Domenica 22 Dicembre 2024

“Memoria” corta o consumata?

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“Cento anni fa in questo stesso giorno di maggio incominciarono a morire 1.240.000 italiani, 651.000 soldati e 589.000, uomini e donne”

 Così inizia l’editoriale, a firma di M. Tarquinio, sull’”Avvenire”, quotidiano di ispirazione cattolica, del 24 maggio 2015. Purtroppo, su un periodico locale sono state riportate tre tavole illustrate, apologetiche, inneggianti al conflitto del 1915-1918, senza alcun commento, o meglio con un “corsivetto” che è in netto contrasto con le “tavole” riportate.

         “Benedetta” coerenza!

No! Non è in questo modo che si difende la memoria del sacrificio dei soldati e dei civili. Si abbia il coraggio di esprimere a chiare lettere la “Condanna” per qualsiasi forma di guerra: Nessuna guerra è santa, e “santa” è la memoria di tutti i caduti in guerra, nel 1° e 2° conflitto mondiale, in Libia ed in Etiopia, contro la mafia e le sopraffazioni.

Condanna contro chi “fabbrica” e vende le armi; condanna contro tutte le industrie di guerra, con termini chiari, senza ipocrisia.

Tutto questo avremmo voluto leggere su un giornale a larga diffusione locale.

Avremmo voluto leggere che Manfredonia fu la prima delle città adriatiche ad “assaggiare” la polvere da sparo degli austro-ungarici (iscrizioni in piazza Marconi e sull’edificio dell’ex stazione campagna; per chi non lo sapesse).lapide presso stazione campagna

Ebbene si, per chi ha la memoria corta e con le nostre radici ha poco a che spartire, nel Maggio 1915, una nave austriaca a poche miglia dalla costa incrociò Nicola Castriotta e suo figlio Raffaele. Ai due, intenti a pescare, venne chiesto dov’era la Stazione Centrale, il padre indicò la Stazione Campagna, pensando che per Stazione intendessero quella ferroviaria. Invece gli austriaci cercavano la stazione telegrafica, così iniziarono a bombardare quella zona periferica di Manfredonia, ancor più ingannati dai fichi d’india, di colore verde che sembravano, tra la foschia del primo mattino, i baschi dei soldati.

Pur inconsapevolmente, Nicola e Raffaele Castriotta, salvarono la propria città da un massiccio bombardamento. Purtroppo a questi due eroi non è stato dedicato nemmeno una piccola stele laddove hanno vissuto per circa un settantennio, in un “sottano” in Piazza del Popolo, a due passi dal “Palazzo”

…Come si è distanti dal popolo, e soprattutto come si è “distanti” dalla città quando si “ignora” la “storia” di una comunità!.

Giovanni Ognissanti

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Commenti

  • In Italia molte iniziative ricordano il 100 rio dell’inizio della grande guerra.
    a Manfredonia invece hanno fatto sparire o meglio sembra essere stata occultata la lapide dove erano ricordati I Manfredoniani caduti in quella Guerra.
    Spero che qualcuno “dei tanti che si propongono nelle nuove elezioni” ,sappia darci una risposta o meglio ancora si impegni a far riapparire in piazza del popolo quella lapide a ricordo di quanti persero la vita per quella GUERRA.

    teo.iak 25/05/2015 6:15 Rispondi
  • D’Accordo con il proletaria dove sono i nomi dei caduti di Manfredonia?? DOVE SONO QUELLE LAPIDI??

    I figli eroici di Re Manfredoni 24/05/2015 17:02 Rispondi
  • La domanda degli austriaci fu: “”Dove sta Stazione di Posta?”””
    Io ricordo che nei corridoi del Comune c’erano due lapidi con i nomi dei manfredoniani caduti nella prima Guerra Mondiale, tra cui mio nonno, fatto prigioniero sull’altipiano di Asiago e morto di stenti in prigionia il 15 maggio 1918. Ora riposa nel Sacrario di Redipuglia.
    Dove sono andate a finire quelle due lapidi-ricordo?????
    Però nel centenario ci mettiamo la coccarda e facciamo il nostro dovere di accompagnare la Corone del Comune in memoria dei Caduti!

    ilproletario 24/05/2015 16:29 Rispondi

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