili nè leggi morali, venendo a conoscenza di ciò che non
    si può sapere di un uomo (legalmente, anche la megistratura ha i suoi limiti…), gli si fà fare ciò che egli non vuole, dovendone anche rispondere personalmente (a testimonianza è la nostra situazione debitoria, generale…)…
    Unico modo per non creare “l’ occasione” è il “monitoraggio pubblico e privato di tutte le fattispecie”…una città costantemente sotto controllo può solo fare ciò che si deve fare…
    Che sia fatta la Sua volontà…
    Ricordo la fede in Gesù Cristo figlio di Dio e in Dio…
    non si deve essere certi del perdono…
    Domenico Pio La forgia.

    P.S.
    Basta con i luoghi comuni…ogni uomo in ogni situazione, in ogni luogo e in ogni momento, sulla base delle sue possibilità, è un uomo che ha deciso di agire o non agire, pensare o non pensare, “desiderare o non desiderare”…
    Grazie per l’ attenzione e la possibilità d’ intervento…

    Domenico Pio 10/05/2016 10:49 Rispondi
  • Non sono riuscito a leggere tutto perché mi è venuto sonno. Però una domanda: adesso che sta andando via Obama il professore si impegnerà anche per la pace nel mondo? Spero di sì se no sarà difficile dormire sonni tranquilli.

    Alternativa 10/05/2016 10:30 Rispondi
    • Alternativa la tua è una patologia vera, si chiama deficit di attenzione, almenochè tu non sia già affetto da narcolessia. In ogni caso, dovresti curarti.

      antonella 10/05/2016 12:24 Rispondi

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