L’Organo della Cattedrale restituito al suo antico splendore

Giorno di giubilo per la comunità parrocchiale della Cattedrale “S. Lorenzo Majorano” e l’intera città di Manfredonia. L’organo risalente al XIX sec., recentemente restaurato, è stato restituito al suo antico splendore. Dopo circa sessant’anni di “forzato” silenzio, la magnificenza delle note emanate dalle sue venticinque canne hanno ripreso ad inondare con il loro soave suono le pareti della chiesa. Il 31 ottobre scorso, si è tenuto il Concerto inaugurale dalla splendida Corale Polifonica “César Franck” di Manfredonia diretta dal M° Lucrezia M. Armiento. Notevole la partecipazione dei fedeli che occupavano ogni ordine di posti. S. E. Mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo, dopo aver benedetto l’Organo, ha rivolto un caloroso saluto e ringraziamento a quanti hanno reso possibile questo sogno. “Finalmente – ha detto – dopo anni di silenzio, con l’Organo della Cattedrale opportunamente restaurato, oltre a ritornare ad essere strumento per eccellenza per le funzioni religiose, è tornato un pezzo di storia della nostra chiesa. Un dono che l’arcivescovo Vincenzo Taglialatela (1854-1868) volle fare a Manfredonia, dopo aver portato a termine i lavori della Cattedrale, riaprendola al culto il 21 novembre 1855. In quella occasione, egli consacrò l’altare maggiore e gli altri quattro altari laterali, di cui, due furono donati dallo stesso con i paramenti e gli arredi sacri”. Alquanto compiaciuto Mons. Castoro ha sottolineato, infine, che il restauro dell’organo è l’ultimo di una lunga serie di interventi sulle pregevoli opere presenti in Cattedrale, dopo quelli del meraviglioso Crocifisso di S. Leonardo, della Madonna di Siponto, della Sipontina, di S. Lorenzo Majorano, del Cristo alla colonna, ai quali si aggiunge la prossima apertura del Museo diocesano. Tutto questo è stato possibile grazie al generoso contributo dei tanti benefattori, come i lavori di restauro della cassa lignea della cantoria e dell’organo a canne, magistralmente eseguiti dall’Impresa “Il Cenacolo – Conoscere e Conservare” di Roma e finanziati in parte con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia. A molti, come chi scrive, riascoltare il suono dell’organo sono tornati alla mente tanti ricordi della fanciullezza.

In particolare quando, “’Ngicche” (Francesco) l’organista, con la sua possente voce intonava i canti sacri e noi ragazzini che frequentavamo la parrocchia facevamo a gara per azionarne il mantice. La storia del suo restauro ci porta indietro di alcuni anni, quando l’allora parroco, il compianto don Mario Carmone tentò l’ardua impresa, suo malgrado, senza riuscirvi a causa di alterne vicende. Oltre alla suggestiva cerimonia, il momento più solenne è stato il concerto per organo e tromba che ha evidenziato l’eccezionale preparazione professionale dell’intera Corale che ha eseguito brani di autori famosi come J. S. Bach, C. Gounod, A. Vivaldi, G. F. Haendel, E. Elgar. Ottima la prestazione dei solisti, il M° Pasquale Impagliatelli (organo) e il M° Antonio Carretta (tromba) magistralmente diretti da Lucrezia M. Armiento. I loro virtuosismi hanno mandato in visibilio il pubblico presente con ripetuti, interminabili applausi. Al termine, il parroco don Fernando Piccoli, visibilmente commosso, ha speso parole di ringraziamento nei confronti di quanti, nessuno escluso, si sono adoperati perché il sogno di restituire alla Cattedrale l’organo divenisse realtà. Con un particolare ringraziamento a S. E. Mons. Castoro per il suo paterno, appassionato interessamento. “L’auspicio è – ha concluso don Fernando – che l’incontro di questa sera possa essere l’inizio di una lunga serie di concerti perché, attraverso la musica si eleva la potenza di Dio”.

Matteo di Sabato