“Siamo arrivati all’inizio della campagna del pomodoro e non abbiamo stabilito né contratti né prezzi. Siamo in balia delle onde”. È la denuncia del presidente provinciale di Foggia della CIA-Agricoltori Italiani Michele Ferrandino. Le trattative tra produttori e industrie di trasformazione per definire il prezzo del pomodoro sono ancora al palo e dovevano essere già chiuse per consentire alle aziende la programmazione colturale.
“Gli industriali non si fanno sentire – continua Michele Ferrandino – Abbiamo difficoltà a confrontarci con il distretto del Nord e probabilmente saremo tagliati fuori da un’iniziativa finanziata con fondi europei che la Confederazione Italiana Agricoltori ha promosso a livello nazionale per comunicare il nostro prodotto all’estero. Questo perché non siamo coesi, il distretto del pomodoro è fermo e non decolla al Sud. Gli agricoltori ci stanno chiedendo giorno dopo giorno quando stabiliremo il prezzo. La parte industriale non ci ha assolutamente convocati. Mi assumo la responsabilità di quello che dico: personalmente, non vedo l’interesse di acquisizione del prodotto rispetto agli anni scorsi. Ed è già tardi”.
A preoccupare la CIA-Agricoltori Italiani di Capitanata sono anche le previsioni sul prezzo ventilate fino ad oggi: si parla di 7 centesimi al chilo per il pomodoro tondo e 8,50 centesimi per il lungo. Inaccettabili prezzi al ribasso che non bastano nemmeno a coprire le spese. “Non ci siamo – avverte Ferrandino – È un’offesa agli agricoltori. A queste condizioni non so se conviene produrre oppure stare fermi. Purtroppo è tardi. Quello che chiediamo è un prezzo equo ed etico, conforme alle spese che un agricoltore sostiene. Sotto i 10 e gli 11 centesimi al chilo non si può produrre pomodoro. Mi auguro che gli industriali capiscano e ci si incontri quanto prima intorno a un tavolo per stabilire un accordo che possa soddisfare sia la parte industriale che quella agricola”.