Domenica 22 Dicembre 2024

Riflessioni sulle amministrative a Manfredonia (di P. Delle Noci)

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Si dice che i soldi non hanno un colore politico ma i cittadini sanno che i verdoni servono a foraggiare tutti i colori politici della partitocrazia. Tangentopoli, scandali e ruberie varie, ultimi tra questi Mose, Expo e mafia capitale, sono la punta dell’iceberg di un sistema marcio che galleggia e si rigenera continuamente.

A Manfredonia, il sistema partitocratico è come uno stagno di cui tutti lamentano e contestano lo sconcio e il fetore. Quando poi iniziano le grandi manovre per le campagne elettorali si aprono le dighe dei condotti privatizzati e si convoglia acqua nello stagno. All’inizio tutto s’intorpidisce ma poi, quando si deposita la melma, il puzzo si dissolve. Un fenomeno che trasforma lo stagno in laghetto dove molti si sollazzano facendo gare con papere, cigni e barchette di plastica telecomandate. Alla fine della campagna elettorale, si chiudono le valvole, l’acqua evapora e filtra nel terreno. Il laghetto si trasforma di nuovo in pantano e tutti riavverto lo sconcio e il miasma. Ritornano lamenti, contestazioni e invettive fino alla campagna elettorale successiva.

Fare previsioni prima e durante le campagne elettorali di Manfredonia è pressoché impossibile; tutti invocano la bonifica dello stagno ma poi, quando vedono il laghetto, moltissimi vanno in delirio. Solo a competizione elettorale conclusa si possono comprendere le dinamiche che l’hanno caratterizzata.

I risultati delle amministrative 2015 di Manfredonia certificano il calo dell’affluenza alle urne e l’ennesima vittoria della coalizione targata PD; anche se ha perso 7.324 voti rispetto al 2010. Infatti, nel 2010 il candidato sindaco prese 25.641 voti con una percentuale di 71,80%, mentre nel 2015, lo stesso candidato, ha preso 18.317 con il 57,97%. A onor del vero, a Manfredonia, il calo dell’affluenza è stato contenuto e, al di là dei voti persi, il rapporto numerico tra maggioranza e opposizione è pressoché uguale alla precedente. E’ per questo che la scarsa affluenza non preoccupa la partitocrazia che profonde il massimo impegno nella gestione del potere; escogitando, di volta in volta, nuovi espedienti per non perderlo.

Considerare Manfredonia il laboratorio empirico dal quale il nazionale potrebbe attinge formule e metodi non sarebbe un’eresia.

Da oltre trent’anni Manfredonia è targata PD, il quale, dopo le diverse metamorfosi da PCI a PDS e DS, è stato colpito da una lesione cerebrale che ha causato la paralisi di tutta la parte “Sinistra”.

Il PD manfredoniano si può paragonare a un tallo o micelio che, grazie ad una intricata rete di filamenti sotterranei (ife), fruttifica, durante le campagne elettorali, producendo il solito fungo. Il partito è stato rigenerato con un rigoroso nepotismo politico che non conosce oppositori e gode di totale egemonia politica territoriale. Ha costruito la bottega dove trovano dimora, oltre ai figli dei veterocomunisti, anche dei democristiani, socialisti, liberali, repubblicani e perfino fascisti. E’ lì che si forgiano gli attuali e i futuri partitocrate. Grazie a queste peculiarità riesce a gestire il dissenso governando i bisogni con l’adozione di diverse strategie; la più efficace sembra essere la fagocitosi. In occasione delle campagne elettorali riesce a trasformare i bisogni in miraggio, con la lusinga di un possibile accesso ai canali privilegiati della politica, considerata la vacca da mungere che procura privilegi e garanzie per il futuro. Sono questi gli ingredienti che favoriscono la fagocitosi soprattutto tra i giovani. A Manfredonia non esistono competitor politici e quando, il gotha del partito avverte qualche presenza, se non riesce con la fagocitosi, adotta il metodo delle infiltrazioni che servono ad isolare e arginare le azioni e i contributi dei più avveduti della formazione. Metodo, quest’ultimo, ampiamente testato che consente di controllare, vincolare e manipolare le azioni dei probabili oppositori politici.

Dagli anni ’90 è scomparsa ogni forma di opposizione. Il famoso prodotto delle opposizioni, che dovrebbe essere il sale della democrazia, per alchimia è diventato miele dal sapore e dall’odore inebriante che molti possono annusare e pochissimi hanno il privilegio di degustare.

L’egemonia del Pd è totale, tanto che, nelle due legislature precedenti, ha superato la soglia del 70% dei voti. I partitini che l’affiancano fungono da gregari o portatori di acqua. Infatti i nominativi per le primarie del cosiddetto centrosinistra cittadino, per la scelta del candidato sindaco, sono di esclusiva pertinenza e appartenenza al PD. I due candidati vengono esposti alla votazione solo dopo che il gotha del partito ha perfezionato la quadra. Risultato che si raggiunge dopo una serie di veti e fuochi incrociati che si stemperano in seguito ad una snervante rete fitta d’incontri atti a definire gli incarichi di sottogoverno e/o piazzamenti per futuri scenari elettorali. E’ severamente vietato, ai gregari, presentare possibili candidati sindaci alternativi a quelli del Pd; si rischia la ghettizzazione. Presupposti questi che lasciano immaginare i risultati elettorali e le future scelte e decisioni amministrative della città.

Per le amministrative 2015, alla coalizione targata Pd hanno partecipato sette liste per un totale di 183 candidati; per la maggior parte giovani. Sono le famose ife che alimentano il tallo o micelio generatore del fungo. La loro speranza, ambizione o sogno è di riuscire ad occupare una poltrona che gli renda uno stipendio di 800/900 euro al mese per cinque anni. Un sogno che alla fine della campagna elettorale svanisce perché i “ mercificatori pacchettari” (possessori di pacchetti di voti) non concedono spazi.

La coalizione targata PD a Manfredonia ha eletto 18 consiglieri su 24. Sono stati eletti tutti i soliti noti affezionati alla poltrona di consigliere e, se qualcuno non ce l’ha fatta, si appronterà la scala per consentire loro di entrare dalla finestra dopo la nomina degli assessori. Se poi qualcuno non riesce ad entrare nemmeno dalla finestra sarà premiato con un incarico di sottogoverno.

Tra gli eletti c’è qualche new entry; si fa per dire perché ampiamente fidelizzati. Questi mai si permetterebbe di modificare, obiettare o contrastare le decisioni prese, nelle segrete stanze, dal gotha del PD.

La coalizione si chiama di centro sinistra ma, a causa della paralisi degli organi di sinistra, ogni qualvolta avverte la necessità di muoversi, si dirige verso destra. Renzi docet.

Sarà questa la causa della scomparsa della destra a Manfredonia?

Il risultato elettorale di Manfredonia ripresenta una maggioranza bulgara con una minoranza risicata.

Se tutto quanto esposto risponde a verità c’è da chiedersi: riusciranno i nostri eroi a scalfire l’egemonia del PD, dare voce ai 7.324 elettori intransigenti e convincerne altrettanti alla prossima tornata elettorale?

Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Pino Delle Noci

Articolo presente in:
News
  • Scusi Delle Noci ma lei è fra quelli del comitato che riceveranno 260.000 euro dal comune per il progetto di Biancalancia sui tumori anic?

    curiosità femminile 12/06/2015 16:35 Rispondi
  • @tonino 01 ecc.
    Allora anche tu se una persona non per bene visto che hai votato…..che ignoranti…sapete solo generalizzare!

    ilbello 12/06/2015 15:27 Rispondi
  • E’ per questo che la gente perbene non va a votare.
    Io dopo 26 anni sono ternato a votare (ho votato M5 stelle )sperando in un cambiamento, ma così non è staro.

    tonino 01 51 12/06/2015 11:26 Rispondi
  • I sistemi si possono scardinare solo se alla base c’è coscienza civica. A Manfredonia da troopo tempo non c’è pensiero. Le organizzazioni/associazioni deputate a formare la coscienza civica sono solo prolungamenti del potere dominante, luoghi sterili dove non ci si incontra, non si discute, non si scambiano idee.
    Se poi a tutto questo si aggiunge un generale pregiudizio nei confronti di chi pensa, come ad esempio Cavicchia e tanti altri, si arriva a un risultato disastroso: Chi porta avanti un’idea viene etichettato come sovversivo, pazzo, e eversivo. Capite?

    Uno che sta fuori 12/06/2015 9:53 Rispondi
  • Un’ altro Cavicchia! Tutto cio’ che sta dall’altra parte e’ marcio. Il tipico italiano mediocre,invece di parlare e analizzare il perché di una sconfitta , si cerca di demonizzare la forza del vincitore! Hanno la trave nei loro occhi e vanno a cercare la pagliuzza .

    Nicola 12/06/2015 7:46 Rispondi
  • Un altro punto….. ma i voti dei candidati delle liste…… non e’ come mafia capitale che i cosidetti candidati poko puliti portano voti???? E qui gatta ci cova? E’ successo al sindaco di Roma……

    poeta 12/06/2015 0:07 Rispondi
  • ma l’articolo è di un giornalista o di un cittadino di Manfredonia?

    ahhhhh…….c’è la questione par condicio!

    Già in Italia ci sono 59 milioni di allenatori e esperti di calcio….quindi nei prossimi giorni ci aspettiamo prima 57000 abitanti di Manfredonia che riflettono e quindi 57000 riflessioni….

    è solo per questioni di par condicio

    il pensiero 11/06/2015 20:19 Rispondi

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