Domenica 22 Dicembre 2024

USB, "Stop alle 'finte' cooperative"

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Lavoratori sottopagati e con contratti non in regola, sedi legali difficilmente rintracciabili, dipendenti fatti passare per soci ma senza alcun diritto decisionale, soci o amministratori unici che fanno il bello e il cattivo tempo nell’azienda. È l’identikit delle finte cooperative, quelle che risparmiando su sicurezza e costo del lavoro riescono ad aggiudicarsi gli appalti pubblici al massimo ribasso o con finte promesse di migliorare la qualità del lavoro. Spesso nascono evasioni fiscali, lavori non eseguiti, lavoratori malpagati, lasciandosi dietro una scia di debiti e contenziosi, per poi riaprire senza pagare i conti del passato. Spesso è dovuto alla mancanza dei controlli da parte delle amministrazioni pubbliche. L’USB chiede alle istituzioni uno stop a queste “cooperative”   di arginare il sistema con“controlli più severi e più incisivi per contrastare il fenomeno delle finte cooperative, le quali utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione perseguendo finalità diverse da quelle mutualistiche”. Per questo L’USB chiede d’ intervenire subito per debellare un sistema consolidato sommerso di illeciti diffuso in tutta Italia.  In altre parole,  dovrebbero rimanere soltanto i soggetti che mostrano di rispettare i requisiti delle cooperative, quindi i fini mutualistici. Quanto all’azzeramento delle tutele per i dipendenti, è di esempio una cooperativa A..,  vince l’appalto provinciale di Foggia con un punteggio maggiore rispetto a le altre concorrenti con la finalità di migliorare le condizioni dei lavoratori, invece, agli stessi è stato ridotto l’orario di lavoro da 37 ore settimanali della precedente cooperativa alle attuali 23 ore settimanali; Non solo, ma si è proceduto al loro licenziamento in massa dei lavoratori senza   motivazioni che potessero legittimarlo.  Diverso ma non meno eclatante il caso riportato dai quotidiani pugliesi, avvenuto nel settore agricolo, “dove avevano creato un sodalizio criminoso  di false cooperative , la cui vita giuridica aveva una durata di massimo uno o due anni, che  dichiaravano di aver avviato attività agricole su terreni (di cui non avevano neppure la disponibilità o erano incoltivabili) denunciando l’impiego di operai agricoli per un periodo superiore a 100 giornate lavorative ciascuno consentendo quindi ai braccianti di beneficiare dei contributi erogati dall’Inps”e di casi eclatanti sono continui.  Perciò urliamo STOP ALLE “FINTE” COOPERATIVE.

 

Articolo presente in:
Capitanata · News

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