Il Tribunale di Treviso, su richiesta del primo cittadino di Manfredonia, ha dato mandato per procedere ad una nuova perizia per verificare lo stato degli impianti.
E’ di queste ore la notizia che, dopo che il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi ha sollevato il problema sul Piano di concordato preventivo della Manfredonia Vetro, notando che questo “non prevede alcun costo per lo smaltimento dei rifiuti abbandonati nello stabilimento, né per quelli che sarebbero generati con la vendita e lo smantellamento dell’impianto. Non è nemmeno prevista, per giunta, alcuna spesa per il ripristino e la bonifica dell’area”, il Tribunale di Treviso ha dato mandato all’ingegnere Roberto Reni di procedere con una nuova perizia e verificare lo stato degli impianti. “In qualità di sindaco e garante anche della salvaguardia del territorio – commenta ora Riccardi – ritengo che quello fosse un atto dovuto”.
E’ presto per giungere a conclusioni che sarebbero affrettate, ma è altrettanto evidente che la vertenza occupazionale della Manfredonia Vetro viene affrontata quotidianamente con l’attenzione e il rispetto dovuto alle centinaia di famiglie interessate. Non si potrebbe spiegare altrimenti l’accorato appello che proprio Riccardi aveva rivolto al sindaco di Puglia, Michele Emiliano, scrivendogli pubblicamente che la situazione stava diventando incandescente: i commissari liquidatori avevano dato mandato per ritirare il materiale conservato nella fabbrica, ma il sindaco era stato chiaro e perentorio, quanto i lavoratori in presidio permanente dal dicembre scorso: “Nemmeno con il sangue uscirà una sola lastra di vetro se non sarà garantito un futuro. Ti prego di trovare il tempo di venire a Manfredonia per incontrare tutti i lavoratori”.
La risposta di Emiliano non aveva tardato ad arrivare e ieri, mercoledì 16 settembre 2015, il governatore pugliese è stato a Manfredonia, dapprima per rendersi conto di persona della situazione alla Manfredonia Vetro e, successivamente, per incontrare, in Municipio, istituzioni, rappresentanti sindacali e lavoratori. Un tavolo che è servito per confermare come tutti, adesso, remino dalla stessa parte sia nell’impegno per far ottenere, al più presto, gli ammortizzatori sociali per i lavoratori e sia per impedire che il materiale prodotto da questi ultimi, conservato in fabbrica, venga portato via senza fornire la benché minima garanzia a quanti, in loco, attendono ancora il pagamento delle mensilità pregresse.
Non è trascurabile nemmeno la disponibilità fornita dalla Regione Puglia, che si va ad aggiungere a quella data nel novembre scorso dalle assisi comunali di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e Mattinata, a concorrere economicamente per riattivare il forno spento nel dicembre scorso, secondo alcuni proditoriamente e con troppa fretta.
“Da oltre venti anni la collettività paga smantellamento, smaltimento dei rifiuti e bonifica del sito, tutt’ora in atto e non completata. La popolazione, il territorio, le istituzioni locali, regionali e nazionali non possono permettere – aveva argomentato nella sua lettera raccomandata Riccardi – che si ripetano gli scempi del passato che hanno portato e portano all’inquinamento del territorio e al successivo ritardato estremo tentativo di ripristino con costi e tempi esorbitanti”.
“Ripongo fiducia nelle istituzioni tutte – conclude il sindaco – e la novità del Tribunale trevigiano, che ha disposto questo approfondimento, mi lascia ben sperare perché venga fatta, finalmente, chiarezza”.
Matteo Fidanza
Ufficio Stampa – Città di Manfredonia
Basta con queste fabriche che vengono per 10/15anni e’poi vanno via illudento questi ragazzi ch e nel frattempo si sono create una famiglia e rimangono senza lavoro.vengono inquinano e’vanno via,voglia fabriche che non inquinano e diano garanzie che non vadano via,fabriche che danno veramete posti di lavoro,non fabrichette.PS non amgas la vadano a mettere a napoli.