Lunedì 4 Novembre 2024

L&W Capitanata: "Il futuro di tutti si chiama lavoro"

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Mentre in Parlamento sulla legge elettorale sta consumandosi l’ennesima rappresentazione del teatrino politico nostrano, raffigurandolo nella sua pervicace distanza dalle emergenze vere e dai drammi del Paese reale, i cittadini ed i giovani in particolare subiscono in modo crescente la mancanza di lavoro, le incertezze occupazionali e le disparità vecchie e nuove presenti nei provvedimenti assunti sulle politiche del lavoro dall’attuale governo.

In primo luogo ed a scanso di equivoci, dal momento che regole e coerenze vengono sempre più fatte passare come un ostacolo, è il caso di ribadire che il lavoro è un mezzo per migliorare la vita di tutti e che va sempre contemperato nelle sue finalità produttive rispettando la sicurezza, l’equilibrio e la tutela ambientale, l’integrità del patrimonio naturalistico, le vocazioni di un territorio.

Bisogna tenerlo ben presente quando si vuole favorire una occupazione ed uno sviluppo territoriale autentici e non illusori per assecondare il profitto di pochi: ne sappiamo qualcosa a livello locale per le note vicende dell’eolico off-shore a mare e dei mega depositi GPL a Siponto progettati dall’Energas, sui quali chi ha responsabilità di governo ai vari livelli non può continuare a tergiversare e a raggirare la volontà dei cittadini.

Inoltre è fondamentale che il diritto al lavoro sia regolato in modo tale da promuovere equità e non discriminazioni, che valorizzi la persona e non la abbrutisca nelle relazioni umane e nella società.

Per queste ragioni le norme inserite nel JOBS ACT, che creano difformità tra lavoratori riguardo ad aspetti fondamentali come la disciplina dei licenziamenti, devono essere implementate con validi correttivi, tali da assicurare maggiore stabilità ai nuovi rapporti di lavoro. Inoltre vanno ristabilite condizioni non regressive nella durata dei nuovi strumenti a tutela del reddito in caso di disoccupazione (la cosiddetta Nuova ASPI).

Insomma occorre che il Governo si impegni con maggiore determinazione nella lotta alla disoccupazione, creando reali programmi e opportunità di lavoro e garantendo cittadinanza e condizioni reddituali minime a tutti, parificando il nostro Paese a quelli che in Europa e nel mondo assicurano ai propri cittadini le basi per una vita dignitosa. È questa la prima cosa che i cittadini chiedono.

Nel nostro territorio, dove sono aumentate le povertà e l’esclusione sociale di fasce intere di popolazione, vanno rilanciate le attività produttive e le potenzialità settoriali tuttora non espresse appieno. Su questi aspetti c’è bisogno di chiedere interventi urgenti dello Stato. Nel contempo con una più adeguata efficienza ed innovazione politica ed istituzionale vanno promossi in loco ulteriori strumenti per coinvolgere giovani e cittadini in percorsi di integrazione sociale e lavorativa.

Quindi, oltre a rendere operative e funzionali azioni come la Garanzia Giovani e il Lavoro di Cittadinanza, è doveroso ricercare altre opportunità, ad esempio l’avvio e il sostegno di iniziative di co-working e l’uso gratuito da parte di costituende imprese ed attività professionali degli spazi e dei capannoni abbandonati da aziende che hanno chiuso; specifici piani locali di azioni per giovani; riduzione di imposte comunali ad aziende che operano nuove assunzioni.

In conclusione, anche con questo Primo Maggio rivendichiamo la centralità nella cultura e nell’impegno sociale e politico dei valori autentici di umanità, solidarietà ed equità sociale che nel recente passato motivavano positivamente la vita di ognuno, indicando alle giovani generazioni, nelle tutele e nel diritto del lavoro, il terreno e gli obiettivi su cui costruire un futuro dignitoso.

Coordinamento Associazione Lavoro&Welfare di Capitanata

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