Oggi si festeggia la Giornata Mondiale della Poesia che fu istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta il 21 marzo seguente. Vogliamo ricordare, in questa particolare giornata, la grande poetessa Alda Merini che quest’anno avrebbe compiuto 85 anni, e che riscattò con la poesia la sua travagliata esistenza. Coniugò la passione per la scrittura con la pseudo malattia mentale che la costrinse a vivere l’esperienza manicomiale, rinchiusa in istituto per ben dieci lunghi anni, allontanandola forzatamente dai suoi figli. Un destino proprio crudele! Scrisse poesie, aforismi e un lavoro in prosa “La pazza della porta accanto” ed. Bompiani. Nel 1992, le fu riconosciuto il suo talento artistico con il Premio “Librex Montale” per la Poesia, uno dei più importanti in Italia. La profonda “sensibilità” e la “malinconia” presenti in lei e non sempre ben comprese furono tradotte in “malattia mentale” anche se, però, le sono state d’aiuto nel comporre dei veri capolavori, apprezzati maggiormente negli anni ’90. Anche nella società della post-modernità, le persone particolarmente “sensibili” sono considerate “strane” e grazie a questa loro “particolarità” fuoriesce la “genialità”. Ciò, però, spaventa e inquieta il mondo dei “normali”. E’ possibile approfondire le tematiche sulla “malattia” del nostro secolo al Centro Diurno “Alda Merini” di Manfredonia che, da oltre dieci anni, combatte lo stigma verso il disagio mentale, fornendo servizi e attività socio-psico-riabilitative. Inoltre promuove convegni ed incontri per diffondere la cultura dell’integrazione sociale di quanti soffrono un disagio complesso, che può essere compreso attraverso un’adeguata informazione. Il Centro Diurno propone anche diversi seminari formativi aperti alla cittadinanza sulla medicina alternativa, sulle costellazioni familiari, sull’alimentazione preventiva per combattere l’obesità adolescenziale, in aumento nel nostro paese e tanti altri. Anche nei social network si ricorda la poetessa con lo scambio dei versi delle sue poesie, invece Google le dedica un apposito doodle. Riportiamo, di seguito, una poesia della Merini dedicata a Franco Basaglia, propulsore della legge 180 sulla chiusura dei manicomi nel’78.
Grazia Amoruso
A Franco Basaglia
Il vento, la bora, le navi che vanno via
il sogno di questa notte
e tu
l’eterno soccorritore
che da dietro le piante onnivore
guardavi in età giovanile
i nostri baci assurdi
alle vecchie cortecce della vita.
Come eravamo innamorati, noi,
laggiù nei manicomi
quando speravamo un giorno
di tornare a fiorire
ma la cosa più inaudita, credi,
è stato quando abbiamo scoperto
che non eravamo mai stati malati.