Martedì 9 giugno alle ore 19.00 a cura del’Associazione medici cattolici e del’Unione cattolici insegnanti medi (Sezione di Manfredonia) verrà presentato il nuovo libro del prof. Michele Illiceto dal titolo “Il talamo e la tela. Laddove il dolore incontra l’amore” (Morlacchi editore- 2015). La presentazione avverrà presso l’Auditorium del Palazzo Celestini.
Si tratta di un libro che ha come tema il dolore e l’amore intrecciati tra di loro. Non si affronta il dolore per spiegarlo, o descriverlo, ma per lasciarsi contagiare fino a tentare di condividerlo. Il volume (di circa 400 pagine) svolge tale percorso con un doppio registro: quello poetico-narrativo, pieno di interruzioni e di sospensioni, e quello filosofico-teoretico, ricco di interrogazioni e di suggestioni. Nel luogo del dolore l’autore convoca tutta la realtà per metterla alla prova, come in un crogiolo da dove ogni cosa può tornare purificata oppure definitivamente smarrita. “Il dolore – si legge nel libro – fa il deserto intorno a noi e dentro di noi, mettendo in gioco tutte le certezze: Dio e l’uomo, l’essere e il nulla, l’inizio e il compimento, la ragione e il corpo, le parole e il silenzio, il proprio io e gli altri, il potere e la fragilità”.
Attraverso di esso l’autore mette in discussione, da un lato, il modo postmoderno e nichilistico di intendere la vita, e dall’altro critica l’ideale di un benessere modellato sull’iperconsumismo e sulla logica del possesso propri del tardo capitalismo, il quale, anziché soddisfare, finisce per produrre un dolore ancor più difficile da guarire.
C’è allora una via per uscire dal dolore? Le pagine di questo libro non propongono tanto un modo per uscire dal dolore, quanto piuttosto una via per imparare ad entrarvi, accettando la provvisorietà, l’esilio, il distacco, l’esistenza che da esposizione si fa espiazione, fino al dono di sé a chi non sa nulla del nostro soffrire. Ed è qui che il dolore (la tela) incontra l’amore (il talamo). Due metafore per unire il dentro e il fuori, l’altezza perduta e il fondo rimasto, il lato debole di ciò che muore e il lieve manto di ciò che nasce. Dove anche Dio, se c’è, nel comune Logos spaesato deve entrare da Logos denudato. Attraverso la filosofia, la mistica, la teologia e la poesia, l’autore rilegge autori i quali, anche se diversi, hanno qualcosa da dire a riguardo: da Platone a Kant, da Nietzsche ad Heidegger, Sartre e Camus; da S. Giovanni della Croce a S. Weil, da Pascal a Levinas, da Meister Eckhart a E. Hillesum; da Eraclito a P. Ricoeur, da Giobbe a L. Pareyson, fino ad arrivare da ultimo a F Pessoa, E. Cioran, E. Jabès, A. Emo e C. Pavese.
INTERVERRANNO:
– S. Ecc.za Mons Michele Castoro
(Arcivescovo della Diocesi di Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo)
– Dott. Matteo Vitulano
(Primario Unità Operativa Anestesia Ospedale civile di Manfredonia)
– Don Salvatore Miscio (Assistente UCIIM Manfredonia)
– Prof.ssa Annalisa Caputo
(Docente di Filosofia Università di Bari e Facoltà Teologica Pugliese di Bari)
– Prof. Paolo Cascavilla (Scrittore e saggista)
– Alunni della classe V A del Liceo classico “A. Moro” di Manfredonia