“L’integrazione degli immigrati e dei loro figli è un tema strategico per il futuro, sociale ed economico, dell’Italia e dell’Unione Europea. La loro partecipazione attiva alla vita comunitaria è una condizione imprescindibile per ottenere maggiore coesione nel Paese ed intraprendere un reale percorso di integrazione”. Lo afferma l’on. Michele Bordo, presidente della Commissione Politiche UE della Camera e coordinatore del Comitato di reggenza del Partito Democratico di Capitanata, che ha promosso l’incontro sul tema Legge sulla cittadinanza – Una norma di civiltà attesa da una nuova generazione di italiani.
Venerdì 15 gennaio, a partire dalle ore 18.00, nella Sala della Ruota di Palazzo Dogana (piazza XX Settembre) ne discuteranno: i deputati del PD Michele Bordo e Khalid Chaouky (coordinatore dell’Intergruppo parlamentare Immigrazione e Cittadinanza); Antonio Russo, responsabile nazionale area Immigrazione di Acli; Gianpaolo Maria Ruotolo, docente aggregato di Diritto internazionale dell’Università di Foggia. Gli interventi saranno moderati da Massimiliano Arena, esperto di Diritto dell’immigrazione, e preceduti dai saluti del presidente della Provincia di Foggia Francesco Miglio e del segretario cittadino del PD Mariano Rauseo.
“Il tema dell’immigrazione e dell’integrazione è regolarmente evocato da chi, per convenienza elettorale, si limita a fomentare paure e rifiuta di comprendere e far comprendere la portata storica e la complessità di quanto sta accadendo.
La migrazione è un fenomeno di portata mondiale che può essere gestito, in Italia e in Europa, solo affermando la piena simmetria tra diritti di cittadinanza, diritti di circolazione e diritti d’asilo.
E quando si parla di cittadinanza si fa riferimento alla comunità di stranieri, residente legalmente in Italia da tanto tempo, che ha deciso di lavorare, vivere, comporre una famiglia nella nostra comunità. In particolare, la nuova legge sulla cittadinanza è rivolta ai figli di questi immigrati, nati e cresciuti in Italia, italiani a tutti gli effetti, tranne che formalmente.
Ragazze e ragazzi ai quali chiediamo di condividere e rispettare i nostri doveri civici – conclude Michele Bordo – ma ai quali neghiamo i diritti che discendono dall’essere cittadini italiani. E’ tempo di cambiare”.