Sono oltre 14mila le donne iscritte in tutta la Capitanata allo Spi, il Sindacato dei Pensionati della Cgil. A Foggia sono la maggioranza, poiché rappresentano il 57% su un totale di 3.500 tesserati. Domani, martedì 10 novembre, dalle ore 16 nella Sala Rosa del Palazzetto dell’Arte, si svolgerà l’Assemblea provinciale sul ruolo del coordinamento donne nello Spi Cgil: “Donne e pensionate: partecipare per contare”. Sarà Tina Pizzolo, responsabile del Coordinamento Donne Spi Foggia, a introdurre i temi dell’assemblea. A seguire, interverranno: Franco Persiano, segretario provinciale Spi Cgil Foggia; Filomena Trizio, segretaria generale Cgil Foggia; e Fernanda Cosi, responsabile Coordinamento Donne Spi Puglia. La presenza e il protagonismo delle donne nello Spi Cgil sono qualitativamente e quantitativamente rilevanti. Tra le iscritte più anziane, ci sono diverse centenarie. L’iscritta più giovane, invece, è titolare di una pensione di reversibilità ed è una donna nata nel 1977. Sono molte le donne alla guida delle leghe Spi su tutto il territorio provinciale.
UN RUOLO FONDAMENTALE. Nella Cgil così come nella società, nel lavoro e nell’impresa, le donne rivestono un ruolo determinante. All’interno del sindacato, portano una visione consapevole e strategica delle questioni su cui incentrare la lotta per i diritti, per la qualità della vita e per lo sviluppo di un benessere più equo e condiviso in Capitanata e, più in generale, in tutto il Paese. I dati sulla condizione occupazionale delle donne di Capitanata sono drammatici e spiegano solo in parte quanto si sia aggravato il carico di difficoltà cui le donne, in tutta la provincia, devono fare fronte in famiglia e sui luoghi di lavoro: il tasso di occupazione femminile, nel Foggiano, si attesta al 26,8 per cento; il tasso di disoccupazione femminile, in Capitanata, è salito al 20,4 per cento; il dato provinciale sul tasso di inattività femminile è del 66,2 per cento.
LE DONNE, IL PRIMO “AMMORTIZZATORE SOCIALE”. Le carenze del sistema sanitario nazionale e del welfare, oggi più che in passato, fanno delle donne il primo (e, in molti casi, l’unico) ammortizzatore sociale contro la crisi. Ricade sulle donne, in ambito familiare, il maggior peso del ruolo di “caregiver”, ossia il compito di assicurare la cura alle persone che necessitano quotidianamente di assistenza all’interno delle mura domestiche. Secondo dati Istat, una donna su quattro svolge un’attività in favore degli altri (per gli uomini il rapporto è di uno su cinque). Ogni mese, i caregiver prestano 330 milioni di ore nella cura di chi ha bisogno di assistenza: i due terzi di questo impegno sono sostenuti dalle donne. Le donne si trasformano in caregiver “per amore o per forza”, con pesanti condizionamenti sul percorso della loro vita. Diventa sempre più difficile, per le donne, amministrare il bilancio economico della famiglia riuscendo anche a risparmiare: secondo l’ultima indagine Eurispes, l’81 per cento delle donne italiane non ha più alcuna possibilità di mettere qualcosa da parte a fine mese.
Info: www.spicgilfoggia.it – www.cgilfoggia.it – www.spicgilpuglia.it