Domenica 22 Dicembre 2024

Siponto e la sua storia donata: Il cippo dedicatorio del Tempio di Diana Sipontina

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Voglio riproporre questo articolo per ricordare quanto, nel silenzio e nella discrezione ,che gli erano congeniali, l’amico Giuseppe di Sabato , scomparso di recente, si stesse prodigando perché il reperto importante per la storia di Manfredonia ritornasse nel luogo più giusto vale a dire la Terra Sipontina.

Questo nella speranza che qualcuno a cui interessi ancora la cultura e la storia di questa Città, facendo fronte comune con le Associazioni culturali (e Archeoclub Siponto sarà sempre presente) si dia da fare per terminare quell’opera di recupero (che Giuseppe Di Sabato aveva intrapreso) di un elemento archeologico importantissimo della Storia di questa città che come tanti altri sono stati ingiustamente sottratti al suo patrimonio storico e culturale.

 

Al visitatore attento della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto, non sfugge la presenza, di fronte all’area degli scavi delle chiese paleocristiane, di un blocco   di tufi che ricopre quella che ora è una cisterna dalla quale viene prelevata l’acqua per la Basilica.

Nel 1877, durante le operazioni di pulizia della cisterna fu scoperto casualmente un pilastrino con iscrizione latina dedicatoria a Diana.

Il che fece supporre al D’Aloe (Archeologo e Ispettore dei Monumenti del Regno di Napoli) che quello era il tempio dedicato al culto della Dea.

In seguito, il grande Archeologo sipontino, Raffaello di Sabato, confutò questa tesi e sollecitò il proseguimento degli scavi intorno a questa cisterna. In realtà il Di Sabato indagò subito nell’ambiente del ritrovamento del cippo e scopri che non si trattava di una cisterna ma di un ambiente ipogeico con al centro una colonna di separazione che poi fu invasa dall’acqua. In seguito, gli scavi portarono alla luce non un tempio pagano ma i resti di due contigui edifici paleocristiani. Egli sosteneva che il tempio di Diana Sipontina doveva esserci, nell’area archeologica, ma non in quel posto. Sicuramente il tempio ( e non solo quello di Diana) c’è ed è da qualche altra parte dell’area archeologica. Solo gli scavi potranno darci le risposte.

Nel suo “Giornale degli scavi archeologici di Siponto (1936-1937)”da (i Quaderni dell’archivio storico Pugliese) a cura di Giuseppe di Sabato (che si sta adoperando nel tentativo di riportarlo a Siponto), egli sostiene che il cippo si trovasse li perché durante con l’affermarsi del Cristianesimo, per disperdere i simboli del paganesimo,venivano non distrutti tali simboli(statue,cippi,lapidi ecc.) , ma sparsi in punti diversi.

Il pilastrino, di marmo di cm 185x33x26 porta una iscrizione latina, che documenta l’esistenza a Siponto di un Tempio dedicato a Diana , fatto costruire da “Tito Tremelio Antioco ,liberto di Tito”,il quale curò che “fossero costruiti a sue spese il tempio e l’ara di Diana, composti di pietra quadrata ed abbelliti di opere d’intonaco”. L’epigrafe , che è incisa nella parte superiore del pilastrino,è stata datata dal D’Aloe tra il 138 e il 100 a.C.

Il pilastrino fu donato al Museo Nazionale di Napoli come dice sempre il Di Sabato “…fu donato subito e con molta leggerezza al Museo Nazionale di Napoli, ov’è ammirato per la sua importanza essendo la più rara delle poche iscrizioni che là si conservano dell’antica Apulia”

Il pilastrino si tova quindi ancora in quel Museo, nel giardino occidentale, a sinistra del corridoio Diomede dove anche il Serricchio (C. Serricchio: Siponto e Manfredonia) lo ha fotografato.

Probabilmente il reperto fu dato al Museo Napoletano perchè (siamo nel 1878) era l’unico organizzato e penso anche per proteggerlo.

Ma una cosa mi chiedo: possibile che nessuno tra tanti uomini di cultura di Manfredonia si sia adoperato nel tempo perché questa grande testimonianza di Storia Sipontina ritornasse nella sua città di origine?

Archeoclub Siponto propone questa iniziativa a coloro che hanno in animo di far rientrare dal Museo Nazonale di Napoli a quello di Manfredonia questa grande testimonianza del passato e metterla tra i reperti della Siponto antica e, sarà al fianco di chiunque si prodigherà affinchè questo obiettivo venga raggiunto.

 

Aldo Caroleo

Archeoclub Siponto-Manfredonia

 

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News
  • Gentilissimo signor Caroleo, io vorrei ringraziarla soprattutto perché lei instancabilmente, nonostante le difficoltà, non abbandona mai il proposito di ricordare a noi tutti che nella nostra “Terra sipontina” abbiamo un patrimonio storico-artistico non irrilevante che “andrebbe” TUTELATO e SALVAGUARDATO.
    Manfredonia ha tali potenzialità, sia in ambito artistico che culturale, da poter permettersi il vanto di non essere da meno di tante altre “realtà” che sono sotto gli occhi di tutti.
    Basterebbe che “qualcuno” un po’ più sensibile a questi argomenti, si svegliasse dal suo torpore e dedicasse le sue attenzioni anche a ciò che è “patrimonio” della sua terra.
    Io le prometto, da parte mia e delle mie sorelle, di fare il possibile affinché gli sforzi di nostro padre non vadano perduti, e spero che lei, guidandoci con la competenza e professionalità che la contraddistinguono, sia al nostro fianco per raggiungere, al fine, questo audace obiettivo.
    Mariantonietta Di Sabato

    Mariantonietta Di Sabato (di Giuseppe) 25/10/2015 18:47 Rispondi
  • Come sempre in passato ed ora: Presente!

    aldo caroleo 20/10/2015 18:38 Rispondi
  • Carissimo sig. Aldo Caroleo, qui coloro i quali tu sproni sono interessati all’oggi ed a tutto quello che produce ricchezza e potere….
    Queste battaglie sono delegate a pochi “esseri viventi” che si sono prefissi uno scopo lungimirante, quello di dare ai posteri le maggiori informazioni del passato, contribuendo di fatto alla continuazione della storia.
    Essi sono, con le opere che si vogliono salvaguardare, e rappresentano la storia…. altri sono i mendicanti del vivere quotidiano intriso, come detto, di altri “scopi particolari”.
    L’aspettativa è quella di tempestare di richieste di rivendicazione l’attuale Ministro Franceschini, il quale mi sembra una personaggio sensibile ed onesto intellettualmente e che sta svolgendo molto bene il suo ruolo, e ciò anche nell’ottica di chiedergli interessamento per lo “scrigno” archeologico della Antica Siponto che vuole vedere la luce..

    svolta 20/10/2015 10:10 Rispondi

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