A seguito di numerosi appostamenti effettuati in agro di San Marco in Lamis località “Bosco Rosso”, supportati anche da materiale fotografico e video, personale dipendente del Commissariato di Manfredonia e del Comando Stazione Forestale di forestale di San Marco in Lamis coadiuvato dal personale del C.T.A. di Monte Sant’Angelo, nella giornata del 13.05.2015, veniva impiegato in un servizio specifico di contrasto ai reati di concorso di persone nei reati di riciclaggio, ricettazione, furto aggravato e deturpazione di area protetta, coordinato e diretto dal 1° dirigente dott. Agostino De Paolis e dal V. Questore Angeloro Claudio che si è concluso con la denuncia in stato di libertà di 3 individui, anche con precedenti penali, tra cui il capofamiglia Longo Pietro.
I reati in argomento, ricettazione di veicoli, trattori agricoli e parti di autovettura, nonché il furto di legna di bosco in zona ricadente nel comprensorio della zona protetta denominata Parco Nazionale del Gargano, hanno consentito di concentrare in località “Bosco Rosso – Coppa di Nolfa” nel comune di San Marco in Lamis, l’attenzione delle forze di polizia sopraindicate che davano quindi inizio allo specifico e complesso servizio di polizia giudiziaria, apparso da subito complicato nel suo sviluppo, considerata la realtà altamente boschiva e il coinvolgimento di personaggi di spicco del luogo famosi per la loro pericolosità e determinazione nel commettere attività illegali di tutti i tipi.
Alle ore 15.00 circa gli agenti operanti si appostavano nelle immediate vicinanze dell’accesso alla masseria della famiglia Longo, sulla strada interpoderale per Bosco Rosso. Individuato un idoneo luogo di appostamento avevano la possibilità di udire chiaramente il rumore di alcune motoseghe. Il loro spegnimento ed il parlottare di alcuni individui consentiva di intuire e vedere chiaramente che in quel momento era in corso una attività illegale di disboscamento. Dopo circa dieci minuti si udiva la messa in moto di un motocarro che veniva chiaramente notato percorrere il tratturo sterrato che dal fondo dei Longo porta sulla strada interpoderale.
Gli operanti davano inizio effettivo all’intera operazione di Polizia, e rimossi gli ostacoli fissi presenti sul luogo, una sbarra in ferro assicurata nella chiusura da catena e lucchetto, interrompendo la flagranza dei reati in corso.
Nella circostanza l’operazione consentiva anche il rinvenimento e sequestro di quattro autovetture, un trattore agricolo di medie dimensioni predisposto artigianalmente al trasporto si di veicoli che di legname, un motocarro ape carico di legname tagliato abusivamente ed utilizzato per il trasporto di esso nei luoghi di ricettazione, aventi telaio punzonato e di origine furtiva, centinaia di parti di autovetture di vario genere e marca, tra cui sportelli, cofani, portiere, cruscotti, marmitte, sedili, centraline ed altro), alcune motoseghe professionali prive di matricola e quindi rubate, asce, sei targhe di autoveicoli oggetti di furto, quasi 150 quintali di legname preparato per lo smistamento, frutto della corposa attività illegale.
Tanto lavoro per nulla.
Ma è mai possibile che in questo paese, non si debba mai punire nessuno?
Tutti questi reati hanno portato a cosa? Una denuncia a piede libero.
Ma che paese è mai questo.