E’ indispensabile conoscere la storia per acquisire la consapevolezza del presente. L’Ospedale di Manfredonia sin da quando se ne iniziò a parlare, durate il secondo conflitto mondiale, ha sempre fatto parlare di sé per le sue eccellenze e per le poco edificanti vicende. Gli ospedali per secoli hanno avuto una funzione caritativa e di beneficienza, di assistenza agli infermi poveri, hanno sempre assunto un ruolo sociale per tutti i cittadini. A Manfredonia, agli inizi degli anni ’40, anche per l’inadeguatezza e per le difficoltà nelle quali versava l’Ospedale Civile delle Opere Pie, si avvertiva nella popolazione la necessità di dotare la città di un decoroso ospedale, attrezzato modernamente e con la capacità ricettiva adeguata al numero degli abitanti. Per tale ragione l’Amministrazione comunale di Manfredonia, prendendo atto di tale esigenza, avviò una raccolta fondi per la costruzione di un nuovo ospedale. Partirono così iniziative di rappresentazioni teatrali e musicali presso l’allora Cine Teatro Pesante, nel ’44 requisito per le forze alleate. Fu attivata una sopratassa sui vini, pari a 0,60 lire per litro, sui liquori, sul costo del biglietto di ingresso del cinema, sul prezzo del pesce destinato all’esportazione, sulla vendita del sale. Dall’ottobre 1943 al giugno 1944 la riscossione d’una sopratassa prima per contingenze eccezionali, poi pro ospedale fruttò 385.826,20 lire. Da giugno a dicembre 1944 si ricavarono altri 320.217,30. Per discutere sull’importante problema dell’Ospedale e per organizzare la raccolta dei fondi, nel 1944 venne nominato un Comitato pro Ospedale composto da 23 illustri personaggi. Nello stesso anno i fondi raccolti vennero dati in amministrazione all’Opera Pia Ospedale Civile che curò le successive riscossioni provenienti dalle sole offerte volontarie. Il 31 ottobre 1945 la nobile iniziativa di raccolta volontaria tra la cittadinanza di Manfredonia raggiunse la ragguardevole somma di 2.098.323,45 lire. La raccolta dei fondi prosegue fino al 31.12.1949 raggiungendo la straordinaria somma di lire 5.064.457,30. Il primo febbraio 1945 la Giunta comunale presieduta dall’allora Sindaco Avv. Giuseppe Gatta revocò la delibera del 28 gennaio 1942 in cui il terreno sito in località Mezzanelle, di quasi due ettari e mezzo, veniva alienato a favore dell’Istituto fascista autonomo per le case popolari destinandolo invece all’erigendo ospedale civile. Nel 1945 l’Ing. Matteo Di Staso dell’Ufficio tecnico comunale, su richiesta della Civica Amministrazione di Manfredonia, elabora un progetto di massima per un ospedale generale di terza categoria, della capacità complessiva di 175 posti letto, in ragione di 3,5 letti per ogni mille abitanti. Nel novembre 1945 viene redatto un progetto stralcio per la esecuzione dei lavori della parte centrale dell’edificio principale, rispondente ai bisogni immediati perché adattabile a 65 letti. L’importo risulta di 29 milioni di lire. Il 30 agosto 1947 con solenne cerimonia religiosa viene posata e benedetta la prima pietra. I lavori di sbancamento della roccia iniziano nel marzo 1946 e quelli di costruzione dello stabile nel febbraio 1948. Tali lavori affidati inizialmente alla locale cooperativa “La Rinascita” e successivamente, da febbraio 1949, dopo la rinunzia della stessa, alla impresa del Geom. Matteo Troiano di Manfredonia, terminano e vengono liquidati in sede di collaudo nell’agosto del 1950. Manfredonia nel 1950 contava 32 mila abitanti. Presso il Banco di Napoli, con libretto intestato e vincolato per l’erigendo Ospedale, rimane la residua somma di 225.357,61 lire. L’Amministrazione comunale, nell’intento di risolvere al più presto possibile il problema del fermo lavori, chiede all’Amministrazione delle Opere Pie, che versa in condizioni di difficoltà finanziaria e di gestione, la cessione dei lavori di costruzione dell’Ospedale per provvedere a cura e spese del comune. Viene concessa a condizione che i lavori restino di esclusiva proprietà dell’Ente Ospedale facente parte delle Opere Pie e che la struttura compiuta non venga inclusa nel patrimonio del Comune. Essendo nel frattempo approvata la legge 3.8.1949, n.589, il Ministero dei Lavori Pubblici ammette ai benefici di legge l’Ospedale di Manfredonia per un importo di 85 milioni di lire e per 60 posti letto. Viene redatto un nuovo progetto che prevedeva un edificio unico a quattro piani compreso il seminterrato, corrispondente alla parte centrale dei precedenti per 170 posti letto. I lavori vengono sospesi per varie ragioni nel marzo del 1960, riprenderanno nel 1964 per utilizzare la somma rimasta a disposizione. Viene redatto un nuovo progetto generale di variante dell’importo di 170 milioni di lire. Per completare l’Ospedale il Consiglio Comunale di Manfredonia delibera di contrarre un mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti di 85 milioni di lire per il finanziamento del progetto stralcio. Si contrae un ulteriore mutuo, senza i benefici dello Stato, con l’INAIL, si dà corso all’acquisto dell’arredamento e delle attrezzature. Il 3 luglio 1969, su iniziativa del Comune di Manfredonia, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 800, viene istituito l’Ente pubblico ospedaliero. L’Amministrazione comunale autorizza il rag. Nicola de Feudis, vice segretario generale del comune, a prestare la sua opera che inizia nel giugno 1969 con le funzioni di direttore amministrativo-segretario. Il 28 marzo 1971, dopo “solo” 30 anni di burocrazia e lavori, l’inaugurazione dell’Ospedale Civile di Manfredonia, più tardi sarà intitolato, su iniziativa dell’Avv. Berardino Tizzani, a San Camillo De Lellis (il convertito di Manfredonia). A distanza di 45 anni dall’inaugurazione il nostro nosocomio ha continuato il suo percorso di crescita con le stesse difficoltà già vissute negli anni della sua costruzione, quasi come un disco rotto. L’ospedale di Manfredonia nasce grazie alla generosità dei sipontini, spontanea e in qualche caso imposta. Una storia che ha visto la straordinaria dedizione di uomini con funzioni pubbliche ed altri impegnati nel sociale, di affaristi e politici senza scrupolo e burocrati incompetenti che hanno lasciato per strada errori ed inadempienze amministrative irreparabili. Ecco perché oggi l’Ospedale non è più una proprietà comunale. Il nostro ospedale racconta una vita travagliata, una lotta continua tra le anime buone della nostra comunità che si contrappongono a chi un’anima non ce l’ha, mercanteggiando per proprio tornaconto il servizio pubblico sanitario che spesso significa: speranza.
Raffaele di Sabato
Informazioni tratte dal libro: Lorenzo Pellegrino, L’Ospedale di Manfredonia S. Camillo De Lellis di Manfredonia nei primi trent’anni, Edizioni del Golfo, Manfredonia, 2000.
Per tutto questo, un sentito ringraziamento, agli incompetenti politici locali.