Lunedì 4 Novembre 2024

Un film per riflettere sull’immigrazione

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Monte Sant’Angelo, chiostro della chiesa del “Carmine”, 29 luglio ore 20.30

“Avvolte dobbiamo sacrificarci per i nostri figli, partire per andare lontano dalla famiglia e cercare una vita più dignitosa, affrontando la probabilità di non arrivare mai sull’altra costa”. Nelle parole di Roger, un ivoriano rifugiato politico ospite di “casa Speranza”, una struttura di accoglienza per rifugiati delle Caritas di Borgo Mezzanone, il significato dell’ incontro su ‘le vite accanto’ con la proiezione del relativo film. Esso si terrà a Monte Sant’Angelo la sera di mercoledì 29 luglio, presso il chiostro della parrocchia “Santa Maria del Carmine”. A promuovere la proiezione ed il dibattito sul film di Luciano Torriello, un gruppo di giovani coordinati dal parroco don Facciorusso. “L’incontro intorno al pozzo dello storico chiostro carmelitano -ha precisato don Domenico- vuole essere un umile proposta di sereno confronto su odierni temi sociali e culturali, promossi ed animati dai giovani”.

Il film documentario ‘Le vite accanto’, prodotto dalla Seminal Film, grazie al sostegno di Apulia Film Commission, riporta quattro storie di richiedenti asilo graffiati nella loro dignità umana dalla violenza perpetuata nei Paesi di origine e dalla fatica dell’integrazione, spesso segnata da pregiudizi e cattiva informazione. “Sono storie di persone semplici -ha detto Imma Di Palma, giovane conduttrice della serata- che cercano di vivere, anzi di sopravvivere tra mille difficoltà, mantenendo intatta la propria dignità’. Un tema attualissimo per le tristi traversie di molti viaggi di disperati verso le coste Italiane, spesso su barche che portato morte e tanto dolore. Trafficanti di morte che a fronte di denaro insanguinato sono spietati nel traghettare barconi o pescherecci stracolmi di gente, tra cui donne e diversi bambini. Cronache di facili naufragi ed ecatombi disumani nel Mediterraneo.

La gratuita proiezione del cortometraggio offrirà anche il confronto con le testimonianze di richiedenti asilo politico. “Si tratta di storie di non vita -ha detto Biagio De Nittis, uno dei giovani ideatori del dibattito- in cerca di tutela di diritti umani lesi nei Paesi di origine. Volti di immigrati presenti in Capitanata, soprattutto, per la raccolta del pomodoro”. Persone costrette a lavorare per una manciata di euro, sfruttati avvolte da un caporalato spietato che mette in pericolo la stessa vita, come successo nei giorni scorsi a Porto Cesareo ad un sudanese morto sotto il sole mentre lavorava. “Il film di Toriello -ha sottolineato don Facciorusso- ci permette di confrontarci con le storie di volti ferite nella dignità di persona. Drammi umani che possono indirettamente aiutarci a riflettere sulla nostra capacità di piangere, del pensare globale ed agire locale, di misurare la capacità di confrontarsi con la diversità, di valutare quell’indifferenza che porta all’anestesia del cuore, che chiude davanti al dolore, non solo degli immigrati o richiedenti asilo, ma anche a quel dolore celato nella nostra città, nelle nostre famiglie e tra le persone a noi care. Ci sono decisioni a livello mondiale che conducono non solo alle tragedie di povera gente che muore nella traversata verso coste più sicure e lontane dalla guerra da cui fuggono, ma che possono creare anche chiusure mentali e paure legate a luoghi comuni. L’iniziativa culturale del 29 luglio è a porte aperte, in totale gratuità.

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