Domenica 22 Dicembre 2024

Di fabbrica si muore, se ne parla domani…

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“Se sentite di stare nel giusto, andate avanti senza alcun timore” (N. Lovecchio)

Nel 1994, Nicola Lovecchio, operaio del petrolchimico Enichem di Manfredonia, scopre di avere un tumore ai polmoni.
Insieme al medico Maurizio Portaluri, avvia un’indagine denunciando la fabbrica per l’incidente del 1976.

Oggi, a 21 anni di distanza, sentiamo che quella lotta vive ancora nella nostra sete di giustizia e verità. L’esigenza di non disperdere quella lotta, e di tenerla viva, prende casa nella nostra città.

In via S. Chiara n.31, Giovedì 10 Dicembre, si inaugura lo spazio popolare autogestito “Nicola Lovecchio”.

Iniziamo a parlarne con Maurizio Portaluri, oncologo di N. Lovecchio e autore del libro “Di fabbrica si muore”. Dopo la breve presentazione del suo libro, seguirà una discussione aperta alla città.

QUALE PERCORSO CI HA PORTATO AD UNO SPAZIO POPOLARE AUTOGESTITO QUI A MANFREDONIA?

Un appello a chi sente di stare nel giusto, per andare avanti senza alcun timore

“Se sentite di stare nel giusto, andate avanti senza alcun timore. (N.Lovecchio) “

In questi mesi abbiamo conosciuto qualcosa di straordinario che ci ha lasciato senza respiro: la nostra città. Di fronte alla minaccia che il mega-deposito gpl ha portato nelle nostre vite abbiamo visto sorgere energie nuove, speranze ribelli ed una volontà di cambiamento che non ammette ripensamenti. In questi mesi tante e tanti si sono uniti nel percorso che ha dato vita al movimento NO Energas: è nato un movimento a forte trazione giovanile che contesta non solo la costruzione del mega-deposito GPL, ma le politiche di sviluppo che fino ad ora sono state propinate al nostro territorio. Si tratta di un movimento spontaneo ed autorganizzato che si muove dal basso contro chi, dall’alto, ci ha imposto un modello di sviluppo che non dà futuro alla nostra terra e alle nostre vite, che devasta il territorio e ci lascia nella povertà e nella disoccupazione. Una scossa di intelligenza e di orgoglio che ha risvegliato una città ancora addormentata sugli incubi dell’ex-Enichem e del contratto d’area: pensare di distruggere il territorio ed impegnare denaro pubblico per produrre posti di lavoro attraverso aziende inquinanti che non hanno nulla a che spartire con le potenzialità del territorio significa distruggere i punti di forza su cui dovrebbe fondarsi la nostra economia, regalare profitti a grandi gruppi industriali non legati al territorio e ritrovarsi più poveri e più disarmati di prima di fronte ai fallimenti ampiamente prevedibili, magari con la necessità di bonifiche eterne ed inefficaci di ampie porzioni di territorio, ovviamente a spese della collettività.
Una città nuova si è mossa tra le strade della città vecchia e la ha risvegliata: contro la conferenza dei servizi chiusa nelle stanze di Roma e barricata dallo Sblocca Italia si è levata la Conferenza dei Diritti a riprendere la lotta contro l’inquinamento coloniale, per la salvaguardia dell’ambiente e per il diritto alla salute che le nostre madri e le nostre nonne avevano ingaggiato nel 1988 contro la Nave dei Veleni. Abbiamo raccolto il testimone di quella lotta perché non potevamo fare altro: oggi come allora è necessario costruire un osservatorio permanente di tutela della salute e di costruzione di nuove prospettive di sviluppo, oggi come allora Manfredonia ha bisogno di figlie e figlie che lottino per lei, oggi come allora Manfredonia vuole lottare.
In questi giorni abbiamo appreso la volontà di Energas di provocare la città con una sede di propaganda nel cuore della città: è necessaria una risposta ad una vile propaganda priva di argomenti che non siano menzogne ed odore di soldi. Il movimento che abbiamo costruito non deve disperdersi ma deve accettare la sfida, la città nuova che abbiamo messo in moto bussa già alle porte della città vecchia e chiede di prendere casa: Manfredonia ha bisogno di uno Spazio Popolare Autogestito in cui costruire con l’incontro e la contaminazione un vero movimento che ancora manca alla città.
Noi ragazzi e ragazze del Collettivo InApnea lanciamo questo appello per creare una campagna collettiva per costruire nella nostra città uno Spazio Popolare Autogestito che appartenga a tutti i cittadini le cittadine perché pensato, costruito ed abitato da tutti i cittadini e le cittadine in maniera collettiva ed autogestita.
Non intendiamo dirigere la lotta di un popolo, chiediamo di fare parte della lotta di un popolo e per questo crediamo che sia indispensabile uno spazio in cui si possa fare politica intesa come lotta per i diritti e non per i voti, cultura intesa come diritto alla libertà e alla crescita individuale e non come intrattenimento e profitto, etica intesa non come scelta perbenista ma come risposta di una comunità consapevole e nemica di ogni qualunquismo e conformismo: Manfredonia merita uno Spazio Autogestito.
Da dove partire? Come cominciare? Dimostrando che è possibile e che vale la pena: abbiamo deciso di rispondere alla arroganza della multinazionale Q8 aprendo uno spazio in centro destinato a questo percorso con le nostre forze e la nostra determinazione. Saranno pochi metri quadrati, troppo pochi per tutto quello che dovranno contenere, ma partiamo da questi e mettiamo un primo passo per costruire uno Spazio Autogestito all’altezza della nostra città.
L’appello è a tutte le energie possibili per realizzare questo progetto: chi può lasciare una piccola donazione, chi vuole donare un vecchio mobile, chi può mettere a disposizione il suo talento per iniziative di autofinanziamento, chi vuole mettere a disposizione il suo tempo… ciascuno offra secondo le sue possibilità ed entri in un progetto di tutti e per tutti. Alle istituzioni, anche il loro contributo è ben accetto, chiediamo di mettere a disposizione uno dei tanti spazi in stato di abbandono e di degrado perché sia riqualificato dall’azione dei cittadini e torni ad essere patrimonio della città e delle tante associazioni in cerca di un luogo gratuito ed ospitale per le loro attività: uno spazio non per noi, ma per tutta la Città.

Convocheremo presto una assemblea pubblica, da qui parte questa nuova avventura: Manfredonia avrà il suo Spazio Autogestito.
Ci sarà chi dirà che non si può fare e chi accamperà mille scuse: Manfredonia crede di stare nel giusto e va avanti, senza alcun timore.
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Articolo presente in:
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