Il segretario generale della Uil e il segretario provinciale della Feneal-Uil lanciano una sfida in tre punti: riforma del sindacato e del comparto edile, patto con i comuni per il ridisegno della rete di assistenza sociale, rilancio del comparto edile attraverso la riqualificazione dell’esistente
“Affrontare con urgenza quella che può diventare una vera e propria emergenza sociale, innovare il comparto edile, riportare il sindacato tra la gente e sul territorio”. Su questi tre pilastri Gianni Ricci, segretario generale provinciale Uil e Juri Galasso, segretario provinciale Feneal-Uil, fanno fronte comune per “affrontare con risolutezza le difficoltà di un comparto in grande sofferenza, quello edile”.
L’analisi di Ricci e Galasso parte dai dati sui livelli occupazionali: “Dal 2008 al 2015 il comparto ha perso il 60% della sua forza lavoro. Una contrazione dei livelli occupazionali senza precedenti determinata dal blocco dei cantieri ma anche dalla difficoltà degli enti locali ad adeguarsi ai nuovi processi urbanistici. Mentre in altre realtà d’Italia il passaggio dall’espansione nelle aree periferiche alla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente nelle aree centrali e storiche delle città ha determinato una ripresa del settore, in Capitanata questo processo stenta ad affermarsi”.
I riflessi di queste dinamiche, secondo i due segretari “rischiano di aver un impatto devastante dal punto di vista sociale: casi di depressione, suicidi da disoccupazione, padri di famiglia costretti forzatamente a stare in casa senza possibilità di dare risposte alle esigenze degli altri componenti. Insomma siamo di fronte ad un fenomeno che può trasformarsi in una vera e propria piaga sociale”.
Di qui l’impegno su un duplice versante strategico che il segretario provinciale generale della Uil e quello della Feneal intendono concretizzare: “Innanzitutto, creare delle sinergie con i comuni per monitorare la situazione e dare vita ad interventi mirati per sanare le emergenze sociali, ridefinire un nuovo welfare per intervenire concretamente a supporto delle famiglie colpite dalla crisi del comparto edile. In secondo luogo dare impulso alla ripresa del comparto edile, soprattutto attraverso la riqualificazione dell’esistente”.
Ma per Ricci e Galasso esiste un’altra questione di importanza strategica: “Non possiamo relegare la vita del sindacato alle riserve indiane, come i social network. Il sindacato deve tornare tra la gente, nei territori. Dobbiamo tornare a parlare alla pancia del Paese con impegno e progettualità. Dobbiamo ripensare profondamente il modo di fare sindacato. O siamo in grado di imprimere un segno distintivo a questo processo, altrimenti è a rischio la stessa esistenza del sindacato”.