Mancano 10 giorni alla 172esima Sacra rappresentazione del Venerdì Santo del prossimo 25 marzo, a Roseto Valfortore. Sono decine i dettagli di cui la macchina organizzativa e ogni famiglia rosetana devono tenere conto affinché tutto si svolga secondo i dettami della tradizione. La preparazione della processione che mette in scena il martirio di Gesù è meticolosa e coinvolge tutte le fasce d’età della popolazione. I bambini che parteciperanno alla rappresentazione dovranno essere vestiti da tuniche bianche e in testa indosseranno una corona di foglie. I soldati romani a cavallo mostreranno vere e proprie armature, con costumi ricostruiti dopo un’accurata ricerca storica che ripropone fedelmente ogni elemento. A Roseto, la Sacra rappresentazione fu istituita nel 1844 dalla Congrega del Carmine, grazie alla volontà e all’impegno di Vito Capobianco, il capostipite di una famiglia che ancora oggi, pur vivendo da molte generazioni a Napoli, continua a partecipare ogni anno ai riti della Pasqua rosetana. Pur essendo una rappresentazione vivente, con la partecipazione di oltre 50 figuranti, la tradizione locale vuole che Gesù, la Madonna e San Giovanni non siano interpretati da persone e che per le strade sfilino le loro statue: di cartapesta, nel caso del Cristo, mentre le icone della Vergine e quella del Santo sono il frutto dell’antica arte napoletana delle statue in conocchia. Un’altra particolarità della manifestazione è data dal percorso in salita, come a riprodurre il cammino della Via Crucis verso il sacrificio compiuto da Gesù.
La processione comincerà alle 9.30, partendo dalla Chiesa di Santa Maria Lauretana. Sarà la banda musicale di Roseto Valfortore ad aprire la manifestazione con l’inno che il maestro Donatelli compose nel 1882, un’opera intitolata “E’ morto il Re dei Re” che il complesso bandistico rosetano esegue da 134 anni solo in questa occasione. Un ruolo importantissimo, all’interno dell’antico rito, è riservato ai bambini. In processione, vestiti di bianco, i bambini portano i simboli della Passione di Cristo: il gallo, i chiodi, il calice, le scalette e altri emblemi della Via Crucis. Giunti sul calvario, gli stessi bambini indossano una fascia nera, mentre le Marie si velano il capo in segno di lutto aprendo la scena alla Pietà. Imponente e suggestiva è la rappresentazione della sepoltura del Cristo, con un catafalco alto 5 metri, portato a spalla da 12 persone, alla cui sommità alcuni bambini molto piccoli interpretano il ruolo degli angioletti. Il Venerdì Santo rappresenta una occasione per visitare uno dei paesi più suggestivi della Capitanata. Roseto Valfortore è stato riconosciuto dall’Anci come uno dei Borghi più belli d’Italia.