La Celebrazione Eucaristica del 28 settembre inaugura i Festeggiamenti dedicati all’Arcangelo Michele.
Questa solenne liturgia si caratterizza per un gesto che si svolge dalla seconda metà del XVII secolo, è tradizione che alla vigilia della Festa di San Michele, a Monte Sant’Angelo, nelle ore pomeridiane il Sindaco e tutta l’amministrazione comunale(quest’anno la commissione prefettizia), in comunione con altre autorità della città e guidati dalle note musicali della Banda cittadina, facciano l’offerta dei Ceri a San Michele.
Oggi è una tradizione, ma storicamente, nei tempi andati, non sappiamo più cosa volesse significare ed i motivi ispiratori della bella e significativa iniziativa.
Un devoto ma semplice omaggio da parte delle autorità cittadine?
Un’espressione di fede luminosa della città verso l’Arcangelo?
Una partecipazione laica nei confronti di San Michele e della sua Grotta prima dell’invenzione della luce elettrica?
Possono essere tutti e tre i motivi ed altri ancora.
Seguendo le orme dello scrittore garganico Giovanni Tancredi, veniamo a sapere che nei tempi antichi, non la vigilia ma la notte, della Festa di San Michele era sacra al fuoco e alla danza e “pareva che il popolo di Monte Sant’Angelo fosse una tribù attendata che bivaccasse intorno al fuoco da cui saliva il fumo nero rossigno come da cento fucine; erano roghi giganteschi attorno ai quali si ballava”.
Successivamente, specialmente dopo l’avvento della luce elettrica, quei fuochi diedero luogo alle fanoje che si conservano ancora oggi come tradizione popolare alla vigilia della Festa di San Giuseppe e in qualche altra circostanza dell’anno liturgico.
Come ai giorni nostri, anche anticamente i ragazzi raccoglievano, in tanti modi, la legna da ardere dopo averla organizzata magistralmente in falò.
“ Intorno ad ogni falò – continua il Tancredi – i ragazzi sedevano per terra oppure saltellavano mentre giovanette, uomini e donne, levavano voci di canto accompagnate dal suono del tamburello e ballavano la tarantella”.
Che sia questa l’origine storica più vicina alla verità e la trasmissione di una necessità di fonte luminosa per la sacra Grotta buia e per il paese?
Se abbiamo imboccata la via giusta, l’offerta dei ceri starebbe a significare ancora oggi la partecipazione dell’Amministrazione comunale per la luminosità della Fede religiosa della festa, a cominciare dalla vigilia, perché essa sia ancora oggi la gioia dei cuori e contribuisca ad irrobustire la Fede verso il Principe delle schiere angeliche e l’auspicio perché l’Arcangelo Michele continui a proteggere ogni fedele contro le nascoste insidie del diavolo, che deve continuare a rimanere sconfitto e schiacciato sotto i suoi piedi.
Quest’anno il dono della cera sarà accompagnata da un altro dono, altrettanto importante, una casula con lo stemma del giubileo che sta per aprirsi.
La casula è stata realizzata in anteprima per la nostra comunità, Monte S. Angelo è la prima in Italia ad aver ricevuto la casula decorata.
Ad accompagnare questi doni ci sarà l’accensione del cero da parte del commissario prefettizio, che verrà posto sotto la statua, questo sarà un atto di totale affidamento all’Arcangelo Michele di tutta la nostra comunità.
Da oggi sarà esposta nella vetrina del negozio ”A. MODE” della signora Coccia(di fronte l’AVIS), per coloro che la vorranno vedere.
Donato La Torre