L’esponente di “Azione Pd” interviene sulle principali questioni del sistema pugliese
Dino Marino (“Azione Pd”), rilancia il dibattito sulla sanità in Puglia. “Sarebbe utile parlare di sanità con cognizione di causa – afferma l’esponente di “Azione Pd”. Mi pongo una serie di domande alle quali, sarebbe giusto che le istituzioni dessero risposte nell’interesse dei cittadini: 1) perché il piano di riordino ospedaliero proposto da Emiliano è sconosciuto persino ai consiglieri regionali? 2) Perché la proposta di piano di riordino ospedaliero è stata bocciata dai funzionari del ministero della salute;
3) per restare fuori dal piano di rientro, la Regione doveva approvare il piano di riordino entro il 31/12/2015, pena il ritorno nel piano di rientro, quindi il blocco delle assunzioni;
4) la Puglia aveva già dal 31/12/2013, essendo uscita dal piano di rientro, la possibilità di assumere circa 2000 lavoratori. Non si capisce, perciò, perché, i direttori generali, anche quelli nominati da Emiliano, non abbiano ancora provveduto alle assunzioni tramite i concorsi;
5) perché ora si vuole incriminare il governo per le incapacità della Regione a mantenere i patti”.
Per Marino “siamo alle solite; da noi si dice “gli asini litigano e i barili si rompono”. Non diamo agli altri colpe sulla nostra incapacità di intervenire sul sistema sanitario, con la conseguenza di mandare in tilt il sistema e con esso il diritto alla salute dei cittadini. La Capitanata si deve fare portatrice di una qualità più alta dei nostri ospedali, andando anche oltre la Pentapoli. Dobbiamo, perciò, puntare a San Severo, San Giovanni, Manfredonia, Foggia, Lucera e Cerignola, ognuna con il proprio ospedale, inserite in un nuovo sistema che differenzi le risposte sanitarie, dentro una visione diversa dell’organizzazione del lavoro. Dando nuovo impulso alla medicina di territorio e centralizzando gli acquisti a livello regionale”.