Un grande impatto, socio, culturale e emotivo ha suscitato in tantissimi che hanno avuto la fortuna di visitare la mostra dedicata alla Celebrazione del Centenario della Grande Guerra, aperta al pubblico per ben otto giorni, (2-8 agosto 2015), allestita in una eccezionale location, il LUC (Laboratorio Culturale Urbano), in pieno centro storico. L’iniziativa, nata da una brillante intuizione di Eliseo Borgomastro, ben presto ha suscitato interesse in un gruppo di amici che, costituitisi in comitato, in poco tempo, hanno realizzato un programma di tutto rispetto. Grazie anche al coinvolgimento del Gruppo Modellismo Ricerche Storiche di Foggia, di alcuni collezionisti, studiosi, appassionati e familiari di caduti, che si è risusciti a realizzare una mostra che difficilmente sarà dimenticata e che, abbiamo la presunzione, venga ascritta negli annali della nostra storia, visto il notevole contributo di sangue offerto alla Patria da ben centottantuno nostri concittadini, oltre ai sessantatre mutilati e invalidi di guerra e ai venticinque decorati al valor militare. (L. Pascale: “L’Antica e la Nuova Siponto”-1932, pagg 310-315).
Durante tutto il periodo di apertura, tante sono state le iniziative che hanno impreziosito la mostra e che hanno visto alternarsi sul palco numerose personalità della cultura e militari che, ognuno per le proprie competenze, hanno contribuito ad illustrare fatti e avvenimenti che hanno caratterizzato quei tragici avvenimenti. Numerosi consensi, fra l’altro, ha ottenuto la proiezione del documentario dedicato alla Grande Guerra, curato nei minimi particolari dal nostro concittadino, Gen.le Antonio Gentile, edito dall’Associazione Arma Aeronautica Militare di Manfredonia. Un mix di immagini, molte delle quali tratte dai resoconti della Rai e dell’Istituto Luce, sapientemente collegate, dove, durante le innumerevoli azioni di guerra, nella loro più brutale e inaudita recrudescenza, sono caduti milioni di uomini, a volte per la conquista di un fazzoletto di terra. Una emozione tanto forte, nonostante siano trascorsi cento anni. Non meno interesse e partecipazione ha prodotto l’intervento del C. F. Marcello Luigi Notaro, Com.te la Capitaneria di Porto di Manfredonia che ha parlato del “Primo bombardamento austriaco nell’Adriatico e dell’affondamento del cacciatorpediniere “Turbine” Egli, nella sua breve quanto incisiva allocuzione, con dovizia di particolari, inizia il suo racconto da quell’infausto 28 luglio1914, allorquando l’Impero austro-ungarico dichiarò guerra al Regno di Serbia. L’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, avvenuto esattamente un mese prima, a Sarajevo, fu l’innesco della miccia che provocò una guerra inutile, di disumana portata,. Con molta enfasi, il Com.te Notaro ha descritto gli episodi più cruenti di una guerra che ha visto coinvolti ben ventotto Nazioni, settanta milioni di uomini, di cui sessanta milioni europei e nove milioni caduti sui campi di battaglia, fino alla sua conclusione, quattro anni dopo, l’11 novembre 1918. Non ha mancato di parlare di un altro grande evento bellico, che ha coinvolto direttamente Manfredonia. Il 24 maggio 1915, giorno dell’inizio delle ostilità, il nostro Golfo è stato teatro di violenti cannoneggiamenti da parte di navi austriache, che ha visto sul fronte opposto il cacciatorpediniere “Turbine” in difesa della nostra città. Del sacrificio dell’equipaggio e del Com.te Bianchi che, pur gravemente ferito, con le macchine fuori uso a causa dei continui cannoneggiamenti, ordinò di aprire le prese d’acqua e di affondare il proprio cacciatorpediniere pur di non lasciarlo nelle mani del nemico.“Con il suo sacrificio – ha concluso l’oratore, il Turbine ha rappresentato un nobile esempio per gli italiani, dando il via a una serie di azioni eroiche e patriottiche, come l’impresa compiuta al largo dell’Isola di Premuda, che sarebbero state, in futuro, alla base del successo italiano nella Prima Guerra Mondiale, che permise all’Italia di annettere al proprio territorio il Trentino, l’Alto Adige, fino al Brennero, Trieste e l’Istria”. Di particolare rilievo anche gli interventi del dott. Giacomo Trotta che ha parlato delle navi requisite dalla Regia Marina Militare nella Grande Guerra e dell’ing. Michelangelo De Meo, appassionato cultore di storia delle Isole Tremiti, che ha posto in essere l’importante ruolo di quel territorio, nel contesto del primo conflitto mondiale. Al prof. Vittorio Tricarico la lettura del lungo elenco dei caduti, feriti e mutilati manfredoniani. L’ing. Salvatore Guglielmi al quale è stato affidato il compito di moderatore, a conclusione della mostra, a nome del coordinatore Eliseo Borgomastro, dell’intero comitato e suo personale ha rivolto il più sentito ringraziamento alle autorità civili, militari e religiose, non ultima la Croce Rossa Italiana, per la preziosa partecipazione e a quanti, direttamente o indirettamente hanno contribuito fattivamente alla buona riuscita delle celebrazioni che, oltre a ricordare gli avvenimenti bellici, ha voluto rendere omaggio ai nostri concittadini che con il loro eroico sacrificio ci hanno restituito l’onore e la dignità di essere italiani e cittadini del mondo. Anche la redazione di Manfredonianedws.it, attraverso i propri servizi ha voluto contribuire a rendere grande tale iniziativa, perché i giovani, siano consapevoli che, grazie all’estremo sacrificio compiuto dai propri avi, loro possono godere della libertà. A questo proposito lanciamo alla P. A. una provocazione. Parecchi anni fa su una parete del chiostro di Palazzo S. Domenico facevano bella mostra i nomi dei nostri concittadini caduti in guerra, incisi su apposite marmette. Da qualche tempo, però, sono state rimosse. Nostro malgrado, nonostante le numerose ricerche effettuate per conoscere la loro sorte, nessuno ha saputo darci risposta. Ora ci chiediamo: perché non ritornano al loro posto? E se sono andate distrutte, perché non rifarle e rimetterle al loro posto? Si restituirebbe così valore e dignità a quei cittadini che si sono immolati per la Patria, a futura memoria delle nuove generazioni.
Matteo di Sabato
Bravo Matteo, hai anticipato il mio intervento! E’ una vergogna che, se non fosse stato per privati cittadini, la manifestazione si sarebbe conclusa con il solito discorso e la corona al Monumento.
E’ stata molto interessante, e non è vero che Manfredonia non vuole sapere e ricordare. Mi sono veramente commosso quando ho visto la reazione dei miei nipotini che ammiravano e chiedevano particolari, con la nipotina che, con la sua voce squillante ha fatto girare tutti i presenti quando ha chiesto: Questo, allora, è il mio trisavolo! ed era emozionata quando le ho indicato mio nonno tra le foto dei caduti.