Le zone disagiate identificate per l’assistenza sanitaria in Capitanata sono raccolte in due zone: i Monti Dauni e il Gargano.Il servizio sanitario nelle zone disagiate rischia di essere discontinuo e variabile a causa delle variazioni climatiche e della logistica (anche sul fronte dei trasporti) della zona geografica. Tuttavia le zone disagiate fanno entrare la Puglia nella misura per i finanziamenti europei dedicati. I soldi quindi ci sono e provengono anche dall’Europa, da tempo.
Come mai allora si è costretti a fare queste due considerazioni:1) l’ospedale di San Giovanni Rotondo, Casa Sollievo della Sofferenza, è fra i peggiori cinque ospedali in Italia per il trattamento dell’infarto acuto del miocardio secondo i dati Agenas pubblicati dalla rivista Wired Italia con il dossier #doveticuri. Il motivo è più semplice di quanto si immagini: il trasporto del paziente in ospedale è lungo, rispetto al bacino di utenza, ossia i 3/4 del Gargano. Difficile pensare che gli sfortunati riescano ad avere entro 6 minuti un primo soccorso, se viventi in un’area rurale o mal collegata del Gargano, figurarsi una ospedalizzazione precoce. La politica dei tagli che porterà al forte ridimensionamento dei presidi ospedalieri di Lucera, San Severo, Cerignola e Manfredonia ( già declassato poche settimane fa) non lascia presagire niente di positivo, purtroppo. Unico tampone attualmente è la buona e forte volontà a far salute sul territorio delle professioni sanitarie. Il M5S vuole territorializzare sul serio e non solo con proclamazioni populiste. Siamo quindi vicini ai medici di base che operano nelle zone disagiate, ora più che mai (diffidare di chi a presunto nome del M5S e non essendo uno dei candidati regionali sostenga il contrario).
La seconda considerazione è l’evidenza della negligenza selettiva della Asl Fg per cui si gestisce in modo molto superficiale il trattamento economico dei propri lavoratori, appellandosi molto efficacemente a norme e regolamenti, salvo poi ignorare la proverbiale trave nel proprio occhio ossia l’incuria cui sono lasciate le strutture sanitarie del territorio. Paradigmatica la condizione di quello che avrebbe dovuto essere il polo sanitario di tre paesi del sub Appennino Dauno a San Marco la Catola (comprendente anche Celenza Valfortore e Carlantino) e che invece risulta essere il piccolo “ecomostro” del paese, murato per impedire che vi venissero depositati rifiuti di ogni genere. Lo stabile per la Guardia Medica ha ricevuto diversi cospicui finanziamenti negli anni, senza che si portassero mai a termine i lavori. Le responsabilità da dividersi fra Asl e Comune sono cosi stratificate nel tempo.
Davvero difficile da comprendere una tale trascuratezza nel pensare al bene dei cittadini di quei paesi che nei mesi invernali rischiamo l’isolamento e sistematicamente lo vivrebbero se non fosse per la Regione Molise che libera la sua porzione di strada statale. Tremila persone circa che vanno a curarsi sistematicamente in Molise per interi mesi invernali. Quando Lucera chiuderà il conto in passivo (mobilità passiva) della Regione Puglia aumenterà.Situazione tanto incomprensibile quanto vera. Qui il video:www.youtube.com/watch?v=YbJuNwvpL9o
Comunicato stampa