“Il quorum non raggiunto non delegittima la bontà di una battaglia che abbiamo portato avanti con orgoglio e determinazione e che ha visto la partecipazione di quasi 16 milioni di italiani che hanno detto, con una maggioranza schiacciante, “no” alle politiche energetiche ed ambientali del governo. Renzi sostiene di aver vinto, ma giova ricordare come il premier abbia ottenuto un milione e 700 mila voti alle primarie del Pd, nulla di paragonabile con l’affluenza di ieri alle urne”. Lo dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale e delegato per il Consiglio al referendum, Giandiego Gatta.
“Una battaglia -aggiunge- che si prefigurava in salita fin dall’inizio, già dal primo tentativo di Renzi per spronare all’astensione, ovvero quello di non svolgere l’election day con le elezioni amministrative. Poi, l’invito all’astensione sostenuto anche da un ex presidente della Repubblica. A questioni di metodo, si aggiungono quelle di merito: certamente gran parte del Paese non si è sentito coinvolto da una vicenda che interessa solo alcune Regioni costiere. Così come la semplificazione della comunicazione e dell’informazione offerte ai cittadini, che hanno avuto un ruolo cruciale nel dissuadere i più a recarsi alle urne. Per questo, il premier ha poco da festeggiare: molti più elettori di quelli che lo hanno incoronato alle primarie, hanno espresso contrarietà alla sua linea. E denigrare un voto ancorché nullo –conclude Gatta- è la dimostrazione plastica di un difetto genetico intrinseco al governo Renzi, che mastica poco la democrazia e gli strumenti attraverso i quali essa si esplica: innanzitutto il voto”.