In occasione della VI edizione “Torre dei Giganti in Door”, è stato organizzato dall’ARCI nuova gestione di Monte S. Angelo, un interessantissimo dibattito dove hanno preso parte i presidi dei dipendenti della Manfredonia Vetro, della Vetrotec 2 e del collettivo in Apnea oltre che dai soci dell’Arci stessa.
Gli interventi che si sono susseguiti, sono stati tutti estremamente interessanti, a parlare per conto della Manfredonia Vetro c’erano Lucia Piemontese e Alfredo Ferrato, ambedue dipendenti della medesima fabbrica, mentre per la Vetrotec 2 c’era Antonio Cotrufo, Angelo e Matteo hanno parlato della lotta che il collettivo Apnea sta conducendo per evitare la costruzione della centrale di gas.
La serata è stata coordinata dal dott. Pasquale la Torre dell’Arci di Monte S. Angelo.
Scarsa la partecipazione di pubblico, la società civile è ancora impegnata nei festeggiamenti – ci dice uno del pubblico -, ma l’assenza più rumorosa è stata quella dei partiti e dei sindacati che probabilmente hanno snobbato l’iniziativa poiché non erano presenti le telecamere, ci dicono alcuni dei lavoratori presenti ed amareggiati per le assenze da loro stessi sottolineate.
Abbattere gli steccati ideologici è necessario in un momento storico in cui manca la solidarietà tra i lavoratori in situazioni precarie come quelli che in questi anni, hanno perso il posto di lavoro e coloro che fortunatamente reggono e non sono ancora stati espulsi dal sistema produttivo.
Dai racconti dei lavoratori della Manfredonia vetro, emergono scenari disastrosi, poiché le famiglie dei lavoratori si sono trovati ad affrontare una emergenza economica di un anno intero.
Famiglie monoreddito che si sono trovate a chiedere soldi in prestito anche solo per comprare medicine, trovandosi a distanza di poco tempo senza risorse economiche ma con i debiti.
Famiglie che da un giorno all’altro si sono trovati sequestrati i mobili o pignorate le abitazioni perché avevano contratto un mutuo che non sono riusciti ad onorare.
Situazioni che dovrebbero far riflettere chi oggi non vive questi disagi ma che dovrebbe lottare con chi è in difficoltà, parole queste che tuonano dal palco e che risuonano come un mea culpa da parte degli stessi interlocutori che ricordano i tempi passati quando erano gli altri a perdere il posto di lavoro, vedi i dipendenti della ex IBF ed anche INSIDE.
Tra i tanti lati negativi di queste vicende emergono delle situazioni positive, la solidarietà nata tra i lavoratori del presidio – dice Alfredo – è un motore che ci ha fatto andare avanti. C’è stata una rivoluzione culturale – dice Lucia – perché si è preso coscienza che bisogna lottare ed essere propositivi, prendere merda in faccia per un anno – continua Lucia – ci ha fatto ritrovare uniti tra noi, saremmo capaci di prendere l’azienda e gestirla direttamente se ce ne fosse la necessità – conclude Lucia, ma gli fa eco anche Pasquale, convinto di questa proposta-.
Su una cosa sono tutti concordi, questa iniziativa non deve morire tra le mura del teatro delle Clarisse di Monte S. Angelo, ma deve diventare il punto iniziale di una battaglia da condurre tutti uniti per riprendere il controllo del territorio.
Marta di Bari