Il primo indice di un paese civile, “sviluppato”, per dirla come il sindaco di San Nicandro Garganico Pier Paolo Gualano, è il rispetto delle regole. E non vi è filippica che possa giustificarne la violazione.
La cosa grave è che, seguendo attentamente le vicende che hanno coinvolto il Comune garganico – la nuova giunta, la diffida del segretario del Pd locale Matteo Vocale e l’intervento autorevole del Comitato Pari Opportunità regionale presieduto da Rosa Cicolella – ci si rende conto che il sindaco ha violato consapevolmente quelle disposizioni.
Nel farlo, scambiando una norma dal carattere precettivo per un consiglio, ha tentato di giustificarsi apportando (successivamente all’atto di nomina) una motivazione che è eccezionalmente prevista, sì, ma in riferimento ai piccoli Comuni, intendendo ragionevolmente per questi le comunità di qualche migliaio di abitanti.
San Nicandro presenta più di 15mila abitanti, tra cui più di 8 mila donne residenti: possibile che in mezzo a loro il Sindaco non sia riuscito a trovarne una (due poi sarebbe stato chiedere troppo) che rispondesse ai criteri da lui richiesti?
«Affermare ciò – sottolinea la portavoce della Conferenza delle Donne Democratiche Maria Elena Ritrovato – può apparire offensivo per l’intelligenza delle donne e non solo delle donne».
«Il ricorso (un vero autogol) a trite e ritrite disquisizioni sul “preteso talebano rispetto del principio di uguaglianza sostanziale” – conclude la portavoce – la dice lunga su quanto ancora vi sia bisogno nelle nostre realtà territoriali di norme delle quali in un paese normale, anzi, “sviluppato”, si farebbe tranquillamente a meno».
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