Domenica 22 Dicembre 2024

Nasceva un secolo fa Vincent Jim Longhi, un pugliese a Broadway, amico e collaboratore di Arthur Miller

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We were seamen three, / Cisco, Jimmy and me; / Shipped out to beat the fascists / Across the land and sea’’. I versi di una ballata del famoso folksinger americano Woody Guthrie dicono che i marinai all’opera erano tre ed oltre a lui stesso c’erano Cisco Houston e Jim Longhi, nato il 16 aprile 1916 in America da due italiani di origine pugliese, esattamente della provincia di Foggia. Cosa ci fossero andati a fare in Italia per combattere i fascisti conserva tuttora un’aura leggendaria, giacché si riallaccia a tre percorsi on the road che scapigliatamente intercettano il grande tragico evento cavalcandolo con una certa dose di incoscienza. Contribuiranno per tre anni a trasportare con le navi ‘’Liberty’’ rifornimenti, munizioni e truppe in Europa e Nord Africa.
Da una tale esperienza resteranno marchiati per sempre, ma poi il destino vorrà una morte prematura per Guthrie e una vita molto lunga per Jim, anzi Vincent Jim, Longhi passato da molteplici lavori precari alle aule dei tribunali in veste d’avvocato. Dedicatosi alla causa dei portuali di Brooklyn, avverrà che Longhi incontrasse Arthur Miller in cerca di un soggetto per i suoi nuovi lavori (tra cui quello che poi sarà realizzato con un’altra sceneggiatura per il famoso film Fronte del porto). Ne nacque un’amicizia e una collaborazione che portarono i due anche in Italia, alla ricerca degli avi garganici di Jim e alla elaborazione da parte di Miller del racconto ‘’Monte Sant’Angelo’’ inserito poi nella raccolta I don’t need you any more (1967), in edizione italiana presso Rizzoli nel 1970 (Non ho più bisogno di te). Da modello per Miller dell’avvocato Alfieri nel suo capolavoro Uno sguardo dal ponte, Longhi passerà di lì a poco (siamo negli anni cinquanta) a realizzare il suo sogno di diventare a sua volta uno scrittore di teatro, facendo rappresentare a Broadway, per la regia di Jack Garfein e con l’interpretazione di un giovanissimo Steve McQueen, il suo lavoro intitolato Two Fingers of Pride (“Due dita d’orgoglio”). Seguiranno altre pièces come Climb the Greased Pole (‘’L’albero della cuccagna’’) nell’interpretazione di Sir Bernard Miles e The Lincoln Mask (‘’La maschera di Lincoln’’), anch’esso approdato sul palcoscenico di Broadway con Fred Gwynne e Eva Marie Saint.
Fondamentalmente Jim Longhi è stato un uomo senza sosta impegnato nella lotta per il trionfo dei diritti negati, e ha messo il suo studio di avvocato al servizio di questa causa. È chiaro che ha incontrato una realtà molto dura, tra guerra, America maccarthysta e difficili integrazioni etniche e sociali. Non ha mai pensato, però, che il cuore stesse da un’altra parte, giacché, come è testimoniato dagli amici e dal figlio Jaime, era capace di commuoversi per un nonnulla. Sul suo conto oggi ne sappiamo molto di più grazie all’attenta rivalutazione che se ne sta facendo in questi ultimi anni. Tra il 2012 e il 2013 Mariantonietta Di Sabato e Cosma Siani hanno curato due libri ormai imprescindibili come Jim Longhi. Un italoamericano tra Woody Guthrie e Arthur Miller (ed. Lampyris) e Woody, Cisco & Me. Tre uomini in mare, l’autobiografia di Jim Longhi uscita nella prima edizione italiana presso Clichy.

Sul letto di morte (a novant’anni nel 2006), ha raccontato il figlio, volle sorseggiare un po’ di birra da solo. È molto probabile che quest’ultimo drink lo abbia fatto tenendo di fronte i suoi indimenticabili compagni d’avventura, stando in una dimensione intermedia tra sogno e ricordo.

Sergio D’Amaro

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