Giovedì 21 Novembre 2024

Piano riordino ospedaliero, R. de Nittis: Cooperative disponibili a progetti pilota per decongestionare gli ospedali

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Nell’ambito delle audizioni sulle due deliberazioni della Giunta regionale pugliese in materia di riordino della rete ospedaliera, sono intervenute anche Confcooperative e Legacooperative, che hanno rilasciato una memoria scritta come richiesto dal presidente della III commissione Pino Romano, nella direzione di una collaborazione costruttiva affinchè ci siano le migliori condizioni per una valutazione quanto più aderente possibile alla realtà sanitaria pugliese.

Nel concordare con il giudizio espresso da Confindustria, teso ad una maggiore collaborazione pubblico-privata finalizzata ad attrarre anche in Puglia flussi provenienti da altre regioni e dall’estero con un nuovo sistema di concertazione, le organizzazioni di categoria del movimento cooperativo hanno evidenziato quelle che sono le loro posizioni in materia.

Apprezzamento per il riordino dopo gli sprechi degli anni scorsi e disponibilità delle cooperative per progetti pilota che puntino a decongestionare, ad esempio, i Pronto soccorsi in cui la percentuale di inappropiatezza è ancora troppo alta. “Le cooperative – spiega Raffaele de Nittis, amministratore delegato della Coop. Sociale Sanitaria per Azioni San Giovanni di Dio e membro del consiglio nazionale e regionale di Confcooperative – potrebbero gestire, come si verifica positivamente in altre regioni, servizi in cui controllare l’assunzione della terapia prescritta ai cittadini già ricoverati, evitando accessi al PS inutili. Alleggerire gli ospedali dal peso delle numerose degenze, puntando su un sistema innovativo integrato di interventi e servizi sanitari offerti a domicilio: questo deve essere l’obiettivo nell’immediato “.

Rafforzare il complesso delle cure domiciliari in alternativa al ricovero ospedaliero, puntando sulla qualità, l’esperienza e la specializzazione delle migliori strutture organizzative del territorio, secondo piani concordati fra tutti gli operatori sanitari.

Non è più possibile scindere il sociale dalla sanità – argomenta de Nittis – e per fare questo gli strumenti ci sono, e penso ai piani sociali di zona che vanno utilizzati come strumento di partecipazione democratica. La nostra è un’idea di sanità dove l’ospedale perde la sua centralità e viene decongestionato dalla presenza di strutture adatte sul territorio, con adeguato personale per non compromettere la salute degli utenti ed eliminare l’enorme disservizio delle liste d’attesa.  La politica sanitaria deve partire dall’ascolto dei bisogni della gente, ad uso ed immagine del cittadino-paziente”.

Il rapporto di spesa di una giornata di degenza ospedaliera (media regionale) fissata a 700 euro contro quella di un paziente assistito domiciliarmente che è di 36 euro, dimostra quanto possano incidere politiche virtuose di gestione di servizi integrati. “Bisogna impedire che la politica sanitaria sia troppo legata alla disponibilità finanziaria perché si devono prima di tutto ascoltare i bisogni delle persone, seguendole da vicino nel percorso di prevenzione, cura e riabilitazione” – la conclusione di de Nittis.

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