Una leggenda dice che San Francesco, nel suo pellegrinaggio verso la Grotta di San Michele, dopo una notte trascorsa a dormire sulla nuda roccia nell’eremo ‘La Rondinella’, costruito in una posizione ardita sul fianco destro del canyon di valle Campanile, guardando dall’alto il golfo di Manfredonia e la pianura del Tavoliere, abbia esclamato: ‘’Dio, ti ringrazio per aver creato un posto così bello’’.
E’ una leggenda che per nulla si discosta dalla verità. Infatti, se ti capita la fortuna di arrampicarti su quel costone di Pulsano che ha accolto una miriade di uomini dediti al lavoro e alla preghiera e se ti soffermi ad osservare Manfredonia che si estende ai suoi piedi, ti accorgi che le parole di San Francesco non sono esagerazioni. Sono il frutto di una grande potenza creatrice che ha modellato nei millenni la morfologia del nostro territorio, su cui, poi, sono stati innestati, da parte dell’uomo, elementi di primaria necessità utili alla sopravvivenza della popolazione.
E questi elementi (la distesa dei fichidindia che anima ancora oggi, sia pure in maniera ridotta, la nostra campagna, gli uliveti, i mandorleti, i vigneti generosamente impiantati sin dal Settecento, le strutture ricettive della transumanza, le tante ville rustiche dei detentori del potere politico ed economico di una volta, ecc.) ben si armonizzano nel paesaggio e costituiscono di per sé testimonianze di un passato glorioso che ci sforziamo di conservare con particolare cura.
Un passato ricco di monumenti, di tradizioni, di pensiero, di cultura, di aspirazioni, di rivendicazioni che hanno portato, come logica conseguenza, ad una identità specifica del nostro essere manfredoniano. Un passato ricco anche di tanti beni archeologici che tutti ci invidiano. Molti dei quali ancora sotterrati che non sarebbe un delitto portarli alla luce del sole. Non tutti sanno, infatti, che al di sopra del vallone di Pulsano, esattamente nei pressi della frazione Tomaiuolo, c’è l’insediamento di Monteleone che risale al periodo dei Dauni; non tutti sanno che a Santo Spiriticchio, a qualche chilometro da Siponto antica, c’è un altro insediamento, alquanto vasto, su cui, a livello superficiale, è possibile reperire pezzi multicronologici la cui importanza non è affatto dubbia a detta di archeologi che li hanno visionati.
Ora, su questo insediamento (badate bene, proprio al centro di esso) si vuole caparbiamente istallare un mega deposito di GPL che comporterà un travolgimento dell’aspetto paesaggistico ed una trasformazione della realtà territoriale con la costruzione di una nuova tratta ferroviaria, di un lungo gasdotto che attraverserà una zona sottoposta a vincolo archeologico (l’antica laguna di Siponto, dove è accertata la presenza di un porto romano interrato), costeggerà gli ipogei Capparelli che, dopo il recente restauro, sono da considerare un nuovo gioiello da tenere sotto gelosa custodia.
Non si poteva scegliere posto migliore per insediare un impianto di tal fatta! I responsabili dello sciagurato progetto dovrebbero sapere che i depositi, specialmente quelli ‘‘a rischio di incidente rilevante’’, vanno ubicati lontano dalle emergenze architettoniche (masseria Pariti con tutti i suoi lamioni, testimonianza rilevante per aver accolto centinaia di migliaia di pecore della transumanza; masseria Santo Spirito, la cui storia dovrebbe indurci ad essere rispettosi; masseria Capparelli, che molto probabilmente ospiterà il Museo etnografico di Siponto; ecc.); lontano dai complessi monastici (San Leonardo, attualmente in restauro, noto soprattutto per aver offerto ospitalità a milioni di pellegrini diretti verso Monte Sant’Angelo); lontano dai tanti siti archeologici che sono diffusi sul nostro territorio (Siponto, Mascherone, Monte Aquilone, Coppa Nevigata, villaggi trincerati, uno dei quali pare sia ubicato ad un centinaio di metri da Santo Spiriticchio, ecc.); lontano dalle zone di subsidenza e da quelle in cui possono verificarsi disastri a causa di scosse sismiche; lontano dai luoghi interessati da faglie (ben tre sono attestate nelle zone limitrofe) e lontano dagli aeroporti dove, nel caso nostro, in quel di Amendola, fra poco, vedremo volare gli F35.
E’ dovere morale di tutti i cittadini prendere coscienza della ricchezza del patrimonio artistico, archeologico, storico. Patrimonio che va valorizzato e pubblicizzato in ambiti più vasti perché possa realizzarsi quella sacrosanta, giusta e naturale vocazione del territorio che vuole indirizzare i suoi sforzi verso il turismo. Le nostre spiagge non sono da meno di quelle, molto più note, di Rimini, Riccione, Cattolica, i cui abitanti, grazie ad esse e alla loro intraprendenza imprenditoriale, hanno visto rimpinguarsi le tasche con cospicui guadagni.
Convinciamoci che le nostre carte sono in regola. Abbiamo un clima invidiabile (il 7° migliore del mondo in base ad una indagine di qualche anno fa), un retroterra collinare (la Montagna) che, se opportunamente sviluppato, può offrire refrigerio ed opportunità abitative durante l’estate. Abbiamo le zone umide sipontine (ultimamente oggetto di riprese da parte di una televisione coreana) che possono diventare volano trainante per un turismo naturalistico da offrire non solo alle scolaresche. Abbiamo un’agricoltura fiorente che ben si coniuga con il turismo e non con l’industria, specialmente con quella ‘gasiera’ non più appetibile che si cerca di propinare ancora con il precipuo scopo di farla passare come ‘‘infrastruttura strategica’’ per accedere al cosiddetto ‘‘fattore garanzia’’.
Abbiamo il dovere di difendere questi nostri beni. Non offriamo a nessuno la possibilità di deturpare e sfregiare la bellezza del nostro territorio. Tutelarlo e proteggere le potenzialità in esso insite è l’atto più nobile che si possa indirizzare verso quel senso civico che, attraverso la consapevolezza e la valorizzazione dei propri beni, di qualsiasi natura essi siano, arricchisce lo spirito allontanando l’uomo dall’ignoranza e dall’indifferenza.
Tommaso Prencipe
COLGO L’OCCASIONE PER PORGERE LE MIE CONGRATULAZIONI AL PROF. TOMMASO PRENCIPE, GRANDE STUDIOSO APPASSIONATO NONCHE’ PALADINO DEL NOSTRO PATRIMONIO STORICO-CULTURALE LOCALE.UNO TRA I MIGLIORI INTELLETTUALI DEL NOSTRO TERRITORIO CHE TANTO CI ONORA.
COLGO L’OCCASIONE PER COMPLIMENTARMI CON TOMMASO PRENCIPE,GRANDE STUDIOSO E PALADINO DEL PATRIMONIO STORICO-CULTURALE DEL NOSTRO TERRITORIO SEMPRE INSIDIATO.
Insieme al turismo, all’agricoltura e al mare, bisogna sviluppare queste iniziative produttivo-energetiche e logistiche. https://www.youtube.com/watch?v=49NZPki4gR8.
NO A QUESTA TERRIBILE QUANTITA’ ANZI MOSTRUOSA DI GPL ALLE PORTE DELLA CITTA’ E NON AL DETURPAMENTO DEI FONDALI, DEL MARE E DEL TERRITORIO.
chi scrive queste cose non ha capito che Manfredonia ha bisogno di lavoro…
NO ENERGAS, SI A COSA?
Con l’insediamento dellarea industria Pip si è distrutto il territorio della gallina prataiola, qualcuno ha detto qualcosa?
AMBIENTE SI, ENERGAS NO, ma proponiamo uno sviluppo industriale compatibile non scriviamo solo x dire qualcosa che è fumo. troppa gente ha fame di lavoro…