Martedì 19 Novembre 2024

Dove è andata a finire la fede? (di A. Caroleo)

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Di Aldo Caroleo, Archeoclub Siponto

Fino a qualche mese fa, per chi  percorreva  la statale 89 poteva leggere un cartello in giallo del Touring Club Italia,  con la scritta, un po’ sbiadita, per la verità, che indicava ad un certo punto

“ Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto  Sec. XI”

E ad un tratto gli si presentava sulla destra, in lontananza, lo splendido cubo lapideo della Chiesa Medievale della Madonna di Siponto. Giungendo più avanti, gli si apriva un bellissimo cancello in ghisa fusa e quindi un viottolo che, richiamando gli antichi sentieri di campagna, portava all’emozione dell’incontro di una facciata splendida con un altrettanto splendido ed elegante portale . Era la Casa della Madonna di Siponto che si  rivelava nella sua splendida e spirituale Bellezza  e accoglieva i suoi Figli che a Lei dalla prima alba del Cristianesimo di Siponto si dirigevano presso il Suo Santuario per deporre le loro preghiere di richiesta di grazie o per ringraziare per quelle ricevute.

Da  dal V Secolo ai giorni nostri la Madonna di Siponto ha tenuta desta la Fede dei Suoi Figli e non solo dei Sipontini ma anche di coloro che, seguendo la “Strata  peregrinorum”, prima di portarsi a Montesantanelo , al Santuario Micaelico, passavano dalla chiesa della Madonna di Siponto, salutando prima la Sipontina nella Cripta e poi nella Chiesa superiore, l’Icona della Vergine Hodighitria. Poi ammiravano, per ultimi, gli scavi delle due chiese paleocristiane con la bellezza delle pietre antiche e lo splendore dei mosaici che risaltavano da esse.

Oggi, la situazione è completamente cambiata e quella che era una atavica tradizione, è  stata stravolta da scelte per lo meno discutibili.

Oggi non trovi più alcun cartello che  menzioni la Santa Maria di Siponto, e quel cancello, che portava alla Porta della Casa della Vergine Sipontina è chiuso, mentre più avanti, molto più avanti,vi è un moderno ingresso  con due indicazioni:

“Il Parco Archeologico di Siponto” e “Le Basiliche”

Di Santa Maria Maggiore di Siponto nemmeno l’ombra, e naturalmente neanche della splendida Cripta con la sua “Sipontina”.

Per chi oggi volesse  visitare la Madonna di Siponto lo può fare non seguendo la millenaria stradina che portava al contatto diretto, ma da un ingresso secondario che porta prima ad un moderno simulacro in rete metallica  e poi, ma molto dopo, all’incontro con la Vergine che da prima che era è diventata l’ultima poter incontrare.

Il termine poi di “Le Basiliche” è molto arbitrario, essendo quella che conosciamo dell’XI Sec. col titolo di Basilica Minore.

L’altra, quella ipotetica, costruita sui resti della vera paleocristiana, è solo un simulacro che è per certi versi  anche  distante architettonicamente da quella del tempio di Lorenzo, con elementi che ricordano architetture longobarde piuttosto che bizantine.

Ma se proprio qualcuno che ha dato a quella  struttura il nome abusivo di Basilica ( e non mi riferisco al Tresoldi), avrebbe dovuto ricordarsi almeno che nelle chiese, dalle paleocristiane a quelle moderne bisognava metterci almeno un segno che ricordasse il Titolare di tutte le Chiese, un “certo” Gesù Cristo morto e Risorto per noi.

Una semplice  Croce, magari di tipo Greco, sarebbe stata opportuna , anche piccola giusto per non disturbare, inserirla nelle reti dell’abside del Tresoldi. O no?

Si è pensato alle sagome di ignoti personaggi, ma al Simbolo del Cristianesimo, no.

E quello che più  fa pensare  è che su cento persone che visitano il sito, ottanta si soffermano all’opera del Tresoldi e solo venti, a quel che ho potuto constatare, entrano con la devozione dovuta nella Chiesa per omaggiare la Madonna di Siponto.

Prima era un privilegio farsi le foto vicino all’Icona della Vergine,ora si preferiscono i “selfie” in una struttura , bella materialmente ma fredda spiritualmente.

Oggi al mondo si è data l’idea chela Basilica di Siponto non è quella che conosciamo in pietra dell’XI Sec, dove hanno operato Magister come David o Acceptus e tanti altri, che vive di luce propria, ma quella a rete metallica illuminata artificialmente del pur bravo Tresoldi.

E ricitando Cicerone “ O tempore! O mores!”. Il segno dei tempi….

Aldo Caroleo, Archeoclub di Siponto

 

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Commenti

  • Caro Aldo, le tue osservazioni meritano di essere prese in considerazione e provvedere quanto meno a variare il percorso di ingresso alle basiliche, cioè ripristinare l’ingresso principale per le visite e quello attuale per le uscite. Ti saluto e insisti.

    gino 11/04/2016 18:12 Rispondi

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