Prima di passare ad esprimere le mie osservazioni al Conto Consuntivo 2015, chiedo che esse vengano acquisite a verbale in forma integrale e scritta. A tale scopo consegnerò al Segretario Generale una copia identica della relazione che mi accingo a leggere, con la finalità di richiamare gli organi di controllo affinché vi pongano la loro attenzione.
La relazione illustrativa della Giunta al rendiconto per l’esercizio finanziario 2014 è stata approvata nella seduta di Giunta comunale il 30.04.2015 (delibera n. 116). E sorgono subito le prime domande: perché con tanto ritardo? Perché all’atto della Giunta manca la firma del Segretario generale del Comune e di due assessori, compreso il vicesindaco? E, dopo tale decisione tardiva, come mai non si è provveduto a convocare ripetutamente il Consiglio comunale dell’epoca per fare approvare subito questo importante documento contabile, che chiude l’attività gestionale annuale e ci documenta su come ha operato l’Amministrazione Comunale, la quale viene ora qui a chiedere conferma di tale operato a noi, che non abbiamo nessuna responsabilità sulla gestione del passato? Non vi sono parole per definire tale modo scorretto ed irresponsabile di gestione della cosa pubblica.
Ma passo subito alle mie osservazioni.
PRIMA OSSERVAZIONE
Nella richiamata deliberazione di giunta si dà atto che “con nota n. 10778 si richiedevano i documenti occorrenti per l’aggiornamento dell’inventario dei beni immobili e che nonostante il sollecito del 15.04.2015 n. 13365 di protocollo non giungeva alcun riscontro”.
Questo, oltre a evidenziare l’incapacità dell’Amministrazione di pretendere ed ottenere dai propri dirigenti i riscontri obbligatori, ha impedito di presentare in maniera completa il conto del patrimonio che per legge è indispensabile approvare unitariamente al conto del bilancio.
SECONDA OSSERVAZIONE
Nella ripetuta delibera di giunta n. 116, si da atto che “con nota acquisita al n. 11935, del 1° aprile l’ASE S.p.A., in riscontro alla nota inviata dal Terzo Settore, in data 24.03.2015, protocollo comunale n. 10779, inviava l’elenco di fatture non pagate dall’Ente per 1.794.334,19 euro e che il Terzo settore, inviava richieste di informazione ai settori 6°, 7°, e 8° al fine di dare riscontro all’Ase S.p.A. per essere in grado di predisporre le note informative circa i crediti/debiti reciproci tre l’Ente e la suindicata Ditta, senza ricevere ad oggi alcun riscontro”.
Signori Consiglieri, tutto questo è scritto nel conto consuntivo. E l’A.S.E. non è una ditta autonoma, in quanto società per azione. Essa è un’azienda partecipata al cento per cento dal Comune, il cui conto di profitti e perdite deve infine far carico al Comune stesso. Anche se le società a capitale pubblico interamente versato sono ammesse dalla legge (art. 113 del testo Unico Enti Locali), esse lo sono alla “condizione che l’ente o gli enti pubblici titolari del capitale sociale esercitino sulla società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi”. Ovverosia esercitano un controllo con carattere determinante, con i conseguenti poteri ispettivi che questa Amministrazione non risulta aver mai posto in essere.
TERZA OSSERVAZIONE
Nel 1973, assieme alla CCIAA (La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura) di Foggia ed alcune Cooperative di Pescatori, il Comune di Manfredonia costituiva il Consorzio Gestione Mercato Ittico Manfredonia, nella forma di società a responsabilità limitata per la gestione delle attività pescherecce dei centri costieri della Daunia. Nell’anno successivo il Comune di Manfredonia concedeva il servizio mercatale e l’intera opera pubblica al COSEMIM, ad accezione degli uffici Amministrativi, del servizio veterinario, la Direzione, il mercato e il bar, approvandone lo schema della relativa convenzione. Ne è seguito il relativo contratto, che prevedeva una durata novennale a partire dallo stesso anno 2004, con un canone annuo di concessione di € 149.514,27 e la corresponsione al Comune di un ulteriore canone mensile da calcolarsi nella misura dello 0,12% sul valore del pescato. Veniva posto l’obbligo a carico di COGEMIM di trasmettere al Comune, entro il 31 maggio di ogni anno, la bozza di bilancio annuale del mercato, corredato da relazione dettagliata sul suo funzionamento, da sottoporre ad approvazione preventiva del Comune, con il criterio del pareggio di bilancio, riconoscendo al Comune il diritto di controllare il rispetto scrupoloso del concessionario di tutti gli obblighi di legge e di contratto, nonché di vigilare sulla regolarità della gestione. Diritti ed obblighi questi ai quali il Comune si è sempre colpevolmente sottratto, consentendo con il suo beneplacito una gestione irregolare e fallimentare, addossandosi persino l’onere del pagamento del canone e del consumo di energia elettrica, la cui fornitura non era stata volturata come da obbligo assunto con la stessa convenzione e senza riscuotere gli introiti previsti dalla detta convenzione.
Una gestione allegra, probabilmente correa, sicuramente favorita dall’inerzia e dal compiacimento del Comune, che non ne ha controllato la gestione (con responsabilità di culpa in vigilando). Da ciò è conseguita al 31.12.2010 una perdita di esercizio ammontante a circa un milione di euro, con conseguente perdita del capitale sociale e scioglimento del Consorzio con nomina da parte dell’autorità competente del liquidatore. Si è operato in dispregio delle regole e della legge, causando irresponsabile danno alla collettività Manfredoniana, su cui ora gravano le spese di una gestione irresponsabile, fatta in violazione della legge.
QUARTA OSSERVAZIONE
Il nostro bilancio attuale subisce ancora i danni causati dal fallimento della GEMA, che ha determinato un mancato introito di somme che il Comune avrebbe dovuto chiedere e non ha chiesto, a titolo di ICI, TARSU, ICIAP, (Imposta Comunale Esercizio Imprese, Arti e Professioni) e sanzioni varie, con un danno erariale che ammonterebbe a tre milioni e quattrocento mila euro, drenati dalle tasche di tutti i contribuenti.
Ora la GEMA è fallita, ma il nostro Comune, al contrario di altri comuni truffati della provincia, non può partecipare alla rivalsa sui beni sequestrati ai responsabili del fallimento, per un valore complessivo di 17,5 milioni di euro. Infatti, con nota del 22.12.2014, il Giudice Delegato del Tribunale di Foggia ha dichiarato “il rigetto totale della istanza del Comune di Manfredonia, in quanto la richiesta di somme non è stata ritenuta adeguatamente documentata”.
Dopo il danno arrecato alle risorse del Comune, ci saremmo aspettati dall’Ammnuistrazione un comportamento conseguente alla gravità di quanto avvenuto, con l’assegnazione alla Gestione Tributi S.p.A. di un professionista assolutamente libero da ogni condizionamento, specie dai condizionamenti dei partiti. Invece, al di là del giudizio sulla persona, è stata nominato presidente un esponente politico, offrendoci ancora una volta l’increscioso spettacolo dell’occupazione del potere da parte dei partiti che, giorno dopo giorno, tutti noi paghiamo con le disfunzioni che tutti sappiamo, a Manfredonia come nel resto d’Italia.
ESAME DELLA RELAZIONE DEI REVISORI DEI CONTI
Innanzitutto va evidenziato che l’organo di revisione, per giustificare il giudizio negativo al termine della sua relazione ha affermato testualmente che “il ricorso all’anticipazione di tesoreria è stato determinato da cronico disallineamento temporale delle entrate e delle spese; il perpetrarsi, con disarmante costanza e l’acuirsi di questa disfunzione finanziaria, ormai non tollerabile… rappresenta purtroppo una delle importanti ragioni che nella loro consistenza, impediscono al’Organo di revisione di esplicitarsi positivamente con la presente relazione al consuntivo”.
E l’Organo di revisione continua: “Il continuo ricorso ad anticipazioni di tesoreria, che evidenzia “la scarsa propensione dell’Ente a riscuotere i propri crediti”, se fino ad ora non ha determinato pareri negativi di carattere generale sui precedenti rendiconti, nonostante le innumerevoli segnalazioni di disfunzione non tollerabile e non ammissibile, è solo perché lo scrivente Collegio ha fatto ricorso al buon senso e alla fiducia che lo stesso ha riposto nell’Amministrazione Comunale affinché, grazie alle innumerevoli e forse anche stucchevoli sollecitazioni, essa potesse gradualmente calmierare e poi azzerare l’utilizzo di risorse esogene altamente onerose. “
Tutto questo è molto grave e deve costringere i Consiglieri Comunali, per non incorrere in responsabilità diverse, a negare l’approvazione del rendiconto stesso, con la conseguente nomina di una Commissione consiliare che abbia il compito di verificare meglio le irregolarità evidenziate, apportare i correttivi e, solo successivamente, riportare il conto consuntivo in Consiglio.
Del resto il Collegio dei revisori stesso, nel confermare il proprio PARERE NEGATIVO “invita tutto il Consiglio Comunale con l’alto senso di responsabilità che di sicuro lo contraddistinguerà, ad implementare una serie di manovre mirate a incanalare l’Amministrazione nell’unica direzione possibile del benessere economico/finanziario dell’Ente”.
Peraltro, con tale diniego, così com’è formulato, diventerebbe necessario proporre al Consiglio di rimettere la relazione stessa alla Sezione regionale della Corte dei Conti di Bari, per le verifiche del caso e per l’adozioni dei provvedimenti conseguenti.
Del resto il Consiglio non può dire di non aver visto i rilievi formulati dal Collegio che ne motivano il non accoglimento. Un primo rilievo è che il Comune ha scarsa propensione a riscuotere i propri crediti, con il conseguente ricorso sistematico ad anticipazioni di tesoreria. Con un giudizio di tale fatta ed il coinvolgimento di questo Consiglio, si può approvare il rendiconto 2014 senza correre prima ai ripari, come richiesto a gran voce dal Collegio?
Altro spinosissimo rilievo riguarda il rapporto di debito e credito con società partecipate. Sul punto, il Collegio dei revisori sono costretti a segnalare “ancora una volta una insoddisfacente acquisizione di report informativi inerenti la gestione delle società partecipate. In tale contingenza non risulta possibile un compiuto monitoraggio dei costi e ricavi sostenuti e conseguiti dalle partecipate e di conseguenza rinviene non facile la verifica dei rapporti dei crediti e debiti reciproci alla data del 31.12/2014”.
Tale affermazione, così esplicita e grave, non consente di affermare che le partite contabili riportate sul conto sono certe e vere; viceversa, vi è la fondata possibilità che il conto stesso, in dispregio alla legge di contabilità, non fotografi la gestione delle entrate e delle spese sostenute nell’anno di riferimento. Irregolarità questa che è suscettibile di falsare i conti con la relativa responsabilità anche dei consiglieri che dovessero approvare il conto consuntivo., commettendo il reato di falso in bilancio. Ed è proprio da qui che ne è discesa l’impossibilità per il Collegio dei revisori di dare il loro parere favorevole al conto consuntivo 2014, assumendo sulle loro spalle il rischio di tale accusa.
Inoltre, come afferma il Collegio dei revisori, “l’Ente si è avvalso di tale possibilità ottenendo una anticipazione di liquidità da parte della Cassa Depositi e Prestiti della durata di anni venti, che l’ente rimborserà a partire dall’anno 2015 per estinguere il debito residuo alla data del 31.12.2013 con l’ASE SpA dell’importo di € 3.791.119,97”.
Ma con quale verifica e quali riscontri viene assegnata tale somma, visto quanto evidenziato dai revisori, che tanto scrivono nella loro relazione: “In coerenza con quanto denunciato dal Collegio alla Corte dei Conti in occasione dell’invio del questionario relativo al consuntivo 2013, si segnala ancora una volta una insoddisfacente acquisizione di report informativi inerenti alla gestione delle società partecipate. In tale contingenza non risulta possibile un compiuto monitoraggio dei costi e ricavi sostenuti e conseguiti dalle partecipate e di conseguenza rinviene non facile la verifica dei rapporti dei crediti e debiti reciproci alla data del 31/12/2014”.
Ma davvero, per questo debito ondeggiante ed incerto, il Comune ha chiesto “un’anticipazione di liquidità da parte della Cassa Depositi e Prestiti della durata di anni venti”.
Di tali irregolarità, insanabili e compromettenti, oltre alla Corte dei Conti va parimenti interessato il Prefetto di Foggia, chiedendo il suo autorevole intervento.
PER CONCLUDERE
Non ritengo, come consigliere comunale neo-eletto, di potere approvare il conto consuntivo 2014, sia perché non ne porto responsabilità alcuna, sia per le scelte fatte, sia per le evidenti omissioni, insufficienze e infrazioni contabili che con molta evidenza sono ivi contenute. Ciò, anche in riferimento alle gravi responsabilità che ogni singolo membro di questo consiglio va ad assumere ed imputare a se stesso, sia in ordine alla fattispecie di responsabilità contabile, su cui quasi certamente interverrà la Corte dei Conti, che per le altre fattispecie, non esclusa quella penale e patrimoniale. Pertanto io, alla luce di tutto questo, non posso approvare il conto consuntivo, che ci viene sottoposto, e chiedo agli altri consiglieri, anche a propria tutela, di non votarlo.
Italo Magno
Adesso voglio vedere cosa fanno i grillini e’forza italia ,caro magno anche se non ti ho votato sono daccordo con tutto quello che ai detto,non approvate cose della vecchia gestione e’se occorre fai una denuncia alla procura della republica, basta far pagare sempre i cittadini
Ero presente ed ho assistito ad uno spettacolo ridicolo, una commedia, vedo il forum entusiasta dell’intervento di magno, per la verità a me è caduto un mito. Credo che non abbia detto assolutamente niente di suo ma solo un discorso fatto per darsi una motivazione dell’essere all’opposizione. Ridicolo lui ed anche i 5 stelle. Non andrò più a vedere i consigli comunali tranne qualche intervento il resto è davvero una pena.
Buongiorno.
Ma si viene messi in condizione di poter adempiere i propri doveri?
Grazie.
Italo un opposizione degna.
Grande Italo!!!! Sei la vera opposizione seria della città!!!!!