Quella di “SCUOLE CHIUSE” è un’immagine che non ci piace.
A noi piacciono le “SCUOLE APERTE”
Martedì 5 MAGGIO vi aspettiamo dalle ore 9,00 in Piazza del Popolo a Manfredonia per spiegarvi e condividere con voi la nostra idea di SCUOLA
La “buona scuola”?
La scuola italiana è già una buona scuola, nonostante l’accanimento e la perseveranza nell’errore di tanti Ministri e Governi degli ultimi vent’anni. E lo sarebbe ancor di più se avesse le risorse economiche e umane per poter funzionare a dovere, per poter rispondere puntualmente ai bisogni formativi delle studentesse e degli studenti, che sono tutti “speciali”.
C’è bisogno, però, di cambiamenti profondi e per questo provo a raccogliere elementi di riflessione a supporto (e conforto) di chi la Scuola la vuole cambiare davvero, ragionando di ciò che garantisce la qualità dell’ESSERE e FARE scuola
Penso agli esiti delle ormai ricorrenti indagini internazionali che collocano i risultati dei nostri allievi al di sotto di soglie accettabili; penso ai tassi di dispersione sempre troppo elevati; alle profonde differenze non solo tra aree geografiche, ma soprattutto fra scuole anche non lontane fra loro; penso alle reazioni di insofferenza di tante studentesse e studenti che non riusciamo più ad intercettare, oppure, all’opposto, all’ansia di prestazione valutativa che pare essere diventata la sola motivazione allo studio di troppi allievi, anche fra quelli molto piccoli; penso al rapporto con i genitori che è andato nel tempo deteriorandosi…altro che “alleanza educativa”!
Penso a quei ragazzi/e che hanno bisogno di tempi lunghi e distesi per l’apprendimento e per i quali è necessaria una valutazione formativa ricca di una pluralità di interventi, iniziative, confronti, non di test a risposta multipla, culturalmente insignificanti e pedagogicamente infidi.
C’è, però, una “buona” scuola che giorno dopo giorno riesce a far fronte a mille difficoltà e a resistere e far bene, nonostante vent’anni di tagli di risorse, di scelte di politica scolastica scellerate, di riduzione di credibilità della funzione docente.
Cambiare la scuola è un processo necessario, ma difficile e impegnativo.
Noi docenti non vogliamo “fermare” il cambiamento, non temiamo di essere valutati, ma siamo poco interessati alla “carriera”: a noi insegnanti interessa studiare, aggiornarci seriamente, confrontarci nelle sedi collegiali per realizzare ogni giorno il mandato che la Costituzione assegna alla scuola: permettere ai nostri studenti di superare le differenze culturali, sociali ed economiche che li caratterizzano alla nascita e consentire loro pari opportunità di crescita e di cittadinanza. Non ci interessa l’insegnante “in carriera”: la Scuola ha bisogno di docenti preparati e appassionati, che “curano” il processo di apprendimento prima di valutare i “risultati”.
Il 5 MAGGIO si sciopera perché noi la Scuola la vogliamo cambiare davvero, perché noi non vogliamo una scuola alla “buona”, ma un’OTTIMA scuola per formare cittadine e cittadini consapevoli, donne e uomini capaci di…futuro.
Michela Quitadamo
Avrei preferito non “mischiare” il mio lavoro di insegnante,il mio impegno per la Scuola con la mia partecipazione come candidata del PD alle Amministrative del 31 maggio.
Sono un’insegnante ed una dirigente del PD,ma non mi “allineo” sempre e comunque a ciò che fa/dice il partito o il segretario dello stesso.
Partecipo allo sciopero perché la Riforma ha molti aspetti che non condivido e posso liberamente e democraticamente esprimere il mio dissenso( su questo ed eventualmente su altro)
P.s. Moltissime/i insegnanti scioperano e continueranno a votare PD, voteranno magari donne e uomini “liberi” di esprimere il dissenso,che possono portare proposte ed idee “diverse”.
Sono candidata alle Amministrative e non alle Politiche…
Il Partito Democratico è tale perché si può dissentire.
All’interno del Partito Democratico ho sempre espresso, esprimo ed esprimerò le mie valutazioni e le mie “argomentazioni” serenamente, obiettivamente e coerentemente con la mia storia personale e professionale.
Non so “Giovanna” cosa faccia nella vita, ma se le interessa possiamo confrontarci sul ruolo della scuola e cosa significa ESSERE e FARE SCUOLA.
Io ci sto!
Michela Quitadamo
“Probabilmente” mi riferivo al capo del partito con il quale dovresti condividere le tue scelte politiche visto che sei candidata alle amministrative nella stessa formazione politica…è il capo che vuole questa riforma o l’hai dimenticato per distrazione.
Io non ho capi…
Sono un’insegnante di ruolo, da trent’anni, vincitrice di concorso.
Nessuna “nomina” politica!
Ieri, oggi, domani a sostenere e valorizzare la Scuola Pubblica.
Michela Quitadamo
Rispondo all’ex studente. Devi sapere che il nostro lavoro non finisce quando lasciamo la scuola, continua a casa con la preparazione dell’attività, con la correzione dei compiti, con l’inserimento quotidiano sul registro elettronico e tanto di più. La nostra testa nono stacca mai dall’impegno nei confronti dei nostri allievi. Sono disposta a lavorare a luglio, ad agosto ma lo stipendio deve essere adeguato al resto Dell Europa, dove il rispetto e la dignità del nostro lavoro non sono messi in discussione. La nostra autorevolezza non esiste più perché tutti sii sentono in diritto di criticarci. iNON SAPERE DI CHE COSA STATE PARLANDO.Ci sono categorie di assenteisti cronici che non vengono mai toccati. Lasciateci lavorare in pace!!! Per quanto riguarda il nero è necessario fare i conti in altre tasche perché le nostre sono vuote.
Io non ho “capi”…
Sono un’insegnante di ruolo da trent’anni, vincitrice di concorso…nessuna “nomina” politica!
Sempre per difendere e valorizzare la Scuola Pubblica
Michela Quitadamo
Con tutto il rispetto della categoria, io proporrei un solo mese di ferie (luglio) a tutto il personale della scuola e dei controlli mirati sulle ripetizioni in nero! Mai avuto un ricevuta fiscale!!
Rispondo all’ex studente. Devi sapere che il nostro lavoro non finisce quando lasciamo la scuola, continua a casa con la preparazione dell’attività, con la correzione dei compiti, con l’inserimento quotidiano sul registro elettronico e tanto di più. La nostra testa nono stacca mai dall’impegno nei confronti dei nostri allievi. Sono disposta a lavorare a luglio, ad agosto ma lo stipendio deve essere adeguato al resto Dell Europa, dove il rispetto e la dignità del nostro lavoro non sono messi in discussione. La nostra autorevolezza non esiste più perché tutti sii sentono in diritto di criticarci. iNON SAPERE DI CHE COSA STATE PARLANDO.Ci sono categorie di assenteisti cronici che non vengono mai toccati. Lasciateci lavorare in pace!!! Per quanto riguarda il nero è necessario fare i conti in altre tasche perché le nostre sono vuote.
Perfettamente d’accordo con la collega. E aggiungerei ancora un’altra cosa all’attenzione dell’ex studente: non possiamo permetterci di fare ferie a luglio (o quando vogliamo dilazionandole a piacere durante l’anno, in quanto imposte nel periodo di sospensione dell’attività didattica!), perché impegnati negli esami di stato e/o nei corsi di recupero! In più basta con questo pregiudizio sulle ferie, abbiamo 32 giorni di ferie all’anno come tutti, da fare però obbligatoriamente ad agosto, alta stagione turistica, e non a settembre o a giugno quando puoi permetterti magari una vacanza perché più accessibili i costi. I giorni di ferie natalizie e pasquali anche quelli vincolati ai giorni di sospensione dell’attività didattica per i quali vale lo stesso discorso di agosto. Per quello che lavorano poi, i docenti coscienzosi, e sono i più ve lo garantisco, hanno uno stipendio assolutamente inadeguato, il più basso rispetto a tutti gli altri colleghi europei..
Perchè non lo dici al tuo capo di partito…ma con quale coraggio…