La scomparsa di Francesco Tomaiuolo lascia in me un vuoto e un debito di riconoscenza, perché lui possedeva una straordinaria sensibilità, unita ad una combattività fuori dal comune.
È prematuramente scomparso questa notte, all’età di soli 40 anni, Francesco Tomaiuolo: un ragazzo speciale, di quelli che, una volta conosciuti, ti entrano dentro, ti pervadono tutto e ti accompagnano nella quotidianità, nutrendoti con il proprio silenzioso ma, al contempo, fragoroso esempio.
Se ne va una persona bellissima e ricchissima di valori, un amico, un figlio. La perdita di una persona a cui mi legava una grande amicizia e una profonda stima, lascia in me un vuoto incolmabile e un grande debito di riconoscenza, perché Francesco possedeva una straordinaria sensibilità, unita ad una combattività fuori dal comune. L’ultima dimostrazione in tal senso era stata quella del tesseramento, un paio di mesi fa, come allenatore in seconda del Manfredonia, forte del proprio patentino di allenatore UEFA Pro B.
Non riesco ancora a trovare le parole più adatte per esprimere la mia profonda tristezza e quella di tutta Manfredonia (in particolar modo quella calcistica) per la scomparsa di Francesco. Un ragazzo estremamente coraggioso nella sua apparente vulnerabilità, che ha condotto battaglie giornaliere con grande tenacia e senza perdere mai il sorriso e, anzi, alimentando quello dei suoi cari. Già: il suo sorriso ha contagiato tutti ed è uno dei ricordi più belli che porterò sempre con me e nel mio cuore.
Ho conosciuto bene Francesco quando ero presidente del Manfredonia Calcio e il suo papà era uno dei soci che hanno reso possibile quell’affascinante cavalcata nel mondo del calcio professionistico. Mi fregio e sono onorato di avergli tenuto la mano spesso, mentre trepidavamo per il nostro undici biancoceleste che lottava sul rettangolo di gioco dello stadio Miramare. Lo ringrazio di essermi stato accanto sempre con garbo ed educazione, di avermi aiutato, di avermi anche criticato, prima ancora che consolato quando entrambi eravamo delusi per le vicende calcistiche.
Sono certo che anche in futuro, chiunque indosserà la casacca del Manfredonia Calcio continuerà a sentire il suo impagabile e appassionato sostegno. E il suo sguardo saprà guidarci per una città che sia di tutti e per tutti, come mi aveva detto lui, nessuno escluso.
La perdita di un figlio è un dolore che nessun genitore dovrebbe sopportare. Mi unisco, come tutta la città, al dolore che ha colpito la famiglia Tomaiuolo e tutti coloro, tanti davvero, che hanno potuto conoscere la generosità e la disponibilità di Francesco. Non possiamo che ringraziarlo per tutto ciò che ha voluto donarci, senza mai ergersi ad esempio per alcuno, con il suo insegnamento.
Ciao Francesco, il tuo sorriso non finirà.
Il sindaco di Manfredonia
Angelo Riccardi
Bellissimo. Bellissimo e commovente davvero. Stavolta, Sindaco, mi hai toccato nel profondo dell’anima.