Immaginiamo di paragonare per un istante la nostra città a un’elegante signora, proprietaria di una decina di perle di eguale bellezza. Ora pur avendo fra le mani tali perle la signora è infelice perché le manca un buon orafo pronto ad unirle per farne una meravigliosa collana. Solo con un esperto orafo le perle acquisteranno maggior valore e la signora avrà ottenuto un oggetto di lusso degno della sua bellezza. Per una città le perle non sono altro che le sue attività culturali. I suoi orafi di fiducia gli enti e gli amministratori comunali. Analizzando le attività culturali di quest’afosa estate notiamo quante perle ci siano, ma purtroppo non c’è nessun filo pronto ad unirle. Perché mai? Mancano gli orafi? No, forse ve ne sono fin troppi! Manca la vetrina per esporle? No, perché Manfredonia d’estate si riempie di colori, di profumi che il nostro mare ancora ci offre. Perché mai allora Manfredonia appare culturalmente molto più povera di numerosi altri centri garganici anche molto più piccoli? Manca in primis una chiara informazione, specie per i turisti. I vari eventi culturali sono sinteticamente descritti nella pagina web del comune, ma latitano in quella di portali istituzionali come quello dell’Agenzia del Turismo, per esempio, ferme ancora alle “news” carnevalesche. Vero è che Ze Peppe è caro a tutti noi, ma lasciamolo riposare almeno d’estate! Del resto se soffermiamo la nostra attenzione agli enti gestenti il nostro turismo possiamo notare l’esecuzione di una cronica guerra dei poveri con strutture lente ed obsolete a farne da padrone. E il Manfredonia Festival? Assente non giustificato! Per fortuna abbiamo avuto “Corto e Cultura Film Festival”, la “Festa del Pescatore”, gli spettacoli della Bottega degli Apocrifi (emozionante “La Signorina Else” realizzata sul terrazzo del palazzo arcivescovile), e poi “Una Voce per il Sud”, gli eventi del GAL, il “Premio Re Manfredi” (1 agosto), Battiti Live (2 agosto). Tutti figli del genio e dell’impegno locale anche se trattati o considerati in modo differente dal mondo politico. Ci chiediamo, dunque, come mai alcune realtà, come Corto e Cultura, interamente made in Manfredonia, nonostante abbia ospitato cortometraggi presentati a Cannes, oltre che registi come Ferruccio Castronuovo, per anni assistente alla regia di Fellini, non hanno visto neppure nella serata finale presenze istituzionali né tantomeno un loro diretto appoggio finanziario, mentre Battiti Live, che vedrà esibirsi sì cantanti di prestigio, fra tutti J-Ax e Carmen Consoli, in cui Manfredonia compare esclusivamente come location e non fucina di talenti, ha ottenuto, come è giusto che sia visto il giro economico annesso, tutte le attenzioni di (palazzo) San Domenico? Per non parlare poi del Premio Re Manfredi, per cui vale lo stesso discorso (dove spesso il nostro Re Manfredi premia i suoi finanziatori). È meglio, dunque, avere una parure di perle o accontentarsi di un solitario lasciando in attesa di orafi più esperti le altre perle?
Domenico Antonio Capone