Venerdì 27 Dicembre 2024

Erri De Luca sta con "Questioni Meridionali"

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Uno scrittore al suo meglio istiga alla lettura e qualche volta anche alla scrittura. Pasolini mi istigava a formarmi un’opinione in disaccordo con lui’. Si apre così ‘La parola contraria’ di Erri De Luca, con la confessione dell’opposto: le idee diverse spingono alla formazione di altre idee, diverse e contrarie.

Ritorna Questioni Meridionali il Festival ideato dall’associazione SpazioBaol, in collaborazione con Fondazione Apulia Felix, libreria Ubik, Emergency, FrontieraTv, Avvocati di Strada, Amnesty e con il patrocinio del Comune di Foggia.

Mercoledì 6 maggio alle 19.30 presso l’Auditorium santa Chiara ospite della manifestazione sarà Erri De Luca per discutere della parola contraria e della libertà di espressione. Nato a Napoli, classe 1950, Erri De Luca è indubbiamente uno tra gli scrittori più noti e apprezzati in Italia e all’estero. Intellettuale non allineato e spesso controcorrente, capace di una scrittura acuta e uno stile secco. Forti le sue prese di posizione su tematiche di stretto interesse sociale, dalle questioni ambientali a quelle legate ai migranti e ai popoli in fuga. Proprio per una di queste prese di posizione o semplicemente per aver espresso la propria opinione in un’intervista, Erri De Luca si è ritrovato, suo malgrado, coinvolto in un’azione giudiziara.

Il 28 gennaio 2015 si è aperto a Torino il processo che lo vede imputato per ‘istigazione a delinquere’. I fatti sono noti. Siamo in Val di Susa e Erri De Luca ha espresso la propria opinione sulla TAV, la linea dell’alta velocità che collegherebbe Torino a Lione. La ‘devastazione’ del territorio della Val di Susa passa quindi per la Tav, contro cui si oppone un movimento di opinione a cui partecipa Erri De Luca che in un’intervista all’Huffington Post avrebbe usato, e osato, un verbo ‘non consentito’ dalla procura di Torino. Una assurda vicenda giudiziaria che nasconde stupri ambientali e vuole imbavagliare i poeti. Ma in realtà c’è molto altro in gioco: il diritto di esprimere la propria opinione, soprattutto se contraria.

Non è necessario essere anti Tav per provare disagio nei confronti di un processo alle parole, e non è necessario essere d’accordo con Erri De Luca per trovare agghiacciante che, in una società libera, un giudice stabilisca se quelle parole potevano o no essere pronunciate, come se il diritto e la libertà di parola, di opinione e di espressione, che sono i cardini di qualsiasi stato democratico, non fossero neanche tutelati nell’articolo 21 della Costituzione.

Nell’anno in cui siamo tutti Charlie Hebdo, molti intellettuali e alte cariche istituzionali si sono schierati dalla parte della libertà di espressione firmando l’appello lanciato sui social #iostoconerri, da Paul Auster a Salman Rushdie fino al Presidente francese Francois Hollande.

 

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Capitanata · News

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