Più di duemila cinquecento posti di lavoro assicurati, 887 posti letto, 1.244.126 prestazioni ambulatoriali più di 60mila casi trattati all’anno, che, come confermato anche dai dati del Ministero della Salute, risultano molto più complessi rispetto alla media regionale e nazionale. Un centro di medicina rigenerativa costato 14 milioni di euro e realizzato in 18 mesi: cinque piani in cui ricerca e innovazione convivono con l’obiettivo di dare risposte al bisogno di cura del malato.
Mettere al centro della propria missione la persona malata e la sua famiglia significa per Casa Sollievo della Sofferenza farsi carico di un complesso di bisogni, difficoltà e fragilità che negli anni hanno sempre più trovato una risposta piena di umanità e di efficacia. È questo il senso intrinseco del Bilancio di Missione di Casa Sollievo della Sofferenza, che ai freddi numeri riesce a dar corpo con un’attenzione verso la cura del malato.
L’ospedale voluto da San Pio da Pietrelcina unisce a un polo tecnologicamente avanzato la centralità dell’uomo e la carità verso l’indigente. «Nel nostro bilancio – ha spiegato Domenico Crupi, Direttore generale di Casa Sollievo – più di 600mila euro sono infatti destinati a chi diversamente non sarebbe in grado di sostenere i costi di soggiorno per garantire l’assistenza ai familiari».
L’ospedale, costruito dove c’erano pietre e in cima a una montagna, oggi è patrimonio della Puglia e dell’Italia ed è riconosciuto come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) nell’ambito delle “malattie genetiche, terapie innovative e medicina rigenerativa”; a questo si aggiungono interessanti iniziative nella robotica destinate all’assistenza agli anziani con l’aiuto di un robot. «L’Ospedale per i progetti di ricerca – spiega ancora Crupi – collabora con il sistema delle PMI, con le Università e con altri centri di ricerca internazionali». Sono circa 310 le aziende pugliesi che si muovono nell’indotto di Casa Sollievo.
Terapie cellulari, terapie geniche e protesi costituite da biomateriali sono i tre cardini su cui si fonda ISBReMIT, l’istituto di medicina rigenerativa inaugurato lo scorso settembre.
Tra i primi in Italia, l’Ospedale di San Giovanni Rotondo, dopo il Bilancio Economico Finanziario, ha sentito l’esigenza di certificare anche il suo Bilancio di Missione, da parte di una società indipendente, la Deloitte & Touche Spa, che ha attestato la conformità del documento alle linee guida riconosciute a livello internazionale. «Un bilancio quest’anno sottoposto a revisione esterna che rafforza il nostro impegno e le nostre politiche gestionali per una sostenibilità economica, sociale e ambientale. Presentare il proprio bilancio – ha detto ai giornalisti il dottor Crupi – non vuol dire fare un esercizio di autoreferenzialità, ma è legato a un bisogno di trasparenza; vogliamo raccontare come utilizziamo il denaro pubblico e quello frutto delle donazioni e per testimoniare l’impegno e l’efficienza di un sistema complesso che garantisce un equilibrio di bilancio assicurando servizi di cura e livelli occupazionali».
L’incontro con i giornalisti ha avuto uno scenario privilegiato e altamente significativo, la sala stampa della presidenza della Regione Puglia. «Prosegue un percorso di dialogo e di collaborazione con la Regione – conclude il Direttore Generale. Ci sentiamo parte del sistema e auspichiamo che la comunità sia con noi nella consapevolezza che la Puglia ha un potenziale enorme in termini umani e scientifici ed è per questo che l’Ospedale con il suo centro di ricerca auspica di diventare catalizzatore delle tante menti eccellenti del nostro territorio che per troppi anni son dovute emigrare anche all’estero».
Bravo, così Emiliano puo chiudere tanti ospedali. ci siete voi a che serve la sanità pubblica? chiudiamola pure.