Domenica 22 Dicembre 2024

San Michele, il filo rosso che lega Orsara al mondo intero

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C’è anche Orsara di Puglia nel progetto dell’associazione “Le vie di San Michele”. Il paese dell’Orsa, che ha nell’Arcangelo “guerriero” il suo santo patrono e ad esso ha consacrato antichi e meravigliosi luoghi di culto come l’Abbazia e l’annessa Grotta, è stato promosso nella rete del Réseau européen des sites et des Chemins de Saint Michel, organismo con sede a Parigi che promuove gli itinerari micaelici in tutta Europa e, in particolare, in Francia, Italia, Spagna e Inghilterra. Il Réseau è riconosciuto dal Consiglio d’Europa ed è affidato all’Istituto Europeo degli itinerari culturali. L’obiettivo del progetto è valorizzare, grazie al filo rosso tracciato dal culto micaelico, l’Europa delle città, dei borghi e dei sentieri, le radici comuni del Vecchio Continente.

Da San Chirico Raparo e Sant’Angelo Sant’Angelo le Fratte, (paesi della Basilicata) a Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), per finire a Orsara di Puglia: l’Associazione Le Vie di San Michele, in occasione dei giorni di settembre in cui è stato celebrato il culto dell’Arcangelo, ha organizzato un ciclo di conferenze che si è concluso proprio sui Monti Dauni, nel ‘paese dell’Orsa’. Durante gli incontri si è discusso de “Le vie micaeliche: una risorsa per i beni culturali”. A Orsara di Puglia, sono intervenuti il sindaco Tommaso Lecce; il presidente della Pro Loco di Orsara, Antonio Casoria; il presidente dell’Associazione Le Vie di San Michele, Gioia Sforza; il rettore di Saint Michael’S Mount, Ramon van de Velde; il presidente del Réseau Europèen des Sites et des Chemis de Saint Michel, Michel Roussel. Sui percorsi individuati dal Cai si è tenuta una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Vilma Tarantino, Mario Vaccarella e Giuseppe Spina del Club Alpino Italiano (CAI).

LA META DEI PELLEGRINI. L’Abbazia, detta anche “dell’Annunziata”, è la prima storica costruzione che appare alla vista di chi raggiunge Orsara. L’elemento più importante e suggestivo del sito è costituito proprio dalla Grotta di San Michele, chiesa scavata nella roccia presumibilmente nel 200 dopo Cristo. Il tempio di pietra sorge all’interno di un anfratto naturale. Si tratta di uno tra i luoghi di culto più importanti e antichi del Mezzogiorno d’Italia. Vi si accede attraverso la cosiddetta “scalinata sacra”. All’interno si trovano iscrizioni latine e i graffiti lasciati dai pellegrini che vi facevano tappa nel cammino per raggiungere il più noto Santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo e da lì la Terrasanta. L’interno è formato da un’unica navata irregolare. Sul fondo è posto l’altare che l’8 maggio, il giorno dell’Apparizione, accoglie la statua di San Michele altrimenti custodita dalla Chiesa Madre.

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Capitanata · News

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