“La democrazia è fragile e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola” – scriveva Enzo Biagi – e, alla luce dei risultati delle ultime amministrative, non è così difficile vedere le macerie.
Cinque candidati alla carica di sindaco, gruppi politici differenti eppur così simili in progettualità e programmi e, cosa fondamentale, tutti fieri portavoce di onestà e trasparenza. Ma la cosa più insolita, o forse la più divertente, è stata veder uscire vittoriosi da questa tornata elettorale, con innumerevoli voti, i più silenziosi partecipanti alla competizione. Se è vero che il nuovo deve presentarsi, mentre il vecchio già si conosce, è pur vero che io non ho la minima idea di che timbro di voce o di che idee si facciano portavoce i neoeletti (ma sempre presenti) esponenti del Consiglio Comunale (e quasi sicuramente della futura Giunta).
E allora, un’analisi diventa necessaria e mi viene spontaneo chiedere ai cittadini di Manfredonia: “Se queste son state le vostre scelte, su che base son state fatte?” . Non tanto per generare polemica quanto per riflettere su ipotetici errori operati nel corso della campagna elettorale. Se è vero che spesso le critiche son state più forti delle proposte concrete, è pur vero che nessuno dei neoeletti ha esposto chiaramente progetti o ricordato il proprio operato ai cittadini, dando loro gli strumenti per poter orientare in modo consapevole il voto. E allora non diventa più un sospetto, o un’arida supposizione, quella di credere che il voto sia stato orientato più che da scelte ideologiche e progetti, da legami di parentela o amicizie. Senza considerare vane promesse o minacce che possono esser supposte ma sono indimostrabili in questa sede.
Ma la colpa non può sicuramente essere riversata solo sui cittadini. Il compito fondamentale del nuovo che si propone a rappresentare un paese, è sicuramente quello di interpretare le volontà del popolo senza chiudersi nelle proprie ideologie e convinzioni. Da questo punto di vista son state fatte delle scelte poco strategiche. Perché per quanto le idee possano esser buone e i progetti attuabili, il potere politico e quindi decisionale finisce sempre tra le mani di chi riesce a far compromessi, non tanto di tipo morale – mi auguro- quanto di tipo ideologico, sapendo dosare in modo opportuno i vari personalismi. Una scarsa organizzazione, un cambiamento proposto ma non al passo con i tempi, una pessima interpretazione delle esigenze dei cittadini e una propensione a vedere l’uomo e non il sistema partitico in sé, hanno generato i risultati di oggi.
Per quel che mi riguarda personalmente, credo che Manfredonia che Funziona pur generata con le migliori intenzioni e i più grandi ideali, non sia stata in grado di mediare il compromesso che avrebbe sicuramente portato risultati migliori (seppur non rivoluzionari ), e abbia radunato in sé gente troppo differente che non è riuscita a creare un gruppo unito, come invece ha saputo fare il M5S (a prescindere dal risultato). Credo che l’attuale Sindaco Riccardi debba sicuramente fronteggiare dei problemi interni al PD e delle forti personalità che non gli sono amiche, non credo che possa parlar di vittoria schiacciante, e più che alle parole degli oppositori dovrebbe star attento a quelle dei suoi presunti sostenitori. Per quanto concerne coloro che si sono astenuti dal voto, considerando l’ampia scelta di candidati, non posso pensare che si sia trattato di sfiducia nella politica, quanto più di vero e proprio disinteresse. Le colpe sono da ricercare in una scarsa coscienza sociale, poco incentivata dai gruppi politici locali.
Sulla questione brogli, son sicura che non sia questo il posto per discuterne e mi auguro che sia stato fatto tutto nella più totale legalità e trasparenza (se non altro per non perdere completamente fiducia nel sistema elettorale e nella correttezza di chi si è assicurato che tutto fosse svolto in modo regolare).
Per il resto, quando si inizia questa strada e si viene a conoscenza di determinate cose, è impossibile poi chiudere gli occhi e tornare alla vita di tutti i giorni fingendo che certi problemi non esistano. Vado fiera dei miei 123 sostenitori, che ringrazio, guadagnati in una lista civica e senza scendere ad alcun tipo di compromesso o piegarmi al volere di altri. Ma ringrazio anche coloro che mi hanno assicurato il loro sostegno che non si è poi tradotto in un reale voto, perchè mi hanno permesso di raggiungere una nuova maturità di pensiero. Son sicura che in futuro le mie scelte saranno meno impulsive, dettate da ideali e una coscienza sociale che piuttosto che restar ferma sulle proprie ragioni, saprà valutare le cose con un’intelligenza politica maggiore. Al momento vigilo indipendente e dall’esterno, continuando a portare avanti le mie piccole battaglie per una briciola di giustizia, in attesa di scoprire qual è la strada più giusta per dare il mio contributo al miglioramento di questo paese che può, e deve, essere reso possibile.
Flavia Palumbo
A volte mi chiedo se è ingenuità o un trucco per darsi notorietà!
…miss Italia per te l’avventura finisce qui….!
Godi fanciulla mia codesta età soave!!!!!!
Hai solo sfiorato lo sporco, per fortuna: non vedi i brogli, non vedi le minacce agli operatori economici in qualche misura dipendenti dal Comune, non vedi gli elettori che votano “comunque” perché è sempre andato così, vorresti i programmi da chi si è messo in lista per raggiungere solo ed unicamente il proprio scopo!!!
E mo te lo vengo a dire proprio a te!!!!!
Non conosco Flavia Palumbo ma apprezzo il valore umano. Complimenti