Giovedì 21 Novembre 2024

Operazione calore pulito sicuro, tasse dissimulate (di P. Delle Noci)

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 “Dal 1° ottobre 2015 è partita la campagna delle operazioni di controllo degli impianti termici. Si invitano pertanto i proprietari o utilizzatori di un impianto termico a mettersi in regola”. Così recita un manifesto affisso sui muri della città di Manfredonia. L’operazione termina il 31 gennaio 2016. E’ un adempimento nel rispetto della direttiva europea 2002 del 1991 recepita dall’Italia. Tra leggi e decreti vari, nel 2005 l’Italia emana il decreto legislativo 192/05. Il decreto presenta diverse problematiche interpretative per cui il legislatore è intervenuto con il regolamento attuativo del D.Lgs.192/05, emanando il D.p.r. 16 aprile 2013 n. 74 in vigore dal 12 luglio 2013.Il regolamento dovrebbe fare chiarezza e uniformare i comportamenti su tutto il territorio nazionale. Questo non succede per cui le direttive europee diventano, per i governanti italiani, il pretesto per infierire, nei confronti dei cittadini, con tassazioni e vessazioni; discolpandosi poi con pilateschi scaricabarile. La colpa è sempre degli altri. I comuni scaricano le responsabilità sul governo centrale che, a sua volta, si scagiona additando l’Europa. Entro il 31 dicembre 2014 le regioni avrebbero dovuto istituire ed attivare il Catasto unico regionale degli impianti termici denominato “CIRCE” (Catasto Impianti e Rapporti di Controllo di Efficienza energetica). A Manfredonia l’iniziativa è partita a fine 2015, non in violazione alla legge ma perchè la maga CIRCE pugliese ha stregato il governo del rottamatore.

Ora Manfredonia si dota dello strumento calore pulito e sicuro. La prima questione che salta all’occhio è l’improvvisata organizzazione messa in piedi per creare il catasto degli impianti. Un catasto che, il comune di Manfredonia, poteva reperire rivolgendosi all’unica società che da sempre gestisce gli impianti del Gas nella nostra città. La società è in grado di fornire gli intestatari e/o utilizzatori degli impianti con relativi indirizzi.Inoltre, per facilitare il compito ai cittadini che pagano le tasse, poteva reperire, tramite la Camera di Commercio, indirizzi e nominativi delle ditte e dei tecnici abilitati ai sensi del D.M. 37/08. La documentazione necessaria per i vari adempimenti; modulistica e libretto degli impianti, si poteva mettere in rete per consentire ai tecnici di scaricarla e utilizzarla per gli interventi.Completate le due semplici operazioni, il comune avrebbe potuto inviare ai cittadini, intestatari o conduttori degli impianti, una lettera con le dettagliate informazioni; specificando che trattasi di un obbligo. Una tutela per i cittadini che, oltretutto, è anche un obbligo previsto dal decreto legislativo: “… in un quadro di azioni che promuova la tutela degli interessi degli utenti e dei consumatori, ivi comprese informazione, sensibilizzazione ed assistenza all’utenza …”In questo modo i compiti del cittadino si sarebbero limitati a contattare una ditta o un tecnico con i requisiti richiesti dalla legge. Il tecnico, scaricata dalla rete del comune la documentazione necessaria, si reca dal cliente, esegue la manutenzione e compila la modulistica e libretto d’impianto.

Un’amministrazione attenta alle problematiche dei cittadini, avrebbe dovuto attivarsi per un protocollo d’intesa, acquisendo la disponibilità di ditte e tecnici disposti ad aderire a un calmierato costo dell’intervento.Una legge che costringe i cittadini a determinati obblighi, dovrebbe, allo stesso modo, creare le condizioni atte a scongiurare possibili speculazioni. All’obbligo per i cittadini dovrebbe seguire l’obbligo, per i prestatori di servizi, di adottare parcelle univoche per lo stesso servizio. Invece tutto viene finalizzato a fare cassa, creare strumenti mercificatori e lasciare il cittadino nella giungla delle mangrovie burocratiche. All’inizio della campagna operazione calore pulito sicuro, a una precisa richiesta è emerso che non esisteva un elenco di ditte o tecnici abilitati. Il giorno 3 novembre 2015, finalmente, l’ufficio preposto era in possesso di un elenco di undici, tra ditte e tecnici abilitati. Il mercato è libero e il cittadino deve subire le libere richieste di parcelle inspiegabili. Inoltre, contattando alcuni tecnici, si riscontra una accentuata forbice nei costi per gli interventi. Il risultato di questa improvvisazione è che una larga fetta di cittadini non sa ancora di dover adempiere all’obbligo di legge. Quali saranno le azioni da mettere in campo per raggiungere questa larga fetta di cittadini? Non si vorrà mica continuare con il solito ritornello che la legge non ammette ignoranza. Il compito prioritario per una buona amministrazione è informare il cittadino con strumenti idonei e non aggravandolo di ulteriori disagi.Per molti cittadini, che non riescono ad arrivare alla terza settimana del mese, è una mannaia che si aggiunge alle bollette di luce, acqua, gas, tari, tasi, tv e chi più ne ha più ne metta. Il costo minimo per la manutenzione della caldaia è di 80 euro a cui bisogna aggiungere 16 euro più 1,50 euro per il bollettino postale. 97,50 euro che per molti rappresenta la sopravvivenza per due settimane. Con i cittadini che non ce la fanno come la mettiamo? Chiudiamo gli occhi per gli amici?Ci sono poi alcune questioni che andrebbero chiarite. Visto che facciamo parte della stessa Puglia perché la quota da pagare con il bollettino varia da comune a comune? Inoltre queste attività producono redditi e posti di lavoro che a loro volta diventano entrate per la finanza pubblica. Le quote pagate per la manutenzione sono deducibili, detraibili o cosa? Purtroppo, i partitocrate che legiferano, continuano a serbare i loro privilegi e tartassano i cittadini lasciandoli privi di qualsiasi garanzia e protezione.Il D.P.R. 16 aprile 2013 n.74 stabilisce all’allegato A, che allego, la periodicità dei controlli di efficienza energetica. Per gli impianti con generatore di calore a fiamma, alimentati a gas metano o gpl, i controlli di efficienza energetica si fanno ogni 4 anni. Quindi, il bollettino di 16 euro dovrebbe essere pagato ogni 4 anni, così come adottato in altre parti d’Italia; a Manfredonia si deve pagare ogni 2 anni. Un altro modo per fare cassa.

L’operazione calore pulito sicuro si può senza ombra di dubbio annoverare tra le innumerevoli tasse di cui il cittadino è semplice vittima. Lo dimostra la furberia del legislatore nella formulazione del decreto: “… All’attuazione del presente decreto … si dovrà provvedere con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Cioè ogni amministrazione locale faccia come crede nel tartassare i cittadini

Mentre tutto questo accade, loro stanno a guardare! Allego allegato A e il link di riferimento del Dpr 16/04/2013 n.74:http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/06/27/13G00114/sg 

allegato A 

 

Pino Delle Noci

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  • Ottimo articolo.

    Bravo Pino 12/11/2015 23:58 Rispondi
  • A fronte di questo art.chiedo:è possibile denunciare il tutto ad una ass.di consum.e/o simile?E’ possibile che un comunque rappres. locale di dette ass.non sia in grado di intervenire in merito,fosse anche per propaganda?.Forse si temono ritorsioni o altro?.C’è qualcuno che se la sente di dare una risposta a queste mie domande?.

    Mario 12/11/2015 17:45 Rispondi

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