Avevo dieci anni quando vidi per Corso Manfredi la carrozza del signor Sapone uscire dall’androne di casa sua, di fronte la Cattedrale, e sfilare per la “Strada della Piazza”, con due signore che regalavano coriandoli a tutti. Poi si fermò in Via dell’Astrologo, presso la sede dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, e le due donzelle, dopo salite, si affacciarono al balcone a dispensare ancora coriandoli e mascherine. Fu quello il mio primo approccio con le manifestazioni del Carnevale Sipontino. Era il 1978, e proprio quell’anno mio zio, l’Insegnante Beppe Ognissanti, presentò una bellissima commedia in vernacolo: si chiamava “U Suttene”, e rappresentava scene di vita del borgo marinaro. La commedia ebbe un grande successo (più volte, purtroppo, scopiazzata in malo modo) tant’è che ci fu anche una rappresentazione ad hoc; e gli alunni di mio zio (la quinta classe del Bozzelli) furono anche invitati presso il Teatro Giordano di Foggia. Quella commedia, la cui stesura del testo è di mio padre, Pasquale, fu l’inizio di una serie di rappresentazioni che il “Maestro” Beppe Ognissanti ha prodotto negli anni seguenti (commedie, farse, quadretti e poesie). Particolarissimi sono, poi, i «menù», in poesia, in dialetto sipontino, consumati presso il Circolo Unione di Manfredonia, nelle riunioni conviviali, nelle varie festività, dal Carnevale, a san Valentino a Ferragosto, ecc., degne di essere pubblicate.
Nel 1986, presso gli studi di Radio Delta, si organizzò il festival della canzone carnevalesca sipontina, dal titolo “Aria ed Arie del Carnevale”, condotto da Pasquale Ognissanti e Vincenzo Di Lascia e tanti ospiti tra i quali, Filippo de Finis, il dr. Domenico Rinaldi (già presidente dell’AAST) Gigetto Prato, Matteo Di Turo, Michele Racioppa, Raffaele Occhionero, Rita Brigida; con la presentazione in anteprima di alcuni brani, diventati ormai di dominio pubblico durante le settimane di Ze Peppe.
E poi a cavallo, tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90, i gruppi di “Frullati di frutta”, “Bellezze al bagno”, “Good Bye ‘900”, e tanti altri…
In ultimo, il mio grande “cruccio”, un’idea bella e paradossale, affossata dalla politica locale, e cioè l’Associazione Amici del Carnevale, fondata nel 1989 con Matteo Trotta Presidente, ed io a far da segretario, e che vedeva partecipare tutti i carristi e gruppisti locali (tra i quali Filomena Totaro, Orazio Ciociola, Vincenzo Giordano, Pasquale Impagnatiello, Matteo Bollino, Marco Santoro, Oronzo Farfalletta, Mimmo Guerra, Lucio Riccardi, e tanti altri amici) con un’attività decennale, scomparsa nel 2000, dopo che le varie Giunte di centro-sinistra ci avevano promesso la partecipazione nel consiglio di amministrazione dell’Istituzione Carnevale Dauno, con l’aggravante di averci fatto realizzare lo Statuto di una ipotetica Fondazione del Carnevale, ed il progetto della Cittadella del Carnevale presso l’ex Mattatoio comunale.
Dopo più di vent’anni, tutte le rassicurazioni della classe politica locale, (stessi nomi e stessi personaggi) per una nostra partecipazione attiva nella gestione del “prodotto Carnevale”, ancor oggi, non sono state mantenute. E si va avanti così, con il pressapochismo senza seria programmazione temporale.
Giovanni Ognissanti
Grazie Giovanni,
Con questo articolo mi hai fatto fare un tuffo nel (piacevolissimo) passato.
Tuo padre Pascalonia e il mio Maestro Ognissanti sono due punti di riferimento fondamentali per il Carnevale sipontino.
Ho avuto la fortuna di entrare nel “giro” successivo a quella quinta elementare che citavi: anche noi abbiamo fatto tante recite in vernacolo, culminate cinque anni dopo con una partecipazione alla sfilata principale del Carnevale con un gruppo che rappresentava arti e mestieri antichi.
Bellissime esperienze.