Di questa 63^ edizione del Carnevale Sipontino una cosa è, indubbiamente, vera: ha lasciato senza parole, come recita parte dello slogan promozionale. Non ci sono, infatti, termini nuovi ed esaustivi per esprimere tutta la delusione per un prodotto presuntuosamente confezionato per essere venduto come “catalizzatore turistico”, in grado di attrarre visitatori soggiornanti da ben oltre l’ambito provinciale e che si è rivelato, ahinoi, un indesiderato flop di cui avremmo volentieri fatto a meno, specie dopo la gaffe dello scorso anno di “varrecchiana” memoria.
La supponenza, la precarietà organizzativa e le discutibili scelte artistiche, e logistiche (a fronte di un contributo pubblico di oltre 212 mila euro, di cui noi del Movimento 5 Stelle chiederemo conto), ci fanno esclamare, nella migliore delle ipotesi, che la montagna ha partorito un topolino.
Quasi assenti le scuole, da sempre protagoniste. Pochi i gruppi e pochissimi i carri, di lodevole impegno (date le condizioni di lavoro), ma di mediocre fattura. Irritanti gli orari sballati, la distinzione tra astanti di serie A (piazza Marconi) e di serie B (tutto il resto del percorso). L’itinerario scarsamente transennato, ha registrato una pericolosa promiscuità fra osservatori e partecipanti, con i primi che, invadendo il tracciato, ostacolavano lo svolgimento delle esibizioni stesse, evidenziando l’inesistenza di un adeguato servizio di sicurezza.
Il Carnevale nasce come esigenza popolare di divertimento abbattendo le distanze sociali, ecco che, quindi, la “mescolanza” delle antiche sfilate aveva una sua ragione. Oggi non è più così. La nuova “governance” dell’ Agenzia del Turismo ha, decisamente, dichiarato l’obiettivo turistico, basato su una pomposa spettacolarizzazione dell’evento. Quest’ultimo, però, per essere tale, oltreché esistere, deve essere comodamente fruibile dagli ospiti e dotato degli elementi basilari, indispensabili in questo genere di manifestazioni (uno fra tutti, i servizi igienici ecologici, per spettatori e figuranti, totalmente mancanti). Così non è stato. La sottovalutazione, poi, dell’orario critico della prima parata (ore 13) dopo il quale non c’è attenzione e partecipazione che tenga, ha sapore di poca competenza. Gli ultimi gruppi, arrivati alle 14,30 in piazzale Ferri, sono stati accolti ed incoraggiati dai soli “parenti stretti” dei protagonisti. Disagi anche nella “Golden Night”, dove obbligare il corteo per corso Manfredi è apparso, più che altro, un “inchino dovuto”, che non una saggia scelta. Scambiare un ammasso confuso di gente, di intralcio allo svolgimento della manifestazione, e stati di ebbrezza diffusi (eufemistico) per un felice e gioioso coinvolgimento è modo surreale di vedere le cose.
La serata di Piazza Duomo ha avuto sì buon afflusso, con piazza gremita, ma vale la pena ricordare che negli anni passati gli stessi risultati si sono ottenuti, certamente, con meno impegno economico. Si tratta più di “desiderio di evasione”, soprattutto in questo particolare momento critico, che non di reale attrazione per l’evento stesso e per la qualità degli ospiti.
E cosa dire della serata finale allo stadio Miramare? Pessima logistica e ancor peggiore scelta degli orari e dell’artista. “Celebrità d’antan” che rivelano tutta la vetustà cognitiva ed organizzativa di chi si è proposto, invece, come “rivoluzione del nuovo”. Lo scarsissimo pubblico ne è stata forte stigmatizzazione.
Davvero con queste premesse si covava la presunzione di costituire un ghiotto boccone turistico??? Davvero si ha la spudoratezza di inneggiare, autocelebrandosi, ad una mirabolante rinascita carnascialesca??? Di certo le poche strutture alberghiere non hanno fatto salti di gioia, avendo lavorato come gli altri anni (senza carnevale), ed esclusivamente grazie alla propria capacità attrattiva. Se mai questa “formidabile macchina da guerra” meritasse una prova d’appello, dovrebbe cominciare da domani a lavorare per l’edizione 2017, perché di certo un successo turistico, in generale, ed il “Prodotto Carnevale”, in particolare, non si costruisce con i proclami, l’improvvisazione, e la supponenza del “ghe pensi mi”, ma con una umile “docta ignorantia” socratica. La consapevolezza, cioè, di non sapere tutto, ma il rendersi conto di “chi si è”, “da dove si viene” e “dove si vuole andare”.
Di certo, e per concludere, un risultato c’è stato: La copiosa, quanto inopportuna, passerella politica non è passata inosservata. I noti personaggi avrebbero potuto spendersi, però, per una miglior causa.
MOVIMENTO 5 STELLE MANFREDONIA
Bravi M5S!… stucchevole, ripetitiva e misera autocelebrazione durata un mese
Tutti insieme appassionatamente…l’importante è sorridere, tanto costoro non hanno mica problemi??!!
Ki a scritto questo articolo non sta seduto vicino al bar..Le sfilate sono state vere delusione male organizzata, arrivati in piazza marconi stava gente, poi passando la giuria e stato tutto una corsa verso la fine..Perché non fate delle piccole gradinate e fate pagare un euro per il biglietto? Il spettacolo di piazza duomo perché non facevano al campo sportivo e mettevano un biglietto da pagare?
Articolo scritto al Bar di Siponto da un pentastellato coi vecchi organizzatori (Pd, Forza Italia ecc): ecco a voi il Movimento 5 stelle di Manfredonia
è vero stanno sempre davanti alle scatole. Si fanno gli applausi e si danno i premi tra di loro! oramai è tutto in famiglia, il compare, il genero e gli amici.