L’enciclica Laudato si’ , del nostro papa, è per tutti noi molto illuminante.
Dice papa Francesco: “Di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta perché i progressi scientifici più straordinari, la crescita economica più prodigiosa, se non sono congiunte ad un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, in definitiva, contro l’uomo”. E lancia l’appello “a proteggere la nostra casa comune nella preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale… Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri… Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione […] vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche”. Ma il degrado ambientale non può essere senza conseguenze per l’uomo, anche sul piano personale. Si passa perciò facilmente dal degrado ambientale al degrado morale. “L’intervento dell’essere umano sulla natura si è sempre verificato[…] ma negli ultimi tempi si è passati, dal sano utilizzo dei mezzi, alla loro divinizzazione. Ciò suppone la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta, che conduce a “spremerlo” fino al limite e oltre il limite”. “Se la terra ci è donata, non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Non stiamo parlando di un atteggiamento opzionale, bensì di una questione essenziale di giustizia, dal momento che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che verranno. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi… Potremmo lasciare alle prossime generazioni troppe macerie, deserti e sporcizia. Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi… Nel dibattito devono avere un posto privilegiato gli abitanti del luogo, i quali si interrogano su ciò che vogliono per sé e per i propri figli, e possono tenere in considerazione le finalità che trascendono l’interesse economico immediato…”. Si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico, che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso. Perciò emerge una grande sfida culturale, spirituale e educativa che dovrà implicare lunghi processi di rigenerazione. “Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto… Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale”. La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. “La crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e della pragmaticità, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica, che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che li circonda… L’amore per la società e l’impegno per il bene comune sono una forma eminente di carità, che riguarda non solo le relazioni tra gli individui, ma anche rapporti sociali, economici, politici… Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente naturale e urbano… Queste azioni comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in intense esperienze spirituali”. Alla luce della lettura dell’enciclica del nostro papa, faro spirituale e guida per il mondo intero, come ci poniamo noi abitanti di questa città, di fronte alle gravi sfide che ci aspettano? Giungerà il suo pensiero a toccare anche le menti ed i cuori dei tanti che ancora sbeffeggiano chi cerca di farsi carico della tutela della “casa comune”? Riusciranno le sue parole, cariche di razionalità ed amore, a toccare la Manfredonia delle trivelle e dell’Energas, del familismo e del cinismo, degli inetti e degli astenuti, dei cristiani senza Cristo e dei fedeli senza Dio, dello scambio e del favore, dei padroni e dei clienti, dei corrotti e dei corruttori, della stampa vile e dei pennivendoli, del cemento e del Parco traditore, del cavallo e dei pennacchi, dei consiglieri e dei consigliori, di chi rutta nel web e chi latra contro gli onesti, dell’abuso e della menzogna, dell’insolenza e dell’ignoranza, della nuova Sodoma e di Gomorra? Quando arriderà, anche da noi, il faro bianco di Francesco, che brilli come sole grande sul nostro mare, tornato terso, azzurro e finalmente rasserenato?
Italo Magno
Un vero peccato che il potere clericale locale taccia e non appoggi apertamente il buon Italo Magno.
Ormai non nutro più alcuna speranza. Dio è morto qui.
Bellissime frasi hai pronunciato,caro Italo…O ,lo Spirito Santo,le ha pronun-
ciate in te.Ti benedico!
vincenzo d’onofrio,nulla e niente.