“… non mancheranno contrasti di interessi e di classi; non finiranno le difficoltà dei disoccupati e degli emigranti; vi saranno sempre fannulloni e parassiti; il valore di un popolo e il merito di un governo sarà quello di provvedervi in tempo e di formare quelle zone di solidarietà umana e cristiana dove si sentirà meglio il calore di una moralità della vita cristiana”. Don Luigi Sturzo esprimeva con queste parole la funzione pedagogica della buona politica. Correva l’anno 1959. Egli credeva in una specie di causa-effetto: la politica è utile se è buona ed è tale se sostenuta dalla buona cultura formata con lo studio del vero e del bene. Nella vita politica l’insensibilità del popolo stesso di fronte al dilagare dell’immoralità nell’amministrazione della cosa pubblica gioca un ruolo determinante. E’ immorale sperperare il denaro pubblico, applicare sistemi fiscali ingiusti, affidare incarichi pubblici a persone prive di comprovata professionalità ed esperienza. E’ immorale aumentare posti di lavoro senza necessità, fare promesse di assunzioni. È immorale abusare della propria influenza politica per raggiungere interessi particolari. È altrettanto immorale sostenere l’immoralità dei politici rei di tanta iniquità. L’ambizione di un uomo politico, così come del suo elettore, dovrebbe essere quella di far vivere ai posteri le grandi conquiste sociali piuttosto che lasciare in eredità case, errori, distruzioni e, talora, orrori. Sapranno i nostri “nuovi” amministratori mettere da parte gli interessi particolari guardando prioritariamente alle esigenze di un popolo, i manfredoniani, che con tanta difficoltà affrontano le quotidiane necessità a causa del durissimo momento economico, della scarsezza di sbocchi occupazionali e di sviluppo del lavoro, dei disservizi della sanità e della inciviltà che ci circonda e che le forze di polizia, loro malgrado, non riescono a reprimere e a frenare? E’ più grave avere un politico di professione o un politico improvvisato? Qual è il ruolo attivo del cittadino nei confronti della politica? Il cittadino, con il diritto al voto, manifesta la sua preferenza, individua la donna o l’uomo che rappresenterà un intero popolo e che gestirà e proteggerà l’intero patrimonio della città. E’ bene non perdere di vista, durante la vita amministrativa, la persona a cui si è data la preferenza. Gli è stata data fiducia, occorre vigilare affinché svolga nel migliore dei modi il suo ruolo di tutela pubblica. Il politico deve essere all’altezza di svolgere il sano ruolo di imprenditore del pubblico: visione strategica, spirito d’iniziativa, capacità organizzativa. Nelle urne, prima di votare, chiediamoci perché stiamo dando la preferenza a quella donna o a quell’uomo. E’ un atto di coscienza. Buon responsabile VOTO a tutti.
Raffaele di Sabato