Il 17 Aprile, una sola giornata di referendum contro lo Sblocca Italia ed il progetto Energas
Quando abbiamo scelto di difendere la nostra terra lo abbiamo fatto con la consapevolezza che chi si mette dalla parte dei deboli affronta molte più sconfitte che vittorie: ci sembra dunque legittimo e doveroso festeggiare la notizia del ritiro di Petroceltic Italia dal procedimento per l’autorizzazione delle ricerche e delle conseguenti trivellazioni pilota. Il ritiro della società satellite di Shell è figlio di una forte protesta popolare che ha scosso tutto il Paese: è la prova che la lotta paga. Tuttavia ancora oggi, dopo il ritiro di Petroceltic, la minaccia delle trivellazioni non è da considerarsi scongiurata: finché esisteranno le norme dello Sblocca Italia ed una classe dirigente supina ai voleri delle multinazionali il nostro mare non sarà al sicuro. Ancora oggi il ministro Guidi dichiara che “le proteste sulle ricerche in mare erano ingiustificate anche prima di questa giustificazione”, in soldoni continua a difendere e giustificare politiche di saccheggio e devastazione che nulla hanno a che fare con il territorio ed il volere popolare.
Oggi più che mai bisogna sostenere il referendum del 17 aprile contro il comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015 dello Sblocca Italia come primo passo di una lotta per imporre attraverso la tutela e la valorizzazione del nostro territorio una strada di sviluppo per creare lavoro salutare, dignitoso e stabile, nonostante la date scelta dal Governo remi decisamente contro ad una corretta ed adeguata campagna di sensibilizzazione e informazione sull’oggetto del referendum.
Un referendum che da solo non ci darà una legge, né tantomeno politiche, sufficienti a debellare questa minaccia, ma sarà un primo passo per dimostrare la nostra ferma contrarietà alle politiche intraprese da tanti, troppi Governi.
Le trivelle non si fermeranno finché non le avremo sconfitte davvero e questo risultato è raggiungibile solo con una mobilitazione popolare permanente ed intransigente, la stessa mobilitazione popolare necessaria a sconfiggere il progetto Energas. Chiediamo che la volontà popolare sia finalmente sovrana il 17 aprile esprimendosi attraverso un referendum consultivo comunale da tenersi in concomitanza con i referendum abrogativi delle norme sulle trivelle. Non ci sono scuse e non ci sono distinguo che tengano: le urne saranno già aperte ed allestite a spese dello Stato e sarà possibile indire il referendum senza ulteriori spese per la comunità ed in tempo utile perché questo dato influisca sul percorso della Conferenza dei Servizi presso Il MiSE.
Abbiamo presentato e protocollato una richiesta ufficiale al Comune di Manfredonia affinché venga approvato durante il prossimo consiglio comunale un regolamento attuativo referendario (che incredibilmente non è ancora vigente) e venga convocato per lo stesso 17 Aprile un referendum consultivo cittadino sul progetto Energas. Chiediamo alle istituzioni di pronunciarsi e di farlo in fretta, chiediamo risposte che dovrebbero già esserci e che non abbiamo la pazienza di aspettare a lungo: saremo in ogni luogo e in ogni piazza a dare forza a queste legittime richieste della città finché non riceveremo le risposte che chiediamo.
Petroceltic ha dovuto capire che qui non c’è posto per chi vuole distruggere la nostra terra ed il nostro futuro, Energas lo capirà presto.
Nota stampa
Grande sbaglio il referendum su questa questione avete dimenticato che la gente si vende per le bollette?
Svewgliamoci Manfredonia è nostra!
Mi chiedevo come il Comune intenda fare un referendum, visto che gli strumenti di partecipazione popolare sono previsti dallo statuto ma non sono regolamentati.
forza manfredonia compatti si vince sempre