Sabato 10 ottobre alle ore 18,30 presso il Museo etnografico Sipontino, in Piazzale Prof. Michele Melillo, 2, a Siponto, si terrà la presentazione del volume di Federico Massimo Ceschin, Non è petrolio, Heritage culturale, dai gran Tour ai selfie, per una nuova economia della bellezza. Interverranno Angelo Riccardi, Sindaco di Manfredonia, Michele de Meo, Club di territorio Touring Club Italiano, Vincenzo D’Onofrio, Console Touring Club Italiano, Claudio Grenzi Editore, sarà presente l’autore.
Dalla quarta di copertina leggiamo:
“Un paese si percepisce “bello” non soltanto perché dotato di antichi patrimoni ereditati dal passato, da sf ruttare parassitaria mente come “pozzi petroliferi” nella logica della rendita di posizione, ma perché decide strategicamente di puntare su fattori finora riten uti “inusuali” o “non fruttiferi” come la cura dei beni comuni, la manutenzione dei paesaggi e della qualità urbana, il benessere e la felicità dei cittadini. Facendo leva sugli asset che ci vengono riconosciuti globalmente come motivi di posizionamento e che incrementano l’attrattività del nostro Paese: la dimensione sociale dolce delle comunità locali, la qualità della vita nei territori di provincia, l’entroterra con la sua agricoltura e il suo artigianato di eccellenza, le piccole imprese familiari e quell’industria creativa e cultura le che continua eroicamente a realizzare “made in Italy”.
Appare inevitabile e urgente contribuire ad affermare una nuova “economia della bellezza”, disciplina forse non ampollosamente accademica ma capace di affondare le proprie radici nel concetto di “ecologia profonda”, permearsi di nuove tecnologie e approcci social di “pensiero collettivo” e rallentare fino a procedere a passo d’uomo – magari lungo antichi percorsi ricchi di storia, di leggende e di motivi di narrazione – per aiutarci a ridisegnare il brand “Italia” attraverso la riscoperta di ciò che siamo: un piccolo lembo di terra proiettato nel Mediterraneo che aff onta il presente ritrovando fiducia nel futuro, abbandonando ottocentesche miopie e campanilismi per tornare ad esercitare un ruolo di imprescin dibile crocevia di culture, migliore nelle differenze, più inclusivo ed accogliente, più europeo e persino più competitivo nei mercati”