Martedì 19 Novembre 2024

ENERGAS: c’è chi dice no

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L’estate ormai alle spalle (o almeno così si spera) è stata sicuramente una delle più roventi nella storia di Manfredonia. E non solo per le temperature sahariane cui siamo stati sottoposti. La protesta popolare contro la realizzazione del progetto “Energas” non è cessata neppure dinanzi alle tentazioni balneari arrivando ad impregnare con le sue grida le mura del Castello, ad inondare le vie con fiumane di volantini, a spirare tumultuosa sotto le finestre di Palazzo San Domenico. I risultati di questo anelito di vita civile e sociale non sono mancati dal momento che in data 17 settembre il Consiglio Comunale ha deliberato la sua netta opposizione all’insediamento dell’impianto di GPL tramite una mozione congiunta, votata da tutti ad eccezione del consigliere Leonardo Taronna, e preceduta dalla votazione per “l’interpretazione autentica” dell’art.44 del PRG (Piano Regolatore Generale), con l’intento di adeguare il PRG vigente al nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, con la mutazione di destinazione dell’area di ubicazione del deposito di GPL da industriale ad agricola. Tali iniziative, seppur potenziali armi spuntate perché in tali faccende gli enti territoriali, come i Comuni, possono esprimere un motivato parere (prontamente presente, visto che la società napoletana non ha indicato nel progetto il rapporto di sicurezza, previsto dalla Direzione Seveso III) di natura non vincolante poiché l’ultima parola spetta al Ministero dello Sviluppo Economico, hanno suscitato l’ira funesta del pelide Diamante Menale, presidente Energas, lesto nel cambiare maschera dinanzi all’evolversi della situazione. Dapprima assumendo toni profetici carichi di apocalittiche visioni funeree (“Su tutti i soggetti che hanno concorso o concorreranno in futuro all’adozione di atti finalizzati ad impedire pretestuosamente la realizzazione del progetto di Energas gravano pesanti responsabilità che la società odierna deducente, suo malgrado, sarà costretta a far valere in tutte le sedi competenti nel caso in cui l’Amministrazione darà seguito ad una condotta manifestamente deviata rispetto al pubblico interesse e ai diritti ed interessi legittimi della scrivente”) presenti nella missiva giunta con precisione svizzera il giorno precedente la votazione della succitata mozione e per “generosità” inviata anche ad indirizzi e-mail privati di membri del Comune, per poi virare ad U e presentarsi con toni conciliatori in data 22 settembre nel “chiedere udienza” col capo colmo di cenere al Sindaco per illustrare, nel prossimo Consiglio Comunale, l’iter procedurale/amministrativo seguito. Camaleontismo a parte occorre realismo nell’affrontare le situazioni! Naturalmente Energas ha cercato e cercherà, avvalendosi di “vive raccomandazioni”, delle leggi italiane pronte ad essere bypassate da altre leggi, di prospettive lavorative degne della Silicon Valley, di cambiare il nostro NO, secco, fiero e motivato, all’intera faccenda. Naturalmente, in virtù della insindacabilità della Storia, possiamo affermare che Palazzo San Domenico, in un passato anche recente, non sempre si è raffigurato come paladino degli interessi invocati dalla piazza, definita a più riprese un manipolo di esagitati. Come spiegare altrimenti le riperimetrazioni che a cavallo dei due millenni hanno cambiato l’identikit dell’area ove si dovrebbe ubicare il deposito. E naturalmente tutta questa vicenda dimostra il grave limite in cui spesso incorre lo Stato Italiano quando antepone gli interessi concreti dell’individuo a multinazionali esigenze di mercato. Ma per fortuna vi sono enti territoriali, come i Comuni, che sono, o meglio dovrebbero essere, tramite tra le richieste della piazza e i doveri dei palazzi romani e non demi-monde di sporchi affari. La mozione, espressione finalmente di come le autorità politiche elette democraticamente debbano seguire il volere del Demos e che dovrà essere seguita da ulteriori momenti di vicinanza fisica alle nostre battaglie, non ha fugato i dubbi di tanti che vedono in ciò un mero atto dovuto. Anni di bugie o di non rapide prese di posizione, specie nel caso Enichem, hanno radicato nel nostro animo uno scetticismo difficile da estirpare. Fortunatamente però quando le parole sono flessibili non resta che il gesto! E noi tutti vogliamo, in un ulteriore atto di fiducia, credere che la mozione non sarà un gesto isolato e che non verremo lasciati soli.

Domenico Antonio Capone

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Commenti

  • Sintesi perfetta… avallabile in tutto, in particolare in merito ad diritto di rappresentanza di quanti votato per esprimere nelle sedi opportune la volontà del popolo che l’ha eletti…..
    Eccezzion fatta alcuni che, forse, rappresentano altri tipi di interesse.

    semprevigile 28/09/2015 7:37 Rispondi

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