Domenica 22 Dicembre 2024

Energas, le osservazioni di Manfredonia Nuova per la Conferenza dei servizi al MiSE

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OGGETTO: Osservazioni per la Conferenza dei servizi del 22/10/2015 presso il competente ufficio del MISE relative al progetto “Deposito costiero di GPL-Manfredonia” della Società proponente ENERGAS-Q8.

L’Associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” comunica le sue preliminari considerazioni in occasione dell’avvio del procedimento di Autorizzazione intrapreso dalla Società Energas-Q8 presso il Mise e di VIA presso il Ministero dell’Ambiente.

Alla luce della scarsa trasparenza che ha caratterizzato il procedimento in questione e, per contro del pesante condizionamento territoriale che un progetto così importante prevede sulla città di Manfredonia e su tutto il territorio circostante, si osserva, in primis, uno scarso livello di dettaglio della progettualità depositata dalla preponente in sede di Autorizzazione finale presso il MISE.

Ciò sembrerebbe giustificato, evidentemente e opinabilmente, dal procedimento di VIA che è stato ritenuto essere un “aggiornamento” con riferimento alle norme dell’epoca (1999) quando era sufficiente prevedere un progetto di “massima” invece di un progetto esecutivo, come oggi previsto dalle più recenti normative in materia urbanistica, tutela e sicurezza ambientale, in primis quelle relative al recepimento della Direttiva Europea “Seveso III”.

In tale contesto, Manfredonia Nuova, di concerto con il Coordinamento per lo sviluppo e la tutela del territorio in accordo con tutte le associazioni, anche nazionali, ed i movimenti culturali e politici, segnala che in poco più di un mese sono state raccolte oltre 4000 firme di cittadini che esprimono la netta contrarietà al progetto di questo mega-deposito di GPL da 60 milioni di litri, chiedendo:

  1. di considerare con la dovuta attenzione l’incompatibilità di tale impianto con la presenza nelle immediate vicinanze della base militare NATO di Amendola dove sono ubicati vari tipi di velivoli da ricognizione e combattimento con i relativi depositi di armamenti (droni e F35 della NATO); questa diabolica combinazione “Base militare+Mega-deposito rappresenterebbero un ghiotto obiettivo per attentati terroristici oltre che oggetto di eventi accidentali;
  2. di verificare l’attendibilità dei procedimenti di valutazione ambientale (VIA, VIncA, VAS) necessarie a tutela dell’ambiente e della salute, sulle quali si nutrono seri dubbi e su cui grava un pesante deficit di informazione, invocando, a tal proposito, la indizione di una “inchiesta pubblica” cosi come prevista dalle norme sulla VIA nello spirito di una democrazia partecipativa;
  3. di considerare che il deposito ricadrebbe in un SIC (Sito di Interesse Comunitario) e ZPS (Zona di Protezione Speciale) aree ambientali di rilevanza internazionale, sottraendo habitat preziosi a danno di specie contemplate dalle Direttive Comunitarie, con grave rischio di riaprire la annosa vertenza ambientale del Contratto d’Area per la quale l’Italia e la Regione Puglia sono state già condannate;
  4. di valutare l’inopportunità e incompatibilità di tale insediamento industriale in relazione alla pianificazione territoriale delineata con il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale;
  5. di tutelare la zona storico-archeologico sede delle attività dell’antica Siponto che è interessata dal tracciato del gasdotto lungo 10 Km che collegherà (secondo il progetto Energas-Q8) il terminale presente sul porto industriale al deposito da 60 mln di litri di gpl nella località “Spiriticchio”;
  6. di considerare che nelle immediate vicinanze del sito interessato dall’insediamento ci sono siti archeologici di importanza mondiale (Basilica di San Leonardo in Volara, Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, Ipogei Sipontini) sui quali varie Istituzioni pubbliche e comunitarie stanno investendo notevoli risorse finanziarie per il loro recupero;
  7. che si faccia chiarezza in merito alla mancata attuazione di punti focali contenuti all’interno della Direttiva 2012/18 (Seveso III), attuata con Decreto in data 23/06/15; tra questi in particolare:
  • esplicita introduzione dell’obbligo di valutare tra i possibili scenari incidentali anche quelli derivanti da eventi naturali, quali ad esempio terremoti o inondazioni;
  • maggiore informazione alla popolazione in coerenza con la Direttiva sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale (Dir. 2003/4/EC): chiara e comprensibile, tempestiva, “non-tecnica”, accessibile in forma elettronica;
  • garantire ai cittadini ai quali non siano state fornite adeguate informazioni la possibilità di partecipazione, in applicazione della Convenzione di Aarhus del 1998, o la possibilità di avviare azioni legali;
  1. di mettere la parola fine ad una politica economicistica per la quale viene prima di tutto il profitto e non la salute e la vita e di non accettare più la politica del ricatto occupazionale che ci fa svendere salute e territorio in cambio di una manciata di posti di lavoro e, anzi, compromettendone altri.
  2. che si tenga conto dell’incompatibilità con l’immenso patrimonio dei beni culturali, ambientali e con la bellezza del nostro mare, trascurati e spesso offesi mentre dovrebbero diventare il motore vero di sviluppo di un altro Mezzogiorno.

Tale iniziativa è parte integrante di più manifestazioni di protesta della popolazione e della società civile, che si sono espresse anche con cortei studenteschi che hanno visto la partecipazione di migliaia di studenti, giovani e cittadini manifestare per le vie principali della città e sostare nella Piazza del Municipio.

Dal punto di vista sociale tale contesto rischia di innescare dei processi degenerativi che possono sfociare “a ragione” in rabbia e tensione sociale. Ciò è da considerare e inserire nei precedenti traumi collettivi ed individuali che la popolazione ha subito in seguito ai diversi e gravi incidenti rilevanti causati dallo stabilimento petrolchimico dell’Enichem Agricoltura:

  • scoppio della colonna di arsenico del 26 settembre 1976;
  • fughe di ammoniaca dal pontile interessato dal progetto Energas;
  • bonifica delle aree dello stabilimento, superficiali e sotterranee, non ancora effettuate;
  • presenza del sito ex Enichem nell’elenco nazionale dei siti più inquinati d’Italia (SIN);
  • presenza di mortalità elevata relativa ad alcune patologie oncologiche ricollegabili agli eventi suesposti (vedi ultime indagini epidemiologiche proposte dal comune di Manfredonia per evidenziare gli effetti che la popolazione subisce ancora a distanza di decenni);

L’impianto in questione è tanto imposto dalla Società proponente Energas-Q8 quanto rifiutato dalla popolazione, già provata, come su specificato, da decenni di danni e disastri ambientali provocati da industrializzazioni impattanti che hanno messo a dura prova il livello di sopportazione della comunità locale.

Si chiede quindi che la crescente e profonda opposizione sociale sia tenuta in debito conto con un diniego non negoziabile a questa proposta industriale di così scarso livello di dettaglio e così pesante impatto sociale, economico, ambientale per il già duramente provato territorio di Manfredonia.

Ci si riserva di produrre ulteriori osservazioni nell’ambito del procedimento autorizzativo corredati dalle firme delle migliaia di cittadini contrari e materiale multimediale che documenti le manifestazioni pubbliche partecipate da diverse migliaia di cittadini.

 

 

                          Con Osservanza

                                                                                      Il Presidente di Manfredonia Nuova

                                                                                                       Prof. Italo Magno

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Commenti

  • Pienamente d’accordo,Italo!Sembra che si voglia perseverare(diabolico!)a rendere dura la vita,giorno dopo giorno,a noi abitanti di Manfredonia.Non c’e’ mai pace,insomma,sempre tesi come corde di violino…!
    Io,figlio di Dio(come tutti,del resto…),continuo ad invocare il Padre,Padrone Assoluto del Bene e del Male!
    E aggiungo una proposta,al di la’di cio’ che si possa fare politicamente.
    Ogni persona,interessata,reciti,volontariamente,1 Rosario al giorno,perche’ la Mamma ha detto che non c’e’ problema,di qualunque genere,che non possa essere risolto col S.Rosario.FIAT!
    vincenzo dott.

    vincenzo 23/10/2015 12:39 Rispondi
  • Bene, non dobbiamo demordere…. qui si tratta di sopravvivenza di una intera città e dei suoi cittadini….
    Vi ricordate un film di PIERINO, che con un fiammifero acceso, prono e prossimo a scorreggiare ne fece scaturire una fiammata…. ebbene quello era solo una scena di un film comico….. la realtà manfredoniana sarebbe tragica……

    svolta 23/10/2015 11:15 Rispondi
  • Ma questo Italo Magno capisce tutto, oltre ad essere stato eletto fa pure profezie.

    L'Illuminato 23/10/2015 10:42 Rispondi

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