Abbiamo incontrato Pino Sciannandrone, uno dei i tanti artefici del carnevale di Manfredonia. Impegnato nella costruzione dei carri allegorici dal 1962, Pino ricorda con piacere che a far nascere in lui la passione del carnevale fu il professor Tommaso Adabbo, con cui cominciò a realizzare carri proprio negli anni ’60. A quel tempo i carri si costruivano nei capannoni dell’ex Consorzio Agrario Provinciale, nei pressi della Chiesa di Sant’Andrea, Pino abitando nel rione Croce raggiungeva facilmente, e con il consenso della mamma, questo luogo che serviva anche a togliere i ragazzini dalla strada. La collaborazione continuò con Matteo Arena, e poi con Matteo Ciociola, vere e proprie colonne del nostro carnevale. Con loro Pino accumula esperienza e accresce la sua conoscenza dell’arte della cartapesta. Dagli anni ’80 collabora con Matteo Trotta. Con lui ha realizzato carri meravigliosi, che hanno allietato e rallegrato tanti dei nostri carnevali, e che sono ancora scolpiti nella memoria di chi li ha visti sfilare. Chi non ricorda Ze Peppe e Seponde sulla Vespa, oppure il Presidente degli Stati Uniti Reagan a cavalcioni di un’aquila reale? “Per realizzare le ali di quell’aquila abbiamo costruito quasi mille piume, una per una. Spesso abbiamo fatto notte perché eravamo indietro con il lavoro, e spesso mi sono addormentato lavorando al carro”. Il ruolo che Pino ha nell’organizzazione del carro è di capocantiere. Questa è una figura molto importante, perché rifornisce di materiale chi sta lavorando al carro e magari si trova in una posizione soprelevata, e quindi dovrebbe scendere spesso a terra e lasciare il lavoro. É il capocantiere che ogni sera fa la lista delle cose che mancano e se le procura, perché il lavoro possa andare avanti il giorno successivo. Il rammarico di Pino, ma anche di tutti i carristi d’annata, è che non ci sia molta collaborazione da parte delle giovani leve. Se i capannoni si trovassero più vicini alla città per tanti ragazzi sarebbe più facile raggiungerli, collaborare, e magari in futuro dare il cambio a chi realizza i carri oggi. Il sogno di Pino era quello di continuare a costruire carri nei capannoni del Consorzio e utilizzare gli altri locali come laboratori per i gruppi mascherati, che avrebbero avuto lo spazio per fare le prove delle coreografie, mentre i carri avrebbero avuto un luogo di sosta sicuro e al riparo. Insomma si sarebbe potuta realizzare in quello spazio una “cittadella del Carnevale”, un luogo disponibile, e anche visitabile, tutto l’anno. Magari un altro pezzo da aggiungere al nascente “ecomuseo”. Ma questa è un’utopia, lo sappiamo, perché quella zona ormai è proprietà privata e destinata ad altri usi. Pino, tuttavia, continuerà a coordinare i lavori di tanti carri ancora. E’ già in cantiere una nuova idea per il prossimo anno. E grazie a lui e a tutti gli artigiani della cartapesta il Carnevale di Manfredonia resterà vivo.
Mariantonietta Di Sabato
Meno male che ci sono ancora certi personaggi, con loro il carnevale è presente, vivo tutto l’anno.
Pino sei un grande.