Lucio Dalla amava molto le Isole Tremiti, ci trascorreva il suo tempo. Sicuramente avrebbe fatto parte del fronte civile ed istituzionale che si oppone alle trivelle cercapetrolio, questo lo sapete già e conoscete anche le giuste ragioni del territorio, ambientali, turistiche, di sviluppo sostenibile, di progresso energetico che il nostro Governo sembra non voler rispettare. La sua scelta di far trivellare l’Adriatico, alla ricerca del petrolio, fanno sorgere nell’Associazione Manfredonia Nuova più di un timore, per la perdita di investimenti e posti di lavoro nel settore turistico delle Tremiti, del Gargano e di Manfredonia. Il turismo e le attività legate alle vocazioni territoriali rappresentano l’unica economia possibile, dopo il fallimento delle iniziative industriali calate dall’alto, per non parlare del settore della pesca che, nonostante la crisi del settore, rappresenta ancora una delle voci economiche più importanti per la città. Non ha senso, poi, investire nel petrolio quando la politica energetica dei Paesi più avanzati d’Europa sta puntando sulle fonti energetiche rinnovabili, per non incidere sul riscaldamento del Pianeta.
A chi giova tutto questo? Che senso ha dichiarare riserva naturale il mare delle Tremiti e poi autorizzare le trivelle? Deturpare in maniera irreversibile la bellezza del mare, dei luoghi, dei paesaggi significa uccidere l’anima della nostra terra e vietare alle generazioni future di fruirne. L’Adriatico, un mare chiuso in grande sofferenza, necessiterebbe di una seria e profonda bonifica, per liberarlo dalla plastica, dai rifiuti industriali e dalle bombe dell’ultimo conflitto dei Balcani.
Noi di Manfredonia Nuova, partecipi della battaglia contro le trivelle in Adratico ed il pericolo Energas, non esprimiamo solo proclami e urla di lotta; ma in quanto associazione culturale, non solo politica, vogliamo offrire alla cittadinanza una suggestione, che parli di mare e di uomini, detentori di grandi risorse e grandi rischi. Siamo convinti che la cultura sia conoscenza delle cose ponderata e concreta, com’era quella dei nostri vecchi, che pur non avendo frequentato “le scuole grandi”, erano apprezzati per la loro saggezza. Quel metodo ci aiuta a sapere da che parte stare, sempre e senza titubanze.
L’impegno contro ENERGAS e il NO-TRIV sono solo alcuni dei problemi su cui abbiamo tanto lavorato e sui quali siamo ancora in prima linea. Stiamo anche sviluppando un lavoro per un progressivo cambiamento nella gestione comunale. I risultati non sono sempre vistosi e immediati, ma le cose stanno cambiando. Anche sul “Riassetto del Sistema Ospedaliero della Provincia di Foggia” ci stiamo impegnando, per apportare un contributo per un potenziamento della struttura ospedaliera esistente, evitando un suo ulteriore declassamento ed eliminando, nel contempo, tutti gli sprechi.
Infine, dobbiamo dire con chiarezza che la colpa dei guasti della nostra società non è tutta dei politici. Essi sono responsabili di tante cose, compresa l’abulia che ha preso tutti, per sfiducia, disaffezione o delusione, ma non diamo tutta la colpa a loro, se vogliamo svolgere un’analisi metodica e completa. Molti adulti si dedicano al gioco delle carte, al ballo, alle chat pruriginose e non possiedono più voce, non hanno ricordi da tramandare alle nuove generazioni, avendo cancellato dalla loro mente le stagioni dei diritti, le lotte per l’occupazione e la partecipazione alle scelte politiche. Gran parte dei giovani, da parte loro, sembrano non accorgersi di quello che gli manca e, privi di memoria storica, passano le ore al bar o in pizzeria, animano la movida ed aspettano che gli anziani si facciano da parte. Di quelli che invece sentono l’impulso ad intervenire sulle questioni sociali, non tutti s’impegnano nella società e pensano sia sufficiente battere le dita sulla tastiera, spesso in anonimato, per partecipare. Essi non si rendono completamente conto che questo modo di fare consente agli speculatori, e alla politica a loro asservita, di dissipare gran parte delle risorse del pianeta. Ci si aspetterebbe soprattutto dai giovani, che sono i naturali tutori del futuro, una maggiore sensibilità verso i tanti segnali che ci manda la Terra contro l’uso distruttivo delle sue ricchezze.
Lo stesso dicasi della nostra città. Abbiamo raccolto firme per mesi, fino all’una di notte, anche il sabato e la domenica, per un futuro senza paure, ma poi, ognuno è tornato alle proprie case. Nel contempo, l’ospedale rischia di chiudere; il Centro di Riabilitazione “A. Cesarano” langue per assoluta carenza di personale, e molto altro ci è stato tolto negli anni o rischia di esserci tolto. A fronte di tutto questo, si sentono in giro solo flebili lamentazioni, alcune invettive, ma non s’avverte l’urlo della città, che ha dimenticato le dure lotte del passato, per il lavoro, per l’acqua, per l’ospedale, contro la Centrale termoelettrica, la Nave dei Veleni e l’EniChem. Non abbiamo più memoria, non sappiamo far sentire la nostra voce. La città pare anestetizzata, contemplativa, in attesa che altri s’immolino per la soluzione dei grossi problemi che ci attanagliano, senza accorgerci che se ci muoviamo tutt’insieme, in difesa della “casa comune”, non c’è nessuno da immolare o esaltare e, soprattutto, avremo l’orgoglio di dimostrare la nostra dignità di popolo, finalmente consapevole che Manfredonia sia una città da amare.
Nota stampa
Qualcuno di voi riesce a dire qualcosa sul programma di trivellazione della Croazia anchessa nell’adriatico che comprende l’isola di Palagruza proprio di fronte alle isole Tremiti.
Se non c’è un’azione comune che impedisca la trivellazione in tutto l’adriatico la battaglia che s sta conducendo non serve a niente, solo parole e confusione.
Forse le società che si stanno aggiudicando le concessioni Croate si stanno fregando le mani.
Mi aspetto un pò di chiarezza e… per favore siate più concisi, la platea di lettori non è fatta solo di letterati e laureati.
Buona fortuna